La statua più odiata della Cina: i turisti e il rituale dello schiaffo contro Qin Hui

Nel mausoleo di Yue Fei, situato sulle sponde del celebre Lago dell’Ovest a Hangzhou, capitale della provincia orientale di Zhejiang, si trovano due statue che attirano ogni giorno centinaia di visitatori, ma non per ammirazione: sono quelle di Qin Hui e di sua moglie, Lady Wang, inginocchiati con le mani legate, in una posa di eterna umiliazione. Queste figure di ferro vengono schiaffeggiate, i turisti sputano contro di loro o le prendono a calci in un rito collettivo che mescola memoria storica, indignazione morale e identità nazionale. L’odio verso Qin Hui è così radicato che, ancora oggi, le statue devono essere ristrutturate periodicamente a causa dei danni causati dagli insulti fisici.
La storia dietro la statua di Qin Hui e Lady Wang
Dietro la statua di Qin Hui e di sua moglie, Lady Wang, si cela una vicenda di tradimento politico e intrighi dinastici che ha attraversato i secoli e che rende ancora oggi Qin Hui l'uomo più odiato in Cina. Qin Hui fu cancelliere durante la dinastia Song meridionale nel XII secolo, e la sua fama è legata in modo indissolubile a quella del generale Yue Fei, simbolo per eccellenza di lealtà patriottica in Cina. Secondo le cronache, invece di sostenere Yue Fei nella sua lotta contro gli invasori Jurchen, Qin orchestrò accuse false di tradimento riportate all'imperatore per farlo poi arrestare e giustiziare. La moglie del cancelliere, Lady Wang, suggerì un piano ingegnoso, alla Lady Macbeth: nascondere l'ordine di esecuzione per far condannare Yue Fei senza rendere pubblica la decisione, perché non tutti avrebbero creduto possibile il tradimento del generale. Dopo 21 anni dalla morte di Yue Fei, l’imperatore Xiaozong lo riabilitò: in suo onore fu costruito il tempio di Yue Fei a Hangzhou, capitale della provincia orientale di Zhejiang, e davanti alla sua tomba furono erette statue inginocchiate in ferro raffiguranti Qin Hui, Lady Wang e due dei loro complici, come monito eterno contro il tradimento.
Schiaffeggiare la statua: una tradizione che continua ancora oggi
La storia dietro la statua si manifesta ancora oggi in un gesto fisico e collettivo: schiaffi, sputi, calci e persino colpi di scarpa vengono riservati ogni giorno a Qin Hui e Lady Wang. Questo rituale, violento e unico nel suo genere, attira centinaia di visitatori e non è un semplice folklore, ma un modo per esprimere indignazione morale e partecipare simbolicamente alla giustizia storica. Famiglie, turisti e persino gruppi di studenti si alternano davanti alle statue, spesso formando code per poter dare il "proprio schiaffo della vendetta" al traditore. Nel corso dei secoli, questo rituale ha deformato e danneggiato le statue, tanto che sono state ristrutturate più volte. Recentemente, le autorità hanno installato barriere protettive e incrementato la sorveglianza, senza però scoraggiare del tutto il gesto. Molti in Cina continuano a vedere in esso un modo per trasmettere ai figli, e più in generale alla comunità, un messaggio di lealtà e giustizia morale.
Significato culturale e impatto turistico
Il fatto che, dopo secoli, le statue di Qin Hui e Lady Wang continuino a essere maltrattate quotidianamente testimonia quanto profondamente radicata sia la memoria storica nella cultura cinese. Per i visitatori cinesi rappresenta un modo concreto per riaffermare i valori di lealtà e giustizia incarnati da Yue Fei, rendendo la storia partecipativa. Anche i turisti internazionali rimangono spesso sorpresi, e talvolta divertiti, dalla tradizione, ma le autorità ricordano che il rispetto per il patrimonio culturale è fondamentale. Nonostante le barriere protettive e la sorveglianza, il sito di Hangzhou rimane meta privilegiata di pellegrinaggi storici e culturali, dove passato e presente si incontrano in un rito che combina educazione, memoria e spettacolo. In questo senso, la statua più odiata della Cina continua a raccontare una storia potente, non solo di tradimento, ma di come un popolo possa trasformare la rabbia storica in un gesto collettivo che attraversa i secoli.