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Perché l’astensione ha colpito di più Pd, M5s e Terzo Polo: il fattore Sanremo e la sconfitta annunciata

Secondo Livio Gigliuto, vicepresidente dell’istituto Piepoli, che fa parte del consorzio Opinio Italia, il risultato ottenuto dal centrodestra alle elezioni regionali in Lazio e Lombardia rafforza la leadership di Giorgia Meloni all’interno della coalizione, “anche se la ‘tenuta’ della Lega in Lombardia non era affatto scontata”, ha detto a Fanpage.it.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il record negativo di affluenza alle elezioni regionali nel Lazio e Lombardia – solo il 40% degli elettori si è recato alle urne contro il 70,63% delle regionali del 2018 – ha colpito praticamente tutti i partiti, ma i più penalizzati sono stati i ‘terzi' candidati, ovvero Letizia Moratti, candidata del Terzo Polo in Lombardia, e Donatella Bianchi, sostenuta dal M5s nel Lazio. L'astensionismo ha interessato di più l'elettorato del centrosinistra, rispetto a quello del centrodestra, perché questa era una sconfitta ampiamente annunciata. Questa è la sintesi dell'analisi di Livio Gigliuto, vicepresidente dell’istituto Piepoli, che fa parte del consorzio Opinio Italia.

Nelle due Regioni al voto l'affluenza ha subito un crollo evidente: nel Lazio, secondo i dati definitivi del Viminale si è fermata al 37,19 (nel 2018 era al 66,55%), in Lombardia non è andata oltre il 41,67% (73,11% alle elezioni regionali del 2018).

Perché c'è stata un'astensione da record in Lazio e Lombardia

Per il sondaggista Livio Gigliuto l'astensione alle stelle è un combinato disposto di tre fattori: "Il primo è sicuramente il fatto che si è votato da poco, le elezioni che si sono chiuse oggi arrivano a cinque mesi dalle elezioni politiche: gli italiani in quel momento hanno espresso la loro opinione e quindi probabilmente si sono sentiti distanti da questa campagna. In secondo luogo anche la scelta dei candidati ha influito, perché in entrambe le Regioni non sono stati particolarmente performanti, sia chi ha vinto sia chi ha perso. Nessuno ha dato particolare sprint alla campagna elettorale, che non è stata particolarmente vivace. E poi, un dato che forse ci dimentichiamo, è che l'ultima settimana prima del voto è stata la settimana di Sanremo. È questo ha inciso: invece di essere la settimana in cui tutti parlano delle elezioni è stata la settimana in cui tutti hanno parlato del Festival, cosa che ha tolto un po' di attenzione alla campagna elettorale, perché è vero che a Sanremo è entrata la politica ma non il dibattito sulle elezioni regionali, giustamente".

Chi non è andato a votare? L’elettore di destra o di sinistra?

L'astensionismo è stato abbastanza trasversale: "Hanno disertato le urne sia gli elettori del centrodestra sia quelli del centrosinistra. Però l'affluenza è stata più bassa nell'elettorato del centrosinistra, semplicemente perché questa era una sconfitta annunciata, per molti versi prevedibile. E questo ha demotivato un po' l'elettorato del centrosinistra che ancora sta aspettando di ripartire con le primarie. Di solito l'effetto primarie è molto positivo sulle elezioni amministrative, ma in questo caso si terranno il prossimo 26 febbraio. Ma l'elettorato che ha partecipato un po' di meno è quello dei terzi candidati, ‘i terzi incomodi' Moratti e Bianchi: in entrambi i casi, sia nel Lazio che in Lombardia, la performance del terzo è stata al di sotto delle previsioni. Questo per due motivi: l'elettorato di quei candidati si sentiva meno motivato ad andare a votare, perché riteneva improbabile una vittoria; e poi si è un po' polarizzato il voto, si è concentrato sui due candidati principali".

Ma il calo di affluenza rispetto al passato è anche dovuto al fatto che l'ultima volta le regionali si erano svolte in concomitanza con le politiche. "Questo è un elemento che falsa un po' il paragone – ha spiegato Gigliuto a Fanpage.it – perché è chiaro che le politiche fanno un trascinamento di cui poi usufruisce anche l'elezione regionale. È anche vero però in alcuni casi è accaduto che fossero le amministrative a trainare il voto politico perché come sappiamo nelle amministrative ci sono le preferenze, fattore che spinge le persone ad andare alle urne, perché i candidati portano gli elettori al voto. Possiamo dire che ogni elezione offre le sue motivazioni al voto, anche le amministrative dovrebbero motivare al voto, grazie alla possibilità di esprimere le preferenze. Ma questa volta quest'effetto non c'è stato".

Le Regionali sono state un primo test sul governo (come dice il Cdx)?

