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Decreto scuola, dopo l’accordo sul concorso dei precari ok alla fiducia: via libera dal Senato

Il Senato ha dato il via libera alla fiducia sul decreto scuola con 148 voti favorevoli e 77 contrari. Ora il testo passa alla Camera. L’ok dell’Aula di Palazzo Madama arriva dopo l’accordo votato in commissione sul concorso dei precari, con la prova che si terrà durante il prossimo anno scolastico con domande a risposta aperta.
A cura di Stefano Rizzuti
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Via libera alla fiducia al Senato sul decreto Scuola. Il testo viene approvato con 148 voti a favore e 77 contrari. Il provvedimento, dopo l’accordo trovato nella maggioranza sul concorso dei precari, passa ora alla Camera, che inizierà l’esame in Aula a partire dal 3 giugno. Il via libera definitivo è previsto non oltre il 6 giugno, secondo quanto stabilito dalla capigruppo di Montecitorio. La ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, si dice soddisfatta perché il testo “è stato migliorato in Senato grazie al lavoro della maggioranza che ha guardato all'interesse e alla qualità del sistema di istruzione, mettendo al centro le studentesse e gli studenti”.

Azzolina commenta: “Come ministero siamo intanto al lavoro per consentire gli esami di Stato del secondo ciclo in presenza e in sicurezza. Da oggi è attivo l'help desk per fornire ogni supporto alle istituzioni scolastiche. Lavoriamo già anche all'avvio del prossimo anno scolastico, sia sotto il profilo amministrativo, con la digitalizzazione delle graduatorie per le supplenze e anche delle immissioni in ruolo, sia sotto il profilo organizzativo. In tal senso, come ho detto oggi al Senato, durante il question time, forniremo a breve alle scuole le regole per poter avviare l'anno in piena sicurezza dal punto di vista sanitario e con indicazioni anche sotto il profilo didattico. Vogliamo riportare a scuola i nostri studenti e farlo al meglio”.

Decreto scuola, l'accordo sul concorso dei precari

È la viceministra dell’Istruzione, Anna Ascani, a riassumere con un post su Facebook quali sono i cambiamenti del decreto durante la discussione al Senato, in commissione. Il punto principale è quello del concorso per i precari, riservato a chi ha almeno tre anni di servizio. Niente più quiz in estate, ma una prova scritta a risposta aperta che si terrà durante l’anno scolastico 2020/2021. Per i vincitori ci sarà l’assunzione a tempo indeterminato con retrodatazione al settembre 2020. A settembre, intanto, i docenti verranno selezionati sulla base dei titoli e lavoreranno con un contratto a tempo determinato.

Scuola elementare, il giudizio non sarà più in decimi

Altra novità riguarda il giudizio delle scuole primarie: al posto dei voti in decimi ci sarà un giudizio descrittivo. Ascani sottolinea poi le modifiche riguardanti la possibile re-iscrizione degli alunni disabili all’anno scolastico: “Limitatamente all'a.s. 2019-2020, la scuola può valutare l'opportunità di consentire la reiscrizione dell'alunno con disabilità al medesimo anno di corso frequentato nell'a.s. 2019-2020, sulla base della richiesta della famiglia, acquisito il parere del gruppo di lavoro per l'inclusione a livello di istituzione scolastica”. Più tutele anche per i candidati privatisti dell’esame di maturità che sosterranno la prova a settembre: “È previsto che partecipino alle prove di ammissione ai corsi di laurea a numero programmato nonché ad altre prove previste dalle università, istituzioni dell'alta formazione artistica musicale e coreutica e altre istituzioni di formazione superiore post diploma, a procedure concorsuali pubbliche, selezioni e procedure di abilitazione, comunque denominate, per le quali sia richiesto il diploma di scuola secondaria di secondo grado, con riserva del superamento dell'esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione”.

Vengono anche aggiornate le graduatorie di istituto a carattere provinciale prevedendo per per i prossimi due anni scolastici delle nuove graduatorie provinciali di istituto. Infine, Ascani si sofferma sulle misure per gli interventi di riqualificazione dell’edilizia scolastica: “I sindaci e i presidenti delle province e delle città metropolitane operano con i poteri dei commissari fino al 31 dicembre 2020”. Uno strumento adottato per semplificare le procedure per gli interventi negli istituti scolastici.

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