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In Cina ci sono 46 città e 350 milioni di persone in lockdown: ora è rischio crisi economica

Per gli analisti di Ubs la stima di crescita del Dragone nel 2022 passa dal 5% al 4,2%. Due mesi fa il governo di Pechino prevedeva un balzo del 5,5%.
A cura di Giacomo Andreoli
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Aumenta il numero di città e di persone che in Cina si trovano nuovamente in lockdown per il Covid. Al momento sono totalmente o parzialmente chiusi 46 centri, coinvolgendo 343 milioni di persone. Solo a Shangai ci sono circa 26 milioni di cittadini quasi del tutto fermi e costretti in casa. La ritrovata politica dura contro il virus del presidente Xi Jinping, però, rischia di avere effetti molto negativi sull'economia del Paese. Secondo gli analisti di Ubs, società svizzera di servizi finanziari, la crescita del Pil del Dragone nel 2022 sarà del 4,2%. Il dato si scontra con la precedente stima del 5%, con una riduzione di quasi un punto percentuale. All'inizio di marzo il primo ministro Li Keqiang prevedeva un balzo del 5,5%, che era comunque l'aumento di Pil più basso per la Cina negli ultimi 30 anni.

Il governo, però, insiste nel suo tentativo di estirpare del tutto anche la nuova variante Omicron dal Paese, con effetti restrittivi che, per vari motivi, si ampliano su una platea totale di 1,4 miliardi di persone. Secondo la banca Société Générale le province cinesi colpite da rilevanti restrizioni alla mobilità contribuiscono al Pil cinese per l'80%, costituendo un pesante rischio per la crescita di Pechino, anche oltre le ridotte prospettive di crescita finora calcolate. Inoltre circa 180 navi portacontainer attive nel mondo si trovano attualmente in ingorghi fuori da porti congestionati e quasi il 30% di questo arretrato è localizzato in Cina, proprio a causa dei nuovi lockdown. Tutto ciò crea problemi importanti per il commercio internazionale, già provato dalla guerra in Ucraina.

A riconoscere le possibile difficoltà economiche determinate dalla diffusione del Covid, ma anche dalla guerra in Ucraina, è stato ora anche il Partito comunista cinese. In una nota rilanciata dai media ufficiali al termine della riunione del Politburo e  presieduta dal presidente Xi Jinping, è stato lanciato un allarme generico. La leadership di Pechino ha però rinnovato l'impegno per superare le difficoltà e raggiungere gli obiettivi economici previsti per quest'anno, segnalando un rafforzamento dei piani di stimolo per la crescita. Difficile però, vista la situazione, che l'esecutivo riesca a tornare a quel 5,5% stimato due mesi fa.

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