Fioramonti a Fanpage.it: “Azzolina è incerta, nella scuola investe troppo poco. Serve nuova visione”
L'ex ministro dell'Istruzione, e deputato del gruppo Misto dopo l'abbandono al Movimento Cinque Stelle, Lorenzo Fioramonti, ha illustrato ai microfoni di Fanpage.it il suo piano per il rilancio dell'economia italiana. Che non può prescindere dalla scuola. Fioramonti critica quindi Lucia Azzolina, che gli è succeduta alla guida del ministero dell'Istruzione: "Un errore che si sta commettendo in questo momento è pensare che si possa governare un sistema così complesso come la scuola attraverso una unità decisionale verticale, attraverso qualcuno che ha la ricetta pronta. Soprattutto quando vediamo che le ricette pronte non esistono. In questo momento serve una capacità di leadership e di visione che sia soprattutto incentrata sulla collaborazione e sulla condivisione, altrimenti l'esercito della comunità educante non lo porterai mai dalla tua parte", afferma.
E parla quindi del suo progetto per la scuola, che ha cercato di portare avanti quando era ministro: "Quando sono stato nominato viceministro e poi ministro dell'Istruzione, io ho portato una visione all'interno del ministero. L'ho fatto anche in maniera molto ambiziosa e scontrandomi con tanti interessi precostituiti, perché ritenevo che la scuola fosse il centro di una qualunque politica di sviluppo del Paese". Quindi affronta il tema delle risorse economiche di cui il settore ha bisogno: "Ed è per questo che mi sono cominciato a battere per le risorse, perché mi sono reso conto che la scuola era sotto la linea di galleggiamento. Le risorse che io chiedevo per la scuola erano il minimo sindacale per poter operare. Con la crisi avremo bisogno ancora di più".
Tuttavia, l'ex ministro non vede miglioramenti da parte di questo governo: "Purtroppo io oggi, nonostante il coronavirus, vedo da parte del governo una esitazione, un'incertezza, perché si cominci a investire qualcosa sulla scuola. Sempre troppo poco e sempre troppo tardi". In merito all'emergenza, afferma: "La crisi del Covid ci ha dimostrato che senza salute, senza formazione, senza gli ecosistemi e l'ambiente rischiamo di far crollare completamente l'economia. Qualsiasi piano di rilancio deve partire da questa concezione, che lo star bene non è l'aumento dei consumi, ma migliorare la qualità della vita".