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Il capo dell’Antimafia De Raho attacca inchiesta Fanpage: “Azione quasi fraudolenta”. Poi smentisce

Il procuratore nazionale Antimafia De Raho critica il metodo investigativo utilizzato da Fanpage.it per realizzare l’inchiesta Bloody Money: “L’agente provocatore appartiene il più delle volte alle forze dell’ordine e svolge un’attività investigativa, nel caso di Fanpage.it si tratta quasi di un contesto fraudolento”. Poi smentisce.
A cura di Charlotte Matteini
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Aggiornamento: Raggiunto dai nostri microfoni, il Procuratore De Raho ha smentito di aver mai detto che l'azione dei giornalisti di Fanpage.it sia stata fraudolenta. "Non conosco le modalità di sviluppo di questa indagine – ha spiegato il magistrato – per come mi è stata posta sembra sia stato utilizzato o da giornalisti o da altri soggetti [un ‘agente provocatore', NdR] e questa non è una modalità prevista dalla legge". Ha poi affermato che "i giornalisti hanno libertà d'azione".

Proseguono i commenti e le reazioni all'inchiesta Bloody Money condotta da Fanpage.it. Nel corso della trasmissione radiofonica Radio Anch'io, il procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho ha criticato l'utilizzo della figura dell'agente provocatore per portare alla luce il sistema alla base della gestione del traffico di rifiuti in Campania: "L'agente provocatore appartiene il più delle volte alle forze dell'ordine e svolge un'attività investigativa. Nel caso De Luca e dell'inchiesta di Fanpage.it non parlerei però di agente provocatore, qui si va molto al di là. Si finisce per deviare totalmente l'acquisizione corretta di un elemento investigativo: nel caso di Fanpage.it si tratta quasi di un contesto fraudolento".

Dello stesso avviso è anche il procuratore capo di Catanzaro Nicola Gratteri, che sempre nel corso della trasmissione Radio Anch'io, spiega: "L'agente provocatore deve essere regolamentato dal codice. Questa cosa fatta da Fanpage non è chiara. Non si capisce bene se questa persona è ancora un collaboratore di giustizia. Se fosse così andrebbe cacciato dal programma di protezione". Nel corso della trasmissione radiofonica è intervenuto anche il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Graziano Delrio, il quale ha dichiarato, con particolare riferimento alla terza puntata dell'inchiesta che coinvolge alcuni esponenti in quota De Mita: "È possibile che il caso De Luca influenzi il voto. Il problema è che, certo, le immagini di quel signore responsabile dell’azienda regionale sono una cosa pessima, una cosa inguardabile”. Proseguendo, il ministro Delrio ha assunto lo stesso atteggiamento garantista di Matteo Renzi e ha spiegato di non avere intenzione di commentare più approfonditamente l'inchiesta realizzata da Fanpage.it "perché c'è un'indagine in corso". 

Gli episodi dell’inchiesta
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