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Berlusconi dice che la guerra in Ucraina è colpa di Zelensky: “Meloni non ci doveva parlare”

Silvio Berlusconi, al seggio di Milano dove era andato a votare, ha tenuto un breve comizio attaccando Meloni per il rapporto con Zelensky: “Non lo avrei incontrato”, ha sottolineato. Poi la sua lettura della guerra: “Se non avesse attaccato il Donbass tutto questo non sarebbe accaduto”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Silvio Berlusconi si scaglia contro Giorgia Meloni e Volodymyr Zelensky. Il leader di Forza Italia, arrivato al seggio a Milano per votare per le elezioni regionali, ha tenuto una sorta di breve comizio in cui ha rilasciato delle dichiarazioni molto discutibili sulla guerra in Ucraina: "Io a parlare con Zelensky se fossi stato il presidente del Consiglio non ci sarei mai andato perché stiamo assistendo alla devastazione del suo paese e alla strage dei suoi soldati e dei suoi civili – ha detto Berlusconi – Bastava che cessasse di attaccare le due repubbliche autonome del Donbass e questo non sarebbe accaduto, quindi giudico, molto, molto negativamente il comportamento di questo signore". L'ex presidente del Consiglio, ovviamente, se la prende anche con Meloni per la sua linea sull'Ucraina.

"Per arrivare alla pace penserei che il signor presidente americano dovrebbe prendersi Zelensky e dirgli: ‘È a tua disposizione dopo la fine della guerra un piano Marshall per ricostruire l'Ucraina'. Un piano Marshall da 6, 7, 8, 9mila miliardi di dollari, a una condizione: che tu domani ordini il cessate il fuoco, anche perché noi da domani non vi daremo più dollari e non ti daremo più armi", ha continuato Berlusconi. "Soltanto una cosa del genere – ha aggiunto ancora il leader di Forza Italia – potrebbe convincere questo signore ad arrivare ad un cessate il fuoco".

La presa di posizione di Berlusconi sulla guerra in Ucraina e su Zelensky, completamente diversa dalla linea europea e soprattutto del governo Meloni, non è sfuggita a Palazzo Chigi: "Il sostegno all'Ucraina da parte del governo italiano è saldo e convinto, come chiaramente previsto nel programma e come confermato in tutti i voti parlamentari della maggioranza che sostiene l'esecutivo", hanno fatto sapere in serata fonti di Chigi. Insomma, la solita linea Berlusconi sulla guerra. Un ennesimo episodio di una storia molto lunga che passa dall'amicizia con Putin agli audio di ottobre. Nulla di nuovo in casa centrodestra.

L'attacco delle opposizioni: "Berlusconi sta con Putin"

"Giorgia Meloni è d'accordo con le parole inquietanti pronunciate da Berlusconi sulla guerra in Ucraina? Oggi di fatto si è schierato ufficialmente con la Russia di Putin. Con questi alleati di governo la premier non si lamenti di come viene trattata in Ue", ha twittato Simona Malpezzi del Partito Democratico. Ancora più duro il leader del Terzo polo e di Azione, Carlo Calenda: "Berlusconi ricomincia con i suoi vaneggiamenti putiniani, in totale contrasto con Ue, il governo di cui fa parte e il ministro degli Esteri che è anche espressione del suo partito. Pessimo".

L'imbarazzo di Forza Italia e la distanza di Tajani

"Forza Italia è da sempre schierata a favore dell'indipendenza dell'Ucraina, dalla parte dell'Europa, della Nato e dell'Occidente. In tutte le sedi continueremo a votare con i nostri alleati di governo rispettando il nostro programma", ha twittato immediatamente il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. Da Forza Italia, poi, è arrivata anche una precisazione: "Il sostegno del presidente Berlusconi in favore dell'Ucraina non è mai stato in dubbio. Ha solo espresso la sua preoccupazione per evitare la prosecuzione di un massacro e una conseguente grave escalation della guerra, senza venire mai meno all'adesione di FI alla maggioranza di governo, alla posizione della Nato, dell'Europa e degli Usa. Berlusconi non ha mai nominato Putin, dal quale ha più volte sottolineato di essere rimasto deluso, ha solo spiegato che nessuno è esente da responsabilità".

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