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Come il M5s e la Lega vogliono cambiare la Costituzione

Il M5s e la Lega hanno presentato le due proposte di legge per modificare la Costituzione: da una parte la riduzione del numero dei parlamentari e dall’altra l’introduzione del referendum propositivo. Ecco come cambierà la Costituzione con queste misure e quali sono le prossime modifiche che la maggioranza vuole apportare alla Carta.
A cura di Stefano Rizzuti
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Riduzione del numero dei parlamentari e introduzione del referendum propositivo: sono queste le due principali novità che il MoVimento 5 Stelle e la Lega vogliono inserire in Costituzione con le riforme presentate oggi alla Camera durante una conferenza stampa a cui hanno partecipato sia i capigruppo delle due formazioni politiche, sia il ministro per la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro, che il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio. Per quanto riguarda la riduzione del numero dei parlamentari, si passerà a 400 deputati, di cui otto eletti all’estero, e 200 senatori, di cui quattro eletti all’estero.

Il referendum propositivo si base invece sulle leggi di iniziativa popolare. Secondo la proposta avanzata da M5s e Lega il Parlamento avrà 18 mesi di tempo per esaminare una proposta di legge di iniziativa popolare, dopodiché si procederà con il referendum propositivo, anche nel caso in cui il Parlamento non abbia esaminato la misura. E il referendum non avrà bisogno di un quorum per essere valido. Per presentare una proposta di legge sono necessarie 500mila firme: in quel caso il Parlamento sarà tenuto a discuterla entro 18 mesi. Se così sarà, non ci sarà alcun referendum. Altrimenti verranno messe in votazioni le diverse proposte e quella con più voti sarà approvata.

Le ‘riforme del cambiamento’

A presentare le proposte è stato il ministro per la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. “Le abbiamo chiamate riforme del cambiamento perché incardinano il cuore e lo spirito del cambiamento con cui siamo arrivati qui il 4 marzo – esordisce in conferenza stampa –. Cambia sia il merito che il metodo”. Per quanto riguarda i referendum, Fraccaro spiega che l’obiettivo è far decidere ai cittadini su “singole puntuali questioni” e non su grandi riforme come nel caso del 2016. “Altro elemento di metodo – prosegue – è la parsimonia, le proposte di modifica della Costituzione si fanno solo se necessarie, non vogliamo stravolgere la Costituzione, sappiamo che è una carta delicata: se è possibile raggiungere un obiettivo con altri strumenti lo preferiamo”.

La riforma dei referendum

Entrando nel merito, Fraccaro vuole “strumenti di democrazia diretta” ma anche istituzioni più rappresentative. “Modificheremo l’articolo 71 della Costituzione – annuncia –. Oggi con 50mila firme i cittadini possono presentare una legge. Poi generalmente viene messa nel cassetto. Invece noi vogliamo che venga obbligatoriamente discussa. Ma, se si raccolgono 500mila firme, la proposta viene sottoposta a referendum anche se il Parlamento non la approva”. Il Parlamento ha quindi il compito di “trovare una mediazione, come avviene nel modello svizzero. Solo in caso di dissidio ci sarà il referendum, questo spesso porterà al referendum tra due proposte. E nel 90% dei casi i cittadini preferiscono la proposta del Parlamento, perché i cittadini non sono radicali, vogliono la mediazione”.

La riforma del Parlamento

Altro punto fondamentale, per Fraccaro, è “l’efficientamento delle istituzioni: cambieremo i regolamento ma ridurremo anche i parlamentari. Sarà un adeguamento a pratiche e standard europei. Siamo il Paese con il più alto numero di parlamentari in Europa. Non stiamo distruggendo un modello, lo stiamo rendendo più consono. Realizzeremo il più grande taglio nella storia di questo Paese alla politica, risparmiando mezzo miliardo per ogni legislatura”.

Le altre modifiche allo studio

Le forze della maggioranza stanno lavorando anche ad altre modifiche, che saranno però successive, come “l’eliminazione del Cnel, l’abrogazione del quorum per il referendum abrogativo”. In generale, si vuole abolire il quorum per tutti i tipi di referendum: “Se vai a vedere nel mondo, la maggior parte dei Paesi non ha il quorum e ce lo chiede il Consiglio d’Europa”. “Abbiamo depositato queste proposte, frutto di un lungo percorso, un percorso verso la Terza Repubblica”, precisa ancora Fraccaro spiegando che per quanto riguarda il taglio degli stipendi dei parlamentari la competenza è “dell’ufficio di presidenza della Camera dove stanno lavorando su tutti i privilegi che ci sono in Parlamento”. In conferenza stampa è intervenuto anche Luigi Di Maio: “L’obiettivo è mantenere le promesse. Dimostriamo che col gioco di squadra continuiamo a mantenere le promesse con gli italiani. Queste proposte sono nel contratto di governo”.

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