1.243 CONDIVISIONI
Opinioni

La riforma Rai secondo Renzi: più poteri all’Ad, meno alla Vigilanza e “novità” sul canone

Come sarà la nuova Rai dopo la riforma del Governo Renzi, tra modifiche al Cda e ampliamento dei poteri dell’amministratore delegato (di fatto nominato dal Governo). In arrivo anche una “modifica” al canone Rai (anche se non è chiaro chi ci guadagnerà e chi ci rimetterà).
1.243 CONDIVISIONI

È in discussione al Senato della Repubblica il disegno di legge di riforma della Rai e del servizio pubblico radiotelevisivo, che porta la firma del ministro dello Sviluppo Economico Guidi e del ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan. Si tratta del complesso provvedimento di riforma del servizio pubblico elaborata dal Governo e oggetto di contestazioni e polemiche già durante l’iter in Commissione. Il voto finale è atteso per la serata di venerdì, anche se bisognerà capire quale piega prenderà la discussione in Aula (e già il Governo è dovuto ricorrere alla fiducia sul Dl Enti Locali).

Il ddl modifica innanzitutto il testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, di cui al decreto legislativo 31 luglio 2005, n. 177, ridefinendo le tempistiche del contratto nazionale di servizio (che avrà durata quinquennale) e confermando la struttura delle redazioni locali e nazionali per le “produzioni specifiche”. Poi il ddl esamina la spinosa questione della governance della Rai.

Il consiglio di amministrazione passerà da 9 a 7 membri (i quali eleggeranno il proprio Presidente, sentito il parere della Vigilanza Rai), scelti sulla base di una lista “composta da 4 membri eletti dal Parlamento, ovvero due eletti dalla Camera dei deputati e due dal Senato della Repubblica con voto limitato (è necessario che i parlamentari si candidino a tale incarico, pubblicando online la loro domanda), 2 membri di nomina governativa designati dal Consiglio dei Ministri su proposta del Ministro dell’Economia e delle Finanze e un membro designato dall’assemblea dei dipendenti”. Il mandato dei membri del Cda durerà tre anni. La Commissione ha poi introdotto una modifica che assicura “la presenza di genere” e “l’equilibrio” tra componenti caratterizzati da elevata professionalità e comprovata esperienza in ambito giuridico, finanziario, industriale e culturale, stabilendo anche i motivi di incompatibilità o decadenza dalla carica.

L’amministratore delegato sarà nominato dal consiglio di amministrazione su proposta dell’assemblea dei soci (dunque sarà di fatto il Governo ad indicare il nome) e avrà una serie di compiti e limitazioni: assicurare la coerenza della programmazione radiotelevisiva con le linee editoriali e le direttive formulate e adottate dal consiglio di amministrazione; firmare gli atti e i contratti aziendali; provvedere alla gestione del personale dell’azienda e nominare i dirigenti di primo livello, acquisendo per i direttori di rete, canale e testata, il parere obbligatorio del consiglio di amministrazione (per i direttori di testata il parere è vincolante se espresso con la maggioranza dei due terzi); provvedere all’attuazione del piano industriale, del preventivo di spesa annuale, delle politiche del personale e dei piani di ristrutturazione. L'ad resterà in carica per tre anni e potrà essere revocato dal Cda (che ne determinerà anche lo stipendio); nel caso in cui sia già dipendente Rai è tenuto a dimettersi.

Va detto che i ritardi nella presentazione del testo hanno già creato più di una problematica: l’attuale Cda è infatti “scaduto” a maggio e la proroga il 5 luglio; di conseguenza con un emendamento il Governo ha proposto l’elezione del Cda con la Gasparri (che prevede 9 membri, due dei quali nominati dal Tesoro e 7 dalla Vigilanza).

Cambierà il canone Rai

Per quel che concerne il finanziamento della Rai e delle emittenti locali il Governo ha chiesto la delega, impegnandosi a “garantire l’indipendenza economica della Rai” e a “disciplinare il finanziamento dell’emittenza locale per la funzione di pubblico interesse svolta” (l’inserimento del finanziamento delle emittenti locali è stato inserito in Commissione e non era nel testo diffuso in un primo momento dal Governo).

L’esecutivo si è impegnato a rivedere la normativa in materia di canone di abbonamento Rai: la tassa cambierà radicalmente struttura, “in considerazione dell’alto livello di morosità riscontrata, dell’incremento delle disdette e dell’analisi costi – benefici”. L’idea potrebbe essere quella di legare la tassa al reddito e non è ancora tramontata l’ipotesi di legarla a qualche utenza. Non è invece chiaro da dove arriveranno i soldi per il finanziamento pubblico dell’emittenza locale.

AGGIORNAMENTO: Il Governo è andato sotto al Senato sugli emendamenti soppressivi della delega sul canone. Decisivi i voti di Fi, Sel e M5S.

1.243 CONDIVISIONI
A Fanpage.it fin dagli inizi, sono condirettore e caporedattore dell'area politica. Attualmente nella redazione napoletana del giornale. Racconto storie, discuto di cose noiose e scrivo di politica e comunicazione. Senza pregiudizi.
Floridia a Fanpage:
Floridia a Fanpage: "Maggioranza vuole abolire canone Rai, ma servizio pubblico è un bene comune"
Premierato, Meloni difende la riforma costituzionale:
Premierato, Meloni difende la riforma costituzionale: "Italiani devono poter decidere chi governa"
La Rai deve riflettere sul ruolo dell'intelligenza artificiale nel servizio pubblico, dice Floridia
La Rai deve riflettere sul ruolo dell'intelligenza artificiale nel servizio pubblico, dice Floridia
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni