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Terremoto in Nepal, oltre 2000 morti. Nessuna notizia di 4 speleologi italiani

Stamane un’altra forte scossa in Nepal, nel Paese devastato ieri dal terremoto, di magnitudo 6.7 ha terrorizzato nuovamente la popolazione. Corsa contro il tempo per cercare di salvare persone ancora vive tra le macerie. Una valanga si è abbattuta su un campo base alle pendici dell’Everest: 22 alpinisti morti.
A cura di Susanna Picone
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Ore 17.10 – Ventidue alpinisti sono rimasti uccisi sull'Everest, travolti da una valanga che si è staccata in seguito al terremoto per poi abbattersi sui campi base alle pendici della montagna. Ad annunciarlo è stato il portavoce del ministro del Turismo, secondo quanto riportato dal quotidiano Hindustan Times. Si contano inoltre almeno 200 dispersi.

Ore 17.00 – "Non vi preoccupate, stiamo bene". Alla fine i due fratelli fiorentini di cui si erano perse le tracce hanno chiamato e rassicurato amici e parenti. Daniel ed Elia Lituani non davano notizie ormai da una settimana e non sentendoli i genitori avevano temuto per il peggio. Nessuna notizia invece di quattro speleologi del Soccorso Alpino in spedizione nel villaggio di Langtang, travolto da un'enorme valanga. Di loro no si hanno notizie da ieri sera.

Ore 12.40 – Nessuna notizia di due fratelli fiorentini. Non si hanno più notizie di due ragazzi fiorentini, Daniel e Elia Lituani, 25 e 22 anni, nel Paese da due settimane. I due fratelli vivono a Firenze. L'ultimo contatto con i genitori risale a pochi giorni fa, con una mail inviata da Pokhara. È stata la madre a comunicarlo all’Ansa.

Ore 12.30 – In Nepal le vittime crescono senza sosta e l'ultimo bilancio parla di 2.152 morti e oltre 5.000 feriti. Il governo ha decretato lo stato di calamità nazionale e ha disposto la chiusura di tutte le scuole per una settimana. Durante il Regina Caeli in Piazza San Pietro Papa Francesco ha chiesto di pregare per la popolazione: “Desidero assicurare la mia vicinanza alle popolazioni colpite da un forte terremoto in Nepal e nei Paesi confinanti. Prego per le vittime, per i feriti e per tutti coloro che soffrono a causa di questa calamità. Abbiano il sostegno della solidarietà fraterna”.

Continua a crescere drammaticamente il bilancio del terremoto che ha colpito sabato il Nepal. I morti, stando alle ultime stime, sono oltre duemila e per i sopravvissuti è stata una notte di paura. Nel Paese la terra continua infatti a tremare. Secondo i rilevamenti dello United States geological survey, una scossa di magnitudo preliminare 5.6 è stata registrata alle 5:01 ora locale (l'1:16 in Italia) con ipocentro a 10 km di profondità ed epicentro 45 km a ovest-nordovest di Kathmandu. E un’altra ancora più forte, di magnitudo 6.7, è stata registrata questa mattina, alle 9.09 ora italiana. L’epicentro è stato localizzato a 17 km a sud di Kodar. Le tv indiane segnalano che il sisma è stato avvertito in tutta l’India settentrionale. La nuova scossa ha terrorizzato la popolazione e molti residenti in edifici ancora abitabili si sono precipitati in strada. “Ci sono state diverse scosse di assestamento, una notte orribile. Molte persone hanno dormito nelle loro auto o per strada”, ha raccontato all’Ansa Chris Decker, funzionario dell’Undp in Nepal. L’Onu a Kathmandu ha comunicato che sono circa 6.6 milioni le persone colpite dal sisma in 30 distretti del Nepal: “Siamo pronti ad assistere il governo del Nepal a rispondere a questa terribile tragedia”, ha detto il coordinatore Jamie McGoldrick. È corsa contro il tempo per cercare persone ancora vive tra le macerie, spesso scavando a mani nude.

Una coppia di italiani: “Siamo vivi per miracolo” – Ieri due fortissime scosse di terremoto ravvicinate e prolungate, seguite da decine di repliche, hanno seminato morte e distruzione in Nepal e soprattutto nella capitale Kathmandu. “Siamo vivi per miracolo – hanno raccontato all’Ansa una coppia di italiani, Roberto Spiritelli e Marusca Cordini, scampati alla scossa -. Abbiamo visto i templi e il palazzo reale di Durbar Square afflosciarsi davanti ai nostri occhi come tasselli di un domino”. “Eravamo appena arrivati per una vacanza che avevamo da tempo programmato – così i due coniugi, ora in attesa di tornare in Italia – adesso non abbiamo più voglia di continuare”. Il terremoto ha distrutto edifici e monumenti storici non solo nella capitale ma anche nelle storiche città vicine di Patan (Lalitpur) e Bhaktapur. La torre Dharahara, uno dei monumenti più importanti di Kathmandu, patrimonio Unesco, è crollata. L'onda sismica inoltre si è estesa anche ad almeno tre Stati dell'India nord-orientale, al Tibet e al Bangladesh. Il terremoto ha anche causato imponenti valanghe nella zona dell'Everest che hanno travolto spedizioni che stavano accingendosi a scalare la montagna. L’ultima alle ore 9.00 italiane. Numerosi elicotteri stanno evacuando un centinaio di persone dal campo base e dal campo 1 e 2, posti a quota più alta. Lo riferisce Pietro Coerezza responsabile della comunicazione dell'associazione EvK2 Cnr.

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