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Crisi di Governo 2022

Crisi di governo, i numeri al Senato: quanti voti servono a Conte per superare verifica dell’Aula

La crisi di governo si potrebbe presto spostare in Parlamento. Se la partita alla Camera preoccupa meno l’esecutivo, diverso è il discorso per il Senato, dove il margine è strettissimo. La maggioranza sembra essere in caccia dei cosiddetti responsabili, ma quanti voti mancano a Conte per ottenere la fiducia dell’Aula?
A cura di Stefano Rizzuti
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La crisi di governo innescata dalle dimissioni delle ministre di Italia Viva potrebbe proseguire anche in Parlamento. L’ipotesi di una verifica alla Camera e al Senato della maggioranza è tutt’altro che da escludere e anche lo stesso presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, sembra voler andare alla prova dell’Aula, magari puntando sui cosiddetti responsabili. Sia nel caso di dimissioni e successivo voto di fiducia, sia in caso di informativa in Parlamento, Conte potrebbe tornare in Aula presto. Anche perché in caso di informativa le opposizioni potrebbero presentare una mozione di sfiducia. Il che renderebbe inevitabile una conta dei voti.

La partita alla Camera sembra meno preoccupante per l’esecutivo: a Montecitorio i numeri sono più larghi. Al Senato, invece, il discorso è ben diverso. In caso di voto di fiducia non serve comunque la maggioranza assoluta ma quella relativa. Per il Senato sarebbero non 161 voti, ma basta un voto in più di chi vota contro, di fatto. L’opposizione al Senato può contare su 138 voti, a cui si potrebbero aggiungere i 18 di Italia Viva, per un totale di 156. La maggioranza ha invece 92 senatori del Movimento 5 Stelle, 35 del Pd, 5 delle Autonomie, più una ventina tra il Misto e Maie. Dal Misto potrebbero arrivare anche i voti di alcuni dei responsabili, come Sandra Lonardo e Raffaele Fantetti.

A loro si potrebbero aggiungere anche gli esponenti dell’Udc e qualche fuoriuscito proveniente da Forza Italia e Italia Viva, che potrebbero votare in dissenso. Altri responsabili potrebbero arrivare tra gli ex senatori del M5s. Ma il timore, espresso anche dal capo dello Stato, è che si tratti di singoli parlamentari che potrebbero cambiare idea con facilità e che non garantirebbero la solidità della maggioranza. Motivo per cui Mattarella chiede che questi eventuali responsabili formino un gruppo parlamentare. Anche perché i margini restano comunque stretti, considerando che alla maggioranza mancano almeno 5-6 voti per raggiungere quota 161. Nel frattempo, comunque, il governo non dovrebbe avere problemi né sul voto dello scostamento di bilancio né sul decreto Ristori, considerando che anche Italia Viva voterà a favore, come annunciato da Matteo Renzi. In questo modo l’esecutivo potrebbe anche avere qualche giorno in più per provare a trovare voti in Parlamento, magari convincendo pure gli esponenti di Iv a tornare sui loro passi e rafforzare ulteriormente la maggioranza.

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