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Chiusura domenicale dei negozi, gli italiani si dividono: il 49% è favorevole

L’Istituto Piepoli ha raccolto i dati per un sondaggio destinato alla trasmissione Porta a Porta di Rai 1. La domanda principale posta agli italiani è stata se fossero favorevoli o contrari alla chiusura domenicale dei negozi e dei centri commerciali. Non solo però, durante la ricerca sono state proposte anche delle alternative alla chiusura e in più è stata valutata l’intenzione di voto e la preparazione dei cittadini rispetto alla Flat Tax.
A cura di Chiara Caraboni
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Continua il dibattito sulla proposta del Movimento 5 Stelle di chiudere i negozi la domenica e nei festivi, promovendo delle turnazioni per garantire sia ai commercianti di riposare, ma anche i servizi necessari alle famiglie. L'Istituto Piepoli, istituto di ricerca di marketing e di opinione, ha svolto un sondaggio per la trasmissione Porta a Porta, per capire quale sia il pensiero degli italiani sulle chiusure domenicali. Alla domanda "Lei è favorevole o contrario alla chiusura domenicale dei negozi e dei centri commerciali?" è emerso che l'opinione italiana si spacca a metà. È risultato infatti che i cittadini convinti che i negozi e i centri commerciali debbano rimanere chiusi la domenica e durante i festivi sono il 30%, che si unisce nel sondaggio al 15% degli italiani concordi nella chiusura domenicale solo per i negozi e al 4% che invece sostiene che solo i centri commerciali dovrebbero rimanere chiusi in quelle giornate. Questo porta a un totale del 49% degli italiani favorevoli alla proposta tanto discussa del Movimento 5 Stelle.

Rimane però l'altra metà degli intervistati: tra questi, togliendo il 6% dei cittadini che non ha risposto oppure non si è voluto esporre, risulta dalla ricerca che il 45% delle persone a cui è stata posta la domanda, si sia detto contrario alla chiusura domenicale dei negozi e dei centri commerciali. Dai dati, emerge quindi che la proposta non rispecchia esattamente il volere popolare degli italiani.

Il sondaggio comunque non si è limitato a domandare se gli italiani fossero favorevoli o meno alle chiusura domenicale, ma ha anche chiesto se fossero d'accordo su alcune proposte presentate, sia per i negozi che per i centri commerciali. Per quanto riguarda i negozi, rispetto al totale delle persone interpellate, il 34% si è detto d'accordo con la chiusura per 12 festività e con la possibilità di derogarne 6; il 30% invece pensa che sia una buona idea instaurare una turnazione per cui resta aperto il 25% dei negozi. Solamente il 15% invece crede che i negozi dovrebbero rimanere chiusi sia la domenica che i festivi. La chiusura totale con deroghe per le comunità turistiche e per otto aperture straordinarie, ovvero le domeniche di dicembre più altre 4 da scegliere nel resto dell'anno, incontrano invece il parere positivo del 14% degli italiani. Le percentuali non sono molto differenti per le aperture e le chiusure dei centri commerciali: infatti il 33% degli italiani si è detto d'accordo sulla chiusura nelle 12 festività con deroga a 6, il 31% a è favore della rotazione delle aperture dei centri commerciali, lo stesso 15% sostiene la chiusura dei negozi sia di domenica che nelle festività e infine il 13% dei cittadini è a favore delle chiusure con deroga per le aree turistiche e le otto aperture straordinarie.

Cosa propone il Movimento 5 Stelle

Secondo il movimento pentastellato è necessario superare (e cancellare) la liberalizzazione instaurata dal governo Monti nel 2011, che aveva permesso di scegliere liberalmente se e quando tenere aperti i propri negozi, senza alcuna restrizione. La proposta è quindi di lasciare ai commercianti la possibilità di aprire le proprie attività solamente 12 domeniche o giorni festivi l’anno, in base alle esigenze specifiche del suo territorio e in accordo con gli enti locali. Questo permetterebbe di mettere d'accordo sia i commercianti, che le famiglie che hanno necessità di fare la spesa o vogliono passare una giornata di shopping durante il fine settimana. Si escludono dalla proposta i bar e i ristoranti e anche le aree turistiche, che rispondono a richieste differenti e, soprattutto, perché sarebbe impensabile tenere le attività chiuse la domenica nelle zone di turismo.

Flat Tax e intenzione di voto

Un'altra parte del sondaggio, infine, analizza quanto i cittadini si ritengono informati riguardo la Flat Tax e com'è cambiata l'intenzione di voto rispetto alle ultime elezioni del 4 marzo 2018. Secondo i risultati, il 51% degli italiani sostiene di essere informato sulla Flat Tax e tra questi il 44% si definisce abbastanza preparato, mentre il 7% molto. Si dividono invece tra poco informati (37%) e per nulla a conoscenza (10%) i restanti 47% degli intervistati.

Per quanto riguarda le intenzioni di voto, è da segnalare una sostanziale crescita di consensi nei confronti della Lega rispetto alle elezioni. Emerge infatti un aumento del 12,7%, che porta il Carroccio dal 17,35% del 4 marzo al 30% nel settembre 2018. Nel complesso, il centro destra ha guadagnato 7,5 punti percentuali in questi mesi, nonostante una diminuzione del 3,5% dei consensi di Forza Italia, probabilmente slittate tra i voti della Lega. Segno negativo invece per il Movimento 5 Stelle, che tra marzo e settembre perde quasi il 3% dei consensi, passando dal 32,68% delle elezioni del 4 marzo al 30% di settembre 2018.

Cala anche il Partito Democratico, che se a marzo arrivava a stento al 19% dei voti, in questo mese perde l'1,8% e si ferma al 17% degli ipotetici elettori. In totale si segnalano 3,3 punti in meno per il centrosinistra, che muta da un complessivo 22,85% a un 19,5%, con +Europa che perde lo 0,5% e gli altri partiti l'1%. Infine Liberi e Uguali di Laura Boldrini e Pietro Grasso perde lo 0,9% fermandosi, a settembre, al 2,5% dei voti. Degna di nota rimane la percentuale di coloro che non andrebbero a votare o non saprebbero chi votare, ovvero il 20% degli intervistati.

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