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Prima il Pd, poi Leu e ora il passaggio alla Lega: Eleonora Cimbro dalla sinistra a Salvini

Eleonora Cimbro, ex deputata, ha aderito alla Lega. Ma il suo percorso politico è iniziato con l’elezione alla Camera nel 2013 tra le fila del Pd, per poi passare a Mdp e venire candidata (senza successo) da Leu alle politiche del 2018. Dopo è iniziato un costante avvicinamento alla Lega, fino alla tessera consegnatale da Matteo Salvini.
A cura di Stefano Rizzuti
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Prima il Pd, poi la mancata elezione con Leu e alla fine la Lega. Un bel salto quello di Eleonora Cimbro, che nel giro di meno di due anni ha attraversato praticamente tutto l’arco parlamentare, da sinistra a destra, seppur saltando qualche sosta. Ex deputata, Cimbro era stata eletta nel 2013 con il Pd e alla fine della precedente legislatura si era schierata con Mdp, il movimento nato dalla scissione voluta da Bersani e D’Alema. Poi la candidatura tra le liste di Leu alle elezioni politiche del 2018. Una corsa elettorale senza successo. Così Cimbro è rimasta fuori dal Parlamento. E pian piano ha iniziato il suo avvicinamento alla Lega di Matteo Salvini. Quanto di più lontano ci possa essere rispetto a Leu. E dopo la partecipazione a qualche evento, per Cimbro è arrivato anche il momento della tessera del Carroccio, consegnatale da Salvini alla fine del 2019.

Eleonora Cimbro è di Bollate e potrebbe essersi convinta nel suo passaggio alla Lega anche grazie al compagno, Antonio Femia, che del Carroccio fa parte già da qualche mese. Anche lui in passato era stato consigliere comunale, eletto con una lista di sinistra. L’avvicinamento di Cimbro alla Lega era iniziato nelle settimane precedenti, con la partecipazione ad alcuni eventi leghisti a Milano e in Lombardia. Testimoniati anche da una sua foto su Facebook in compagnia di Matteo Salvini. Era il 7 dicembre e Cimbro scriveva: “Bella serata con gli amici della Lega Matteo Salvini, GianMarco Senna, Giancarlo Giorgetti, Stefano Bolognini, Paolo Grimoldi, Max Bastoni e Alessandro Morelli! Tante le proposte e le idee per fermare il partito della ZTL, del degrado delle periferie e del fallimento della Città Metropolitana”.

L’ex deputata racconta di aver preso questa decisione anche dopo aver letto le idee di Diego Fusato. Tanto da riportare sui social un pensiero correlato alla lettura di un suo libro: “Non esiste più distinzione tra destra e sinistra. Esiste una contrapposizione tra establishment e popolo, generata dalla globalizzazione. Per questo occorre capire quali siano i partiti che stanno da una parte e quali dall’altra. Parlare di fascismo, di razzismo, di sardine serve per distrarre dal tentativo in atto di renderci tutti schiavi di un’economia che ci vuole omologati. Per questo serve importare masse di disperati: per abbassare i diritti di tutti i lavoratori; per questo serve il multiculturalismo: per azzerare le differenze e renderci tutti ugualmente assoggettabili. È necessario, dunque, ritornare ad una sovranità nazionale forte, in grado di preservare cultura, tradizioni e confini. E perseguire l’obiettivo di uno stato forte, capace di intervenire a favore del lavoro, della famiglia e dei diritti sociali”.

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