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Ronaldo ai compagni della Juve: “Vado al City”. Ma una notte di telefonate e messaggi cambia tutto

Il retroscena della trattativa che ha portato Cristiano Ronaldo al Manchester United. È nella notte tra giovedì e venerdì che si ribalta completamente lo scenario quando da Old Trafford inizia il pressing su CR7 per evitare che finisca ai rivali del City. Lo stesso campione non era ancora certo della destinazione al punto che, nel lasciare la Continassa, considerava i Citizens un’ipotesi plausibile.
A cura di Maurizio De Santis
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È successo tutto nella notte tra giovedì 26 e venerdì 27 agosto. Cristiano Ronaldo aveva già deciso di lasciare la Juventus ma non era ancora certo della prossima squadra nella quale giocare. C'era una pista aperta, un'idea di fondo che, pur di liberarsi, gli aveva perfino fatto accarezzare l'idea di accettare un compenso nettamente ma ancora nulla di concreto. Nulla che, al netto della volontà di CR7, potesse smuovere la società. L'interesse del Manchester City era stato messo sul tavolo dei bianconeri dal suo manager, Jorge Mendes, per ammorbidire la posizione del club e incentivare la cessione.

A Torino sono stati irremovibili nonostante le pressioni del calciatore andato via dalla Continassa con largo anticipo rispetto alla formalizzazione di nuovi accordi: armadietto svuotato, saluto ai compagni di squadra, viaggio in auto fino a casa e poi a bordo dell'aereo che da Caselle lo ha condotto in Portogallo. Tra il campione lusitano e la ‘vecchia signora' è finita così: ha fatto i bagagli e se n'è andato senza badare a nulla che non fosse sganciarsi dalla Serie A e da una squadra che non poteva garantirgli quel livello di competitività a cui ha sempre ambito. Non c'è riuscita in 3 anni, fallendo il cammino in Champions, non sarebbe stato molto diverso adesso con la zavorra ulteriore delle esigenze dei conti e del riflesso della pandemia.

Addio, vado altrove. Già, ma dove? Secondo The Athletic lo stesso Ronaldo ancora non era certo di cosa sarebbe accaduto pur avendo lasciato filtrare, dopo essersi congedato dal gruppo, che l'Inghilterra e Pep Guardiola erano un'ipotesi plausibile. Giovedì, infatti, era il City la destinazione più probabile ma lo stesso Mendes nulla aveva in mano rispetto a una proposta non ufficiale. È in quel momento che sull'altra sponda di Manchester si mette in moto il meccanismo che si rivelerà decisivo e nel giro di una notte la scena viene completamente ribaltata.

Inizia Solskjaer a lanciare il sassolino nello stagno: definisce "impossibile" vedere CR7 con la maglia dei Citizens, rivali di sempre dei Red Devils. È l'attuale tecnico a chiamare in causa la proprietà, sondandone la disponibilità ad avviare e chiudere la trattativa. Una volta ricevuto il via libera inizia la manovra di accerchiamento e di convincimento: Sir Alex Ferguson contatta Cristiano Ronaldo, le sue parole hanno un'ascendenza particolare sul calciatore. È come se lo prendesse sotto braccio e lo portasse con sé a casa, la sua casa. Rio Ferdinand e Bruno Fernandes alimentano il battage nei confronti del campione che, in una chat con l'ex compagno di squadra Evra, parla del suo ritorno al Manchester United.

Il resto è storia delle ultime ore scandita dalle cifre da record, che faranno di lui il giocatore più pagato a Old Trafford e in Premier, in calce al contratto biennale e alla possibilità di avere (forse) ancora sulle spalle la sua maglia numero sette.

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