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Tar di Trento sospende l’ordinanza di abbattimento dell’orso MJ5, Leal: “Accolto il nostro ricorso”

Il Tar di Trento ha sospeso l’ordinanza di abbattimento dell’orso MJ5 mantenendo in vigore solo la cattura. Lo comunica il Presidente di LEAL Gian Marco Prampolini.
A cura di Susanna Picone
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Dopo quella dell’orsa Jj4, il Tar di Trento ha sospeso anche l'ordinanza di abbattimento dell'orso MJ5, mantenendo in vigore solo la cattura. A darne notizia è il presidente di Leal- Lega Antivivisezionista Gian Marco Prampolini.

"Con nostra grande soddisfazione – si legge in un comunicato – il Tar ha accolto il ricorso di Leal dello scorso 20 aprile e le motivazioni formulate dal nostro ufficio legale. È più che mai necessario mettere punti fermi a una follia di sterminio dei plantigradi perseguita dalla giunta Fugatti". E ancora, prosegue Leal: "Vogliamo anche contestare i criteri di valutazione di pericolosità degli orsi considerati confidenti o ‘aggressivi' in quanto vittime essi stessi in primis di azioni di disturbo spesso anche volontarie da parte di curiosi, escursionisti e ancora più spesso cacciatori e bracconieri".

Facendo riferimento all'aggressione dell'orso MJ5 del 5 marzo in Val di Rabbi, Leal ribadisce che "le dinamiche non sono chiare e lasciano aperta l'ipotesi che il cane fosse sciolto e, non controllato, abbia innescato la reazione dell’orso".

Nei giorni scorsi, dopo la morte del giovane Andrea Papi provocata dall'orsa Jj4 e mentre si attende una decisione sull'abbattimento dell'esemplare, il  Trentino aveva dato il via libera anche all'abbattimento dell'orso MJ5. Il presidente della Provincia autonoma di Trento, Maurizio Fugatti, il 19 aprile ha firmato il decreto con il quale dispone la rimozione, tramite abbattimento, di MJ5. Una provvedimento varato in quanto l'orso è accusato di aver aggredito e ferito un uomo in Val di Rabbi.

Mj5 è un esemplare maschio di orso di 18 anni che in passato non si era mai reso protagonista di altre aggressioni, né aveva manifestato comportamenti a rischio. L’orso è figlio di Maya e Joze, due esemplari introdotti dalla Slovenia con i quali è partito il progetto Life Ursus in Trentino.

Anche il Tar di Trento, intanto, apre al trasferimento degli orsi in eccesso presenti sul territorio trentino. "In termini generali la problematica riguardante i possibili incidenti tra uomo e orso nel territorio della Provincia autonoma di Trento non può che essere risolta, anche al di là delle singole azioni effettuabili attraverso le cosiddette ‘misure energiche' contemplate dal Pacobace nei confronti degli orsi ‘problematici' e ‘pericolosi', mediante l'urgente e non più differibile revisione del programma ‘Life Ursus', atteso che l'incontrollato incremento degli esemplari di orso da esso determinato nel territorio provinciale si configura quale grave pericolo per l'incolumità delle persone e la continuità delle attività economiche in aree ampiamente antropizzate, e che pertanto appare necessario provvedere, anche mediante azioni amministrative di protezione civile da concordare tra la Provincia autonoma e lo Stato, al trasferimento in altri siti di una consistente parte degli orsi qui attualmente insediati", scrive ne dispositivo il presidente del Tar, Fulvio Rocco.

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