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Il governo Conte vuole abolire il Cnel e ridurre il numero di parlamentari (come Matteo Renzi)

Il ministro dei Rapporti con il Parlamento e la Democrazia Diretta, Riccardo Fraccaro, ha annunciato l’abolizione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro, il cosiddetto Cnel, uno degli enti pubblici più odiati dagli italiani e da decenni simbolo della battaglia contro gli sprechi pubblici: “Se non saranno Camera e Senato a farlo con i due terzi dei voti, ci sarà un referendum: niente di più bello che restituire la parola ai cittadini”.
A cura di Charlotte Matteini
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Così come Renzi, anche il governo Conte mira ad abolire il Cnel. Ad annunciare la riforma dell'ente istituito nel 1957 è il ministro per i Rapporti con il Parlamento e la Democrazia diretta, Riccardo Fraccaro. In un'intervista concessa ad Huffington Post, Fraccaro ha spiegato che l'esecutivo ha intenzione di proporre al Parlamento un provvedimento per l'abolizione del Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, l'ente costituzionale al centro delle battaglie contro gli sprechi pubblici ormai da decenni, e "se non saranno Camera e Senato a farlo con i due terzi dei voti, ci sarà un referendum: niente di più bello che restituire la parola ai cittadini".

Ministro Fraccaro, l'esperienza dice che chi tocca il Cnel prima o poi si male. Voi che cosa farete?

La prossima settimana verrò convocato in audizione alla Prima commissione Affari costituzionali della Camera, poi sarà la volta del Senato per delineare le linee programmatiche. Quando si tratta la materia costituzionale occorre operare con grande rispetto, fermo restando l'autonomia del Parlamento.

C'è ancora qualcuno contrario all'abolizione? E se fallirete anche voi?

Mi sembra assodato che si tratti ormai di un ente inefficace, almeno se si guarda agli obiettivi per cui era nato: rappresentare le forze sociali anche attraverso lo strumento legislativo. Oggi, per farle un esempio, se le categorie produttive cercano un rapporto con il Governo non lo fanno certo attraverso il Cnel. La sua inutilità è ancora più evidente se si pensa alle potenzialità della democrazia diretta: lo sviluppo delle forme di partecipazione potrà assolvere meglio alla funzione di coinvolgimento della società nella politica.

A dirla tutta, anche Matteo Renzi avrebbe voluto abolirlo, ma voi al referendum del 4 dicembre 2016 votaste "No", salvandolo.

Non faremo quell'errore, non lo inseriremo in una riforma onnicomprensiva, ma chiederemo al Parlamento di esprimersi su una singola proposta di riforma. Nella proposta di legge si parlerà esclusivamente dell'abolizione del Cnel, un punto, del resto, già compreso nel nostro patto di governo e ampiamente condiviso dalla Lega. E se ci sarà un nuovo referendum perché in Parlamento non si troveranno i numeri, la consultazione sarà solo sul Cnel. Nello stesso giorno in cui eventualmente verrà indetto il referendum proporremo agli italiani di esprimersi su altri distinti quesiti referendari: l'abrogazione del quorum del 50%, la riduzione del numero dei parlamentari, l'introduzione del referendum propositivo.

Proseguendo, il ministro Fraccaro spiega che la proposta di legge verrà depositata in parlamento dopo l'estate e successivamente verrà vagliata dalla Commissione competente. Il personale? Verrà molto probabilmente ricollocato, anche se al momento non si sa dove.

E Villa Lubin, gioiello liberty di Villa Borghese? In passato si era detto di farne la sede della presidenza del Consiglio, e anche il Csm da tempo ci sta pensando.

Il mio sogno è fare di questa villa bellissima "la Casa della partecipazione e della democrazia diretta". Il luogo, se vogliamo anche simbolico data la sua storia, dove si possa essere informati circa i propri diritti politici e decisionali. Sarebbe un bel modo di restituirla ai cittadi

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