Tra Covid, infortuni e calendari, il Napoli di Spalletti sotto tempesta: “Un viaggio verso l’ignoto”

Imperativo rialzare la testa. Il Napoli è sempre capoclassifica ma la frenata subita contro il Sassuolo deve spronare l'ambiente nell'immediato, cercando di allontanare di nuovo Milan e Inter distanti una manciata di punti. L'occasione è data dalla delicatissima sfida all'Atalanta che si consumerà sabato 4 dicembre al ‘Maradona', il match che per Luciano Spalletti dovrà vedere un Napoli ‘guidare' il match e condurlo sull'esito richiesto, i tre punti. Non è facile, per i tanti infortuni, per la qualità dell'avversario, per il momento in cui avviene ma l'allenatore toscano scaccia facili alibi, pur ammettendo che la squadra è in piena "tempesta".
Se si guarda il lato negativo di questa vigilia gli elementi non mancano: ennesima gara ravvicinata, un susseguirsi di infortuni che non accenna a fermarsi, un avversario tra i più complicati da affrontare, il focolaio di Covid che ha coinvolto il gruppo. Non è dunque fuori luogo quando Spalletti evidenzia come questo Napoli ad oggi sia "sotto tempesta, in maniera più precisa perché oltre agli infortuni abbiamo avuto anche il Covid". Una mareggiata che giunge a poche ore dall'ultimo impegno, in una serie di partite che quasi si accavallano, non permettendo alcuna chance di recupero per chi non è in perfette condizioni fisiche.

Il fronte assenti è uno dei temi più evidenti che stanno caratterizzando queste ore. I tanti infortuni (Koulibaly, Osimhen, Fabian Ruiz, Insigne) hanno messo al muro Spalletti e il Napoli, per altri giocatori si loda la disponibilità e l'abnegazione per la causa ma si devono effettuare ulteriori riflessioni: "Le partite o le conduci o ne diventi un passeggero, monti sopra e ti portano in giro per il campo gli altri. Questo non dobbiamo farlo perché se sei passeggero dell'Atalanta può portarti a sbattere dove vuole". Un pericolo troppo grande, da evitare in qualsiasi modo, appellandosi alla presenza di un pubblico che potrebbe trasformare il ‘Maradona' come il classico 12° uomo e alla possibilità di disporre dei giocatori utilizzati meno perché "non c'è situazione migliore di questa per vedere se ci si lascia spaventare oppure si vuole andare a trovare nuove energie e nuove risorse".

Dopotutto il Napoli deve dimostrarsi in grado di gestire questa "tempesta" come ama definirla Spalletti, obbligato anche ad un calendario infernale che ha già offerto il fianco a considerazioni simili tra altri allenatori, da Simone Inzaghi a Pioli e Sarri. Toccherà ai giocatori ancora una volta dare sempre il massimo ogni volta che si scende in campo: "Con queste partite così ravvicinate ogni partita è un viaggio verso l'ignoto, non sai cosa ti succede". E dover vivere i 90 minuti da fuori, poi, complica il tutto ulteriormente per il tecnico toscano. Spalletti non ci sarà in panchina, causa squalifica, altro handicap cui fare fronte contro i bergamaschi che lo amareggia enormemente: "Vivo per fare l'allenatore e per stare insieme alla squadra. Star fuori mi disturba e mi dispiace perché a me fa piacere vivere la partita da dentro, anche nelle complicazioni".