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Opinioni

Il paternalismo con cui trattiamo Chiara Ferragni è anche peggio dell’odio degli hater

Niente, non ce la facciamo proprio a vedere Chiara Ferragni come un’imprenditrice adulta: perfino chi l’ha voluta sul quel palco la tratta come una “ragazza simpatica”
A cura di Beatrice Manca
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Nel caso non l'aveste notato, Chiara Ferragni è stata la co-conduttrice della prima puntata del Festival di Sanremo: dopo aver dribblato la televisione per quasi tutta la sua carriera, l'imprenditrice digitale ha deciso di entrare dalla porta principale e provare a conquistare anche il pubblico più maturo, la pancia del paese, il prime time di Rai1. E qui Chiara Ferragni ha fatto una scoperta incredibile: a 35 anni e con un impero mediatico, è ancora una ragazza.

Una ragazza brava, anzi, "fantastica", come la definisce Amadeus "molto cordiale e simpatica". Ci siamo risparmiati il bella, almeno, dai. Una ragazza con un marito e due bambini, ma fondamentalmente una ragazza che sta sugli smartphone dei gggiovani. Sì, perché se c'è qualcosa di più fastidioso dei commenti degli hater, è proprio il paternalismo dei boomer.

La strana storia della ragazza che faceva l'imprenditrice

Pensavamo che lo scetticismo sul ‘fenomeno Ferragni‘ fosse finito diversi anni fa dopo le polemiche sul suo invito alla facoltà di Harvard, commenti che dimostravano tutta la miopia nazionale su una giovane imprenditrice in grado di inventarsi un lavoro. Sono bastati quindici minuti di conferenza stampa per capire che non é così. Dopo l'insopportabile coté di domande su marito e figli, incluso un paragone quanto mai azzardato sulla paura di cadere dalle scale e la paura che i figli un domani la giudichino, si è passati a parlare del monologo che ha scritto da sola. "Tutto da sola?" le chiedono, e ci mancava poco che sbarrassero gli occhi. "Sì, tutto da sola", risponde lei asciutta, glissando sul fatto che sulla narrazione di sé ci ha costruito un impero.

Gianni Morandi e Chiara Ferragni in Dior
Gianni Morandi e Chiara Ferragni in Dior

In Italia siamo sempre ragazze

Chiara Ferragni che viene ancora apostrofata come fashion blogger o come influencer, nonostante abbia un'azienda in piena espansione e nonostante i contratti e le sponsorizzazioni dietro i post su Instagram. A parte qualche domanda per la "signora Ferragni" la maggior parte delle persone la chiama per nome, Ciao Chiara, come stanno i bambini, che ci hai preparato di bello per stasera. Non so se il peccato originale di Chiara Ferragni sia quello di essere donna o di essere giovane, ma ho grandi difficoltà a immaginare quel tono confidenziale verso qualunque uomo della sua età al suo posto.

Non è un caso che la chiamino ragazza, perché in Italia siamo ragazze anche a trentacinque anni e chissà quand'è che diventiamo donne adulte: a un certo punto diventiamo direttamente mamme, o mogli, come se esistessimo soprattutto in relazione a qualcun altro. Siamo ragazze sempre, specialmente sul posto di lavoro, dove c'è sempre qualcuno pronto a spiegarci, a consigliarci, a guidarci e a dirci quanto siamo state brave.

Chiara Ferragni in Dior
Chiara Ferragni in Dior

Un po' come hanno fatto Amadeus e Gianni Morandi che, neanche cinque minuti dopo la sua apparizione sul palco si chinano per bisbigliare a favore di telecamera: "Oh ma è proprio brava eh", un siparietto simile a quando gli adulti si chinano a parlare ai lattanti o ai gatti. A chi lo stavano dicendo che Chiara Ferragni è brava? A lei? A noi? Al pubblico in sala, che ancora non capisce bene che lavoro fa Ferragni e la inquadra più o meno come una che cambia tanti vestiti strani e mette un sacco di foto di Instagram.

Uno degli abiti di Chiara Ferragni riportava alcune delle offese scritte dai suoi hater nei commenti, parole che tradiscono uno dei dogmi della nostra società: se sei madre non sei più donna e devi abiurare alla tua femminilità, alle tue ambizioni, alla tua carriera. Il paternalismo e l'accondiscendenza di certi commenti però sono figli della stessa visione stereotipata del mondo: ci stupiamo ancora che una donna giovane sia in grado di avere successo.

Allora. Chiara Ferragni non è una ragazza, è una donna adulta, un'imprenditrice, una che su Instagram sfiora i 30 milioni di followers e che usa il suo potere mediatico per dire la sua su vari temi, dalla salute riproduttiva alla parità salariale. Poi ci può stare simpatica, antipatica, possiamo essere d'accordo con lei o no, possiamo cambiare canale sfiniti dalla sua onnipresenza e dai monologhi rotti dalle lacrime sull'importanza di credere nei sogni. Va bene tutto, ma non chiamiamola più ragazza.

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Nata a Roma nel 1992 e cresciuta a pane e libri a Viterbo, sono giornalista professionista dal 2019. In tasca una laurea in Editoria e un master in giornalismo alla Scuola Rai di Perugia. Lavoro a Fanpage nella sezione Stile e Trend. Mi occupo di questioni di genere e di moda, con un occhio di riguardo alla sostenibilità ambientale. Prima al Fattoquotidiano.it e Fq Millennium.
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