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È morto Roberto Cavalli: lo stilista fiorentino aveva 83 anni

Se n’è andato a 83 anni lo stilista Roberto Cavalli, fondatore dell’omonimo brand: il designer fiorentino lascia sei figli, Tommaso, Cristiana, Robert, Rachele, Daniele e Giorgio, nato nel marzo del 2023, e la compagna Sandra Nilsson.
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Roberto Cavalli
Roberto Cavalli

Dopo una lunga malattia è scomparso oggi, venerdì 12 aprile 2024, lo stilista fiorentino Roberto Cavalli, aveva 83 anni, al suo fianco la compagna svedese Sandra Nilsson-Bergman. Il designer lascia sei figli, di cui l'ultimo, Giorgio, di appena un anno: il nome del piccolo è un tributo al padre ucciso dai nazisti nel 1944. Nel 1970 fa il suo debutto a Parigi con il brand che ancora oggi porta il suo nome, mentre nel 2015 aveva ceduto l'azienda ritirandosi dalla moda.

Roberto Cavalli, l'arte nel DNA

Nato a Firenze nel 1940, l’arte è sempre stata nel DNA di Roberto Cavalli: suo nonno era un pittore della corrente dei Macchiaioli e le sue opere sono ancora oggi esposte agli Uffizi. Anche Cavalli, da giovane, seguì la vocazione artistica: studiò all'Istituto statale d'arte di Firenze, specializzandosi nelle applicazioni tessili della pittura. I suoi lavori attirarono l’attenzione di grandi nomi della moda francese, come Hermès e Pierre Cardin, ma il grande salto è arrivato solo nel 1970, quando presentò al Salon du Prêt-à-Porter di Parigi la prima collezione con il suo nome. Poi fu la volta di Firenze e Milano: a quel punto, la sua carriera era in ascesa.

Lo stilista Roberto Cavalli
Lo stilista Roberto Cavalli

Le donne "tigri e pantere" di Roberto Cavalli

Cavalli si impose con un nuovo stile seducente e audace, fatto di jeans strappati, patchwork, pelle e broccati. Ma il suo marchio di fabbrica erano – e rimangono ancora oggi – le stampe animalier: maculato, tigrato, zebrato. Immaginava le donne che portavano i suoi abiti come creature selvagge: leonesse, pantere, tigri, affascinanti e selvagge. Da subito, il brand Cavalli è stato associato all'idea di lusso, ricchezza, edonismo. Cavalli ha aperto la sua prima boutique a Saint-Tropez, la meta più esclusiva delle vacanze dei vip, nel 1972 e a quello stesso periodo risale l'invenzione di un procedimento particolare per stampare la pelle, in seguito brevettato. La sua moda grintosa e super glamour ha poi definito lo stile degli anni Novanta: jeans aderenti e avita bassissima, abiti scivolati, stampe accese ispirata alla natura, dai serpenti ai fiori. Se il motto di Coco Chanel era "less is more", il motto di Roberto Cavalli sarebbe potuto essere "more is more". Nelle sue collezioni trasgressive la seta viene accostata alla pelle, al camoscio, al denim.

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La vita privata e i grandi amori

A poco più di 20 anni sposò Silvana, dalla quale ebbe i suoi due primi figli Tommaso e Cristiana. Si separò però dopo pochi anni a causa di un tradimento. Nel 1980 ci riprovò con Eva Maria Düringer, seconda classificata a Miss Universo tre anni prima, che divenne sua seconda moglie e storica collaboratrice. Da lei ha avuto tre figli Rachele, Daniele e Robert. Il più grande merito di Eva è stato quello di aver spinto lo stilista a ritornare a fare moda, infatti dopo il successo degli anni '70, il designer si era allontanato dal fashion system per dedicarsi alla famiglia e al grande amore per gli animali, allevando cavalli da corsa. Per più degli ultimi 15 anni di vita lo stilista è rimasto legato a Sandra Bergman Nilsson, sua ultima compagna, dal quale all'età di 82 anni ha avuto il suo sesto e ultimo figlio, Giorgio.

I clienti vip, da Lenny Kravitz a Shakira

La prima sfilata dopo la pausa si tenne a Milano nel 1994 e segnò il lancio dei jeans invecchiati con un trattamento a getto di sabbia, che successivamente è  finito al centro di grosse polemiche perché pericoloso per i lavoratori che lo praticavano. Il grande ritorno nella moda avviene però negli anni Duemila, che consacrano Roberto Cavalli come lo stilista più desiderato dalle celebrità, vantando clienti come Lenny Kravitz, Madonna, Drew Barrymore, fino a Christina Aguilera, Victoria Beckham, Jennifer Lopez e Sharon Stone. Tutti volevano vestire Cavalli perché esprimeva l'entusiasmo e l'ottimismo del nuovo millennio: i suoi abiti traboccano di energia, grinta, provocazione. Per non parlare delle "sue" top model, da Afef a Cindy Crawford. Cavalli ha lavorato anche con Hugh Hefner, il fondatore di Playboy, per reinventare le divise delle conigliette. Nel 2010 Shakira lo ha scelto per vestirla sul palco di Johannesburg, dove ha cantato l'inno dei Mondiali di calcio Sud Africa 2010. Ricordate il body zebrato e la gonna a frange tribale con cui cantava Waka Waka? Portava la firma Roberto Cavalli.

Le collaborazioni, da H&M a Coca-Cola

All'apice del successo le collezioni firmate da Roberto Cavalli hanno iniziato a moltiplicarsi: accanto alla linea principale sono stati sviluppati i marchi RC Menswear, e poi la linea giovane Just Cavalli. Il marchio Cavalli spaziava dall'abbigliamento agli accessori, dagli occhiali da sole agli orologi, dalla lingerie alle bevande. All'inizio degli anni Duemila gli adolescenti impazzivano per i jeans Angels & Devils. Nel 2007, nonostante le perplessità del settore dell'alta moda, Roberto Cavalli firmò una linea in collaborazione con il colosso della fast fashion H&M: era il primo italiano a farlo e fu un successo. L'anno successivo "vestì" le lattine di Coca-Cola Light. Intanto il marchio investiva in Oriente, con l'apertura di un lussuoso "Cavalli Club" a Dubai. Ma è in quel momento che iniziarono le difficoltà finanziarie che costringeranno Cavalli a cedere il 90% dell'azienda al gruppo Clessidra. Nel 2015 lo stilista ha lasciato le redini del marchio, confessando poi il desiderio costante di tornare a creare.

L'eredità di Roberto Cavalli

Anche dopo l'addio alle passerelle, Roberto Cavalli non ha mai smesso di disegnare e creare. Ha passato gli ultimi anni insieme alla compagnia, Sandra Nilsson-Bergman, di 40 anni più giovane e con la sua larghissima famiglia: cinque figli e diciassette nipoti. Nonostante ciò, ha sempre sentito la nostalgia per il design. Esuberante e inquieto, viene ricordato come l'enfant terrible della moda italiana. Ora alla guida creativa di Cavalli c'è lo stilista messinese Fausto Puglisi, che ha rilanciato il marchio. Mani diverse, stesso spirito: le donne di Roberto Cavalli, ieri come oggi, sono donne che non hanno paura del loro lato sensuale, non lo nascondono, anzi lo esibiscono con fierezza. L'eredità di Roberto Cavalli è proprio questa: uno stile graffiante fuori dagli schemi, un ruggito liberatorio per tutte le donne.

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