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La battaglia di Sarri contro i calendari pieni dei club: “Noi allenatori come registi televisivi”

Maurizio Sarri ha parlato alla vigilia di Lazio-Udinese e si è soffermato sulla sua “battaglia” contro le partite troppo ravvicinate e le difficoltà dei club.
A cura di Vito Lamorte
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La Lazio vuole lasciarsi alle spalle il poker di domenica subito a Napoli e nel posticipo del turno infrasettimanale della Serie A contro l’Udinese di Luca Gotti. Maurizio Sarri era mortificato dopo la brutta sconfitta in quello stadio che era stato casa sua per tre anni ma nel presentare la gara contro i friulani ha incalzato sul calendario fitto dei club in questa parte di stagione e continua a portare avanti la sua “battaglia” contro le partite troppo ravvicinate: "Si gioca sempre ogni 3 giorni. Quando si gioca troppo alla fine si gioca male. Siamo diventati dei registi televisivi noi allenatori, lavoriamo solo sui filmati. Bisogna avere le idee chiare: quando il Liverpool prese Klopp il primo anno arrivò 12° e il secondo 8°. Non penso poi di essere come lui, è molto meglio di me [ride, ndr]".

Quello dei biancocelesti è un periodo piuttosto complesso e Sarri lo spiega così: "Le difficoltà sono evidenti: nelle 3 partite dopo le nazionali abbiamo fatto 3 punti, così come abbiamo fatto pochi punti dopo l’Europa League. Quando vieni da una partita così viene da chiedersi: cambio tutti o do fiducia agli stessi? Ma non bisogna gettare la croce addosso a nessuno, la responsabilità è collettiva”.

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L'allenatore della Lazio conosce bene Luca Gotti, trainer dei friulani, perché è stato suo collaboratore in Inghilterra al Chelsea: "Lui ha un’intelligenza fuori dal comune, al Chelsea lo ascoltavo perché non faceva mai considerazioni banali. Sarà una partita dura. L’Udinese ha concesso poco anche fuori casa, è una squadra molto fisica".

Infine, Maurizio Sarri si è soffermato anche sulle possibili scelte di mercato e sulle modalità di discussione che andrebbero fatte con la società: "Non ho mai parlato con la società di nomi, ho solo fatto presente delle necessità. Secondo me bisogna mettersi seduti per programmare due o tre sessioni di mercato, non mettersi alla finestra per trovare le occasioni”.

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