Secondo Gigliuto è "molto difficile fare un collegamento diretto tra le amministrative e le politiche, perché sono molto diverse. È vero però che tra le amministrative quelle con maggiore significato politico sono proprio le elezioni regionali, perché le comunali sono davvero storia a sé. Lì conta molto il candidato sindaco, conta molto il rapporto che ha con la propria città. In questo caso, sempre con grande prudenza, si può dire che il contesto politico nazionale ha avuto un impatto sulle Regionali, quindi il centrodestra esce sicuramente rafforzato, non c'è dubbio".

La sorpresa è la tenuta della Lega in Lombardia

Le fibrillazioni nella maggioranza, che si sono registrate nelle ultime settimane, e fino a ieri con la dichiarazione di Silvio Berlusconi contro Zelensky, invece non sembra che abbiano inciso sul risultato, a nessun livello: "Non c'è stata alcuna ripercussione sul voto. Quello che sta succedendo in questo momento è un rafforzamento della leadership di Giorgia Meloni all'interno del centrodestra. Anche se in Lombardia il risultato della Lega, sopra il 16%, è stato positivo. La potremmo definire una ‘tenuta' del Carroccio in quella Regione, che non era affatto scontata".

Alle elezioni politiche del tutto 25 settembre Fdi aveva doppiato la Lega: nella Regione di Fontana il partito di Giorgia Meloni aveva già portato a casa uno storico 28,5%, contro il 13,3% dell'alleato. "La forbice tra i due è sostanzialmente rimasta identica, ma era lecito attendersi, visti i sondaggi nazionali, che questa forbice si allargasse. In Lombardia questo non è successo. In Lazio Fdi ha raggiunto un risultato molto importante (sopra il 32, mentre la Lega è intorno all'8,5%), un risultato che in questo caso era largamente atteso. Per capire i rapporti di forza all'interno del centrodestra l'attenzione era decisamente sulla Lombardia", ha sottolineato Gigliuto a Fanpage.it.

Complessivamente non ci sono state grosse sorprese: "L'unica, anche se marginale, è stato forse il risultato della lista di Letizia Moratti, lievemente superiore o alla pari con il risultato di Azione, un dato un po' inatteso. In generale le civiche nel Lazio non sono andate bene, mentre in Lombardia sono andate abbastanza bene".

Sulla vittoria del centrodestra non ha inciso neanche l'approvazione del ddl sull'autonomia in Cdm: "È un tema a cui chiaramente tengono molto gli elettori della Lega, però io non credo che le ultime settimane siano state decisive per il voto amministrativo. Sembra tutto molto solido, molto consolidato. L'unico elemento che ha un po' movimentato i dati è stata l'affluenza, che ha spostato qualcosa in favore del centrodestra", ha spiegato il sondaggista a Fanpage.it.

La fascia 18-34 anni ha votato per Majorino

In Lombardia la fascia più giovane, 18-34 anni ha preferito Majorino. "Di solito quest'elettorato è quello che partecipa un po' meno alle amministrative, che hanno una portata ideologica meno forte. Spesso i ragazzi votano appunto per ragioni ideologiche. Però è evidente che in Lombardia, ma anche nel Lazio, l'elettorato giovanile è lievemente spostato più verso il centrosinistra, rispetto alla media. Questo porta Majorino a essere addirittura primo in Lombardia in questa fascia, con un distacco di un paio di punti percentuali. Potremmo definirlo un sostanziale pareggio tra Fontana e Majorino, tra i più giovani. Anche Letizia Moratti va un po' più forte presso i giovani, rispetto alla sua media".

Nel Lazio il dato è meno marcato: "Qui abbiamo Rocca primo in tutte le fasce d'età, anche tra i giovani. Tra i meno giovani raggiunge quote molto alte, superiore al 55-56%. Tra i più giovani questo dato scende anche di parecchio, sotto il 50%. Tra gli over 35 è più forte il centrodestra, rispetto a quanto non lo sia tra i giovanissimi, in cui ancora tiene di più sia il centrosinistra, sia il M5s, ma anche Azione-Iv, che di solito su questo elettorato funziona abbastanza bene".

Il centrosinistra unito non avrebbe fatto la differenza

Per concludere il centrosinistra unito non avrebbe fatto la differenza neanche in questo caso, come alle scorse politiche: "Anche in questo caso se si fosse presentato unito non avrebbe fatto la differenza, perché il centrodestra è tendenzialmente avanti in entrambe le Regioni. Facendo una somma tra Pd-M5s e Terzo Polo – operazione che comunque sarebbe sbagliato fare, perché non è detto che gli elettori di Bianchi poi si sarebbero spostati matematicamente in favore di D'Amato -in questo momento non raggiungerebbero la quota di Rocca nel Lazio e di Fontana in Lombardia".

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