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Pensioni, perché superare Quota 100 vuol dire tornare alla legge Fornero

Il presidente del Consiglio Draghi ha già chiarito che Quota 100 non verrà rinnovata con la prossima manovra. Matteo Salvini cerca una mediazione sul pacchetto proposto dal ministro dell’Economia Franco, per una cancellazione graduale della sua misura che prevede tappe intermedie: Quota 102 nel 2022 e Quota 104 nel 2023.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Consiglio Draghi è stato chiaro: Quota 100, misura bandiera della Lega, non verrà rinnovata. Non basta questo però a mettere a tacere il malcontento di Matteo Salvini, che continua a trattare per ottenere, oltre a un miliardo in più per la voce pensioni in manovra, almeno un'abbandono soft della sua riforma, che consente di andare in pensione a chi ha 62 anni e almeno 38 di contributi.

"Io credo che si debba andare verso un'eliminazione graduale della quota 100. La direzione è quella. Viste le polemiche su questo tema quando ho ricordato che alcune categorie vanno salvate, credo che ci voglia rispetto per chi ha cominciato a lavorare a 15 anni in determinate situazioni", ha spiegato il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti, intervenuto venerdì durante una conferenza stampa all'ambasciata d'Italia a Washington.

Anche se il ministro leghista ha assicurato che Quota 100 ha i mesi contati, la Lega cercherà comunque di portare a casa un risultato e raggiungere un compromesso con Draghi, che permetta al segretario del Carroccio almeno di poter dire che l'ipotesi di un ritorno pieno alla legge Fornero – pensione a 67 anni con almeno 20 anni di contributi  – è per il momento scongiurata. Ma stanno davvero così le cose? Procediamo con ordine.

La Lega sa che non può arginare la cancellazione di Quota 100, come aveva promesso in estate. L'obiettivo però è quello di un addio graduale, evitando penalizzare chi ha iniziato a lavorare da giovane facendo lavori usuranti. La trattativa  andrà avanti fino al Consiglio dei ministri, che dovrebbe essere convocato per giovedì, in vista della manovra.

Salvini sa di avere qualche chance in questa partita, perché lo stesso premier Draghi non spingerà comunque per un ripristino della legge Fornero nell'immediato. A frenarlo ci sono quei lavoratori che dal primo gennaio 2022 potrebbero andare in pensione con Quota 100, ma non hanno ancora i requisiti per accedere alla pensione di vecchiaia secondo i criteri della Fornero. Il ministro dell'Economia Franco per questo motivo pensa a due tappe intermedie: Quota 102 – 64 anni di età e 38 anni di contribuiti – nel 2022 e Quota 104 – 66 anni di età e 38 anni di contributi – nel 2023.

La mediazione proposta dalla Lega prevede invece l'eliminazione dal tavolo di Quota 104, perché i 66 anni di età richiesti sarebbero troppo vicini alla soglia prevista dalla legge Fornero, e il prolungamento di Quota 102 per due anni, nel 2022 e nel 2023. Un progetto che da solo avrebbe un costo di 1,8 miliardi, per il prossimo triennio. Il punto di caduta proposto dal Carroccio comprende anche strumenti per consentire la pensione ad alcune categorie specifiche come i lavoratori precoci e l'allargamento del contratto di espansione alle aziende con 50 dipendenti, superando il vincolo attuale dei 100.

La strada per un ritorno alla legge Fornero è segnata

In ogni caso la missione di Draghi potrebbe dirsi compiuta: lo stop di Quota 100, e quindi la fine di un periodo di extra-flessibilità sulle pensioni, come chiesto da Bruxelles, con il plauso di Pd e M5s, ben felici di assestare un colpo alla Lega, cancellando una sua misura simbolo. Ma se è vero si procederà a piccoli passi, al di là di cosa verrà stabilito dal Consiglio dei ministri, è pur vero che la strada verso un ripristino della legge Fornero è ormai spianata. Gli interventi decisi nelle prossime settimane copriranno infatti un arco di tempo che arriverà fino al 2023. A quel punto, con la nuova legislatura sarà il prossimo presidente del Consiglio a stabilire se optare per una nuova riforma delle pensioni o se far tornare in viogre legge Fornero, che prevede appunto 67 anni e 38 di contributi.

Secondo l'ex ministra del Lavoro del governo Monti, la professoressa Elsa Fornero, la proposta di Daniele Franco, Quota 102 nel 2022 e poi Quota 104 è "un compromesso per evitare un innalzamento troppo brusco dell'età pensionabile per alcuni lavoratori ma, nello stesso tempo, anche un messaggio molto chiaro verso il ritorno al percorso indicato dalla riforma del 2011", ha confermato in un'intervista a Repubblica.

"Quota 100 – ha spiegato – è stato un passo indietro, molto costoso, che ha dato benefici a pochi e che non ha affatto mantenuto la promessa di aumentare l'occupazione giovanile in sostituzione di quella più anziana. Il presidente Conte disse, all'epoca, che ci sarebbero state tre assunzioni per ogni uscita. È successo il contrario: un ingresso per ogni tre uscite".

"Il governo Draghi – ha aggiunto la Fornero – sapeva di dover tornare ad una situazione di maggiore sostenibilità delle spesa pensionistica senza scaricare i costi sulle generazioni più giovani. Personalmente avrei preferito utilizzare gli strumenti già esistenti per ammorbidire l'aumento dell'età pensionabile, penso, tra gli altri, all'Ape social e ad Opzione donna".

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