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Crisi di Governo 2022

Governo, Conte alla prova della fiducia: i numeri della maggioranza alla Camera e al Senato

Il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, è chiamato alla prova dell’Aula parlamentare: il voto di fiducia è previsto lunedì 18 gennaio alla Camera e martedì 19 al Senato. La partita è in bilico soprattutto a Palazzo Madama, dove la maggioranza assoluta – fissata a quota 161 – è tutt’altro che scontata. Andiamo a vedere i numeri della maggioranza nei due rami del Parlamento e quale può essere l’apporto dei cosiddetti costruttori.
A cura di Stefano Rizzuti
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Si inizia dalla Camera, poi si passerà al Senato. Il destino del governo e di Giuseppe Conte passa inevitabilmente per il Parlamento e per i voti sulla fiducia previsti per lunedì a Montecitorio e per martedì a Palazzo Madama. Si inizia lunedì 18 gennaio, alle 12, quando Conte sarà in Aula alla Camera. Martedì mattina il più delicato passaggio al Senato, dove gli equilibri sono più in bilicoe la maggioranza – almeno quella assoluta – è tutt’altro che scontata. Finora a Palazzo Madama la maggioranza sembra poter contare su 151 voti certi, secondo i più ottimisti anche 156. Alla Camera, invece, dovrebbe essere superata la maggioranza assoluta – fissata a 316 – anche se di poco. Per ottenere la fiducia serve avere la metà più uno dei votanti. Non serve, quindi, la maggioranza assoluta, necessaria per altre votazioni. Come quella sullo scostamento di bilancio, su cui comunque non ci dovrebbero essere problemi, considerando che Italia Viva ha già garantito il suo sostegno, permettendo così di raggiungere senza affanno quota 161.

I numeri alla Camera del governo Conte

La prima partita è quella della Camera dei deputati. La maggioranza può contare su 191 voti del Movimento 5 Stelle, 92 del Pd e 12 di Leu, per un totale di 295. A questi bisogna aggiungere Michela Rostan e Vito De Filippo di Italia Viva: quest’ultimo, in realtà, ha già annunciato il suo ritorno nel Pd. Vanno sommati anche alcuni voti provenienti dal gruppo Misto, a partire dai deputati che già votavano la fiducia. Vanno aggiunti anche altri ‘costruttori: si ipotizza di arrivare tra i 18 e i 21 voti dal Misto. A questo punto saremmo a quota 315, con un forbice che potrebbe arrivare fino a un massimo di 320. La maggioranza assoluta è fissata a 316, anche se le dimissioni di Padoan (non ancora sostituito) abbassano questa quota a 315. Dal Misto potrebbe arrivare qualche altro supporto, come per esempio quello dell’ex ministro Lorenzo Fioramonti.

Conte si gioca tutto al Senato: basteranno i costruttori?

Al Senato il margine è molto più ristretto. I voti sicuri per il governo al momento sono circa 150. Ci sono i 92 del M5s, i 35 del Pd, 8 senatori di Leu e 8 delle Autonomie, a cui aggiungere i 4 del nuovo gruppo Maie-Italia23. Per un totale di 147. A loro si possono aggiungere i senatori a vita Mario Monti e Liliana Segre (che ha annunciato la sua partecipazione al voto) e anche i costruttori come Sandra Lonardo, gli ex M5s Maurizio Buccarella e Gregorio De Falco e Sandro Ruotolo del Misto. Altro ok alla fiducia arriverà da Riccardo Nencini, del Psi. E saremmo a 154.

Per allargare la maggioranza si punta anche su altri ex del Movimento 5 Stelle come Lello Ciampolillo e Luigi Di Marzio. Più complicato ottenere la fiducia anche da altri ex pentastellati come Martelli e Drago, i quali però potrebbero astenersi. Ha già detto che voterà contro Giarrusso. Se anche ci dovessero essere questi voti, quindi, saremmo a quota 156. Ancora pochi. Sarebbe decisiva l’astensione di Italia Viva, più volte annunciata da Matteo Renzi. Il problema, però, a quel punto nascerebbe dopo: il governo potrebbe andare avanti avendo ricevuto la fiducia, ma la fatidica quota 161 al Senato sarà complicata da raggiungere per altri provvedimenti, in cui è invece richiesta.

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