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Tutti i dubbi di Conte sul futuro all’Inter che Zhang dovrà chiarire

Con lo scudetto quasi matematicamente raggiunto, Antonio Conte si prepara ad affrontare il confronto diretto con la proprietà. Ad un anno di distanza dal pesante sfogo contro Suning rea di non aver tutelato il suo lavoro e i giocatori, si dovrà arrivare ad una nuova resa dei conti. Perché anche in questa stagione la società è rimasta troppo spesso a guardare.
A cura di Alessio Pediglieri
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"Il parafulmine lo voglio fare il primo anno, non il secondo. Qui nessuno è scemo". Era il primo agosto 2020 e l'Inter di Conte chiudeva la stagione, tormentata dal Covid con un meritato secondo posto, battendo l'Atalanta all'ultima giornata. E così, parlava il tecnico interista nell'ultima intervista pre Europa League, dove evidenziò tutte le lacune di una società considerata assente nella protezione e tutela del suo lavoro e di quello dei giocatori.

Un anno dopo, la storia rischia di ripetersi, ma con un distinguo essenziale: l'Inter non è più seconda, ma sta galoppando a cinque turni dal termine verso il suo 19° scudetto, con Antonio Conte sempre più in sella e con una forza contrattuale aumentata esponenzialmente rispetto a 12 mesi fa, con un peso delle sue dichiarazioni ulteriormente incisivo quando dice: "Il sostegno del presidente Zhang? Educatamente dico che non ho piacere a rispondere a questa domanda". Dunque, questa volta, chi al tavolo giocherà con le carte migliori sarà proprio l'allenatore nerazzurro, pronto a chiarire (e ribadire) alcuni concetti ancora rimasti inevasi.

Ora, Conte vuole chiudere i conti scudetto: "Siamo al 95%" ha detto a fine vittoria con il Verona, un successo che "vale 9 punti". Ma per abbracciare il suo primo titolo in nerazzurro ne mancano molto meno e già domenica, se la matematica gli darà una mano, potrà cingersi il petto di tricolore. Poi, spazio alle ennesime riflessioni con la proprietà visto che dalla scorsa estate il rapporto si è incrinato e più nulla è stato come prima, mentre i problemi sono rimasti.

Dopotutto, il suo lavoro Conte l'ha fatto e il risultato raggiunto. Nell'estate del 2020 parlava di "gap dalla Juventus" da colmare, oggi i fatti dimostrano che il divario non c'è più. Non solo per una classifica che vede un'Inter avanti di 13 punti sui bianconeri, ma anche per la consistenza del gioco espresso, la mentalità vincente, gli obiettivi raggiunti. Non certo per la proprietà.

In quell'inizio di agosto, Conte accusò Suning anche di non aver tutelato la squadra e il suo lavoro dalle critiche. "Già nel 2017 Luciano [Spalletti] denunciava cose gravissime, oggi nel 2020 siamo ancora al punto di partenza". E anche nel 2021, aggiungiamo noi, la storia si è ripetuta con i giocatori e tecnico a farsi scudo a vicenda mentre la proprietà ha sempre latitato. Quando è ‘scoppiata' la bolla di stipendi arretrati e non saldati; quando sono apparse le prime voci poi via via confermate indirettamente anche dalla famiglia Zhang su una possibile cessione di quote; quando si è rischiato di finire nel ‘tormentone'  delle critiche sui rinvii per Covid; quando, in ultimo, è arrivato il veloce tsunami della Superlega europea.

"Fino alla fine abbiamo ricevuto cacca su me e i giocatori e in questi casi serve protezione" diceva un anno fa Conte: "Oggi mi dà fastidio vedere qualcuno salire sul carro dei vincenti". E anche qui la storia si si sta tristemente ripetendo. Gli elementi destabilizzanti davanti ai quali – e davanti alle ottime prestazioni della squadra sul campo – una società avrebbe dovuto alzare la voce e gonfiare il petto, esponendosi in prima battuta ad ombrello dei suoi tesserati, sono rimasti tali. La famiglia Zhang, non ultimo nella figura del giovane presidente Steven, si è sempre defilata perché mai ha dato la sensazione di essere presente, pensando spesso ad altri asset. Se non fisicamente (altra questione da chiarire), almeno da un punto di vista formale. Se l'Inter – intesa come squadra – non ha sbandato in curva lo deve unicamente al lavoro di Conte, al suo difendere il gruppo, al suo isolarlo dall'esterno.

"Ho una visione e un percorso" continuava un anno fa "il cammino si può fare ma insieme sempre se c'è voglia di farlo. E non parlo solo di mercato". Che, poi, è l'ennesimo nervo scoperto per il tecnico visto che è stato di parola e non ha più richiesto alcun inserimento dalla scorsa estate ad oggi, confermando di comprendere alla perfezione la delicatissima situazione finanziaria del club. Altro atto d'amore e di rispetto che dovrà venire corrisposto da Suning, chiamata a spiegazioni conclusive e definitive. Perché non è scontato che tutto proceda ancora una volta come nulla fosse. Perché con un tricolore in tasca si è solo alla base del progetto vincente. Perché ora c'è da investire per mantenere lo sguardo puntato verso l'Europa.
Perchè "qui nessuno è scemo".

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