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Come si andrà in pensione dopo Quota 100: la proposta di Draghi

Si continua a trattare nella maggioranza sui possibili scenari del dopo Quota 100, che fino ad ora consente di andare in pensione con 62 anni di età e 38 di contributi. Quel che è certo è che il sistema delle ‘quote’ rimarrà anche nel 2022. Il premier Draghi oggi vedrà i sindacati, ma non intende stravolgere il progetto di tornare alla legge Fornero, seppure con gradualità.
A cura di Annalisa Cangemi
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Nel governo si continua a trattare sulle pensioni, in vista del prossimo Consiglio dei ministri sulla manovra di bilancio, che dovrebbe tenersi giovedì mattina. Oggi Draghi vedrà i sindacati, e il clima si preannuncia tesissimo, con il segretario della Cgil che annuncia manifestazioni: "Se non otterremo risposte siamo pronti a una grande mobilitazione". Le risposte che i sindacati cercano sono sul superamento di Quota 100, che secondo i piani del governo coinciderebbe con un ritorno alla "normalità", ovvero alla legge Fornero.

Per Draghi questo passaggio potrebbe anche avvenire in modo graduale, ma il ritorno alla pensione a 67 anni di età con almeno 20 anni di contributi non è discussione. Quello su cui si tratta è la possibilità di prevedere delle tappe intermedie, su cui sta ragionando in queste ore il ministero dell'Economia. Quel che è certo è che il sistema delle ‘quote' rimarrà per i prossimi anni.

Per il momento il dato consolidato è che i sindacati, così come la Lega, hanno bocciato l'ipotesi di un pacchetto che prevedeva Quota 102 nel 2022, con 64 anni di età e 38 anni di contribuiti, e Quota 104 nel 2023, quindi con 66 anni di età e 38 anni di contributi. Quota 104 non piace a nessuno, perché i 66 anni di età sarebbero troppo vicini ai 67 della legge Fornero.

Matteo Salvini ne ha parlato proprio ieri con il premier, durante un colloquio di circa un'ora. Il segretario del Carroccio era accompagnato dal sottosegretario al Mef, Federico Freni, e dal suo predecessore e responsabile Lavoro del partito, Claudio Durigon. L'obiettivo di Salvini è trovare "una mediazione" che non "porti a un ritorno alla Fornero" dopo la scadenza a fine anno della ‘sua' Quota 100, ma ha promesso che non farà le barricate. Un'idea potrebbe essere quella di stabilire tre scalini, dal 2022 al 2024, oltre a un allargamento della platea dell'Ape sociale per le categorie fragili.

Gli scenari possibili

L'ipotesi più probabile al momento è quella delle tre Quote, 102, 103 e 104 per il prossimo triennio, dato che la prima proposta della Lega, quella di Quota 102 per il prossimo biennio, sembra tramontata. Le combinazioni possibili sono diverse. Come scrive il Sole 24 Ore si per il 2022 si parla di un'uscita a 63 anni almeno per i lavoratori delle Pmi, con 38 o 39 anni di contributi. Oppure un'uscita estesa a più lavoratori, con 39 o 40 anni di contributi. Quota 102, con 63 anni e 39 di contributi durerebbe un anno, e sarebbe seguita poi da Quota 103. Nel caso si optasse subito per Quota 103, altro scenario possibile, si andrebbe in pensione con 63 anni più 40 di contributi, o 64 più 39, la durata sarebbe di due anni.

In ogni caso toccherebbe poi al prossimo inquilino di Palazzo Chigi a varare una nuova riforma delle pensioni. Nel Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles per la voce pensioni sono previsti 600 milioni per il prossimo anno, 450 nel 2023 e 510 nel 2024. È possibile però che si possa aggiungere un miliardo a quanto già stanziato fino al 2024, secondo quanto filtra dal Mef, ma non ci potranno essere stravolgimenti importanti nel pacchetto.

Per il Pd il sistema delle quote discrimina soprattutto le donne, per questo andrebbe del tutto superato. I dem chiedono invece più flessibilità per i lavori gravosi e la conferma di Opzione donna, il cui costo ammonterebbe a 100 milioni nel 2022.

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