34 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

“Protocollo ok, ma dal 23 dicembre rischio stadi a porte chiuse”: incubo lockdown per la Serie A

Un nuovo drastico intervento sul calcio italiano davanti al ritorno del Covid potrebbe essere alle porte, con gli impianti nuovamente proibiti ai tifosi: “Attendiamo la decisione del Governo”
A cura di Alessio Pediglieri
34 CONDIVISIONI
San Siro deserto: una scena già vista e che si potrebbe ripresentare dal 2022 in tutta la Serie A
San Siro deserto: una scena già vista e che si potrebbe ripresentare dal 2022 in tutta la Serie A

La morsa del Covid è tornata a stringere alla gola il panorama internazionale, nella vita di tutti i giorni così come nel mondo dello sport. Oramai non manca giorno in cui non si abbiano notizie di recrudescenze della pandemia in diverse zone del mondo, Italia compresa, e l'incubo di un nuovo lockdown sembra sempre più alle porte. Un tunnel in cui potrebbe ritornare anche il mondo del calcio internazionale, con scenari già tristemente noti: stadi deserti, partite a porte chiuse, test e controlli su giocatori e staff più serrati nella speranza che non si debbano ripetere situazioni come quella vista martedì pomeriggio a Udine con una gara surreale, mai iniziata.

Il rischio che tutto ciò che capitò nel 2020 possa ripetersi è più che reale. In Europa c'è già chi è corso ai ripari e chi si sta attrezzando per farlo. In Germania, la Bundesliga ha già ufficializzato il ritorno agli stadi chiusi: lo si farà dal prossimo 28 dicembre e fino a data da stabilirsi che verrà sancita unicamente dai bollettini sanitari che dovranno ridare una parvenza di tranquillità generale prima che si possa tornare ad assistere alle gare di presenza. La stessa scelta fatta in Galles e in Olanda e che sta coinvolgendo anche la Scozia: a partire da domenica prossima, 26 dicembre, ogni evento sportivo avrà un numero di spettatori calmierato, al massimo sarà di 500 per gli eventi ‘outdoor', mentre saranno fino ad un massimo di 200 per gli sport che si svolgono al coperto. Poco conta che ci andrà di mezzo lo spettacolo e lo sport come ad esempio lo storico Old Firm, il sentitissimo derby di Glasgow tra Celtic e Rangers che è in programma il 2 gennaio.

L'Allianz Arena, casa del Bayern Monaco: in Germania è stata già presa la decisione, nuova chiusura degli stadi
L'Allianz Arena, casa del Bayern Monaco: in Germania è stata già presa la decisione, nuova chiusura degli stadi

Non mancano di certo le eccezioni che fanno discutere, soprattutto per l'aumento esponenziale dei contagi, come la decisione della Premier di non intervenire sugli stadi. E l'Italia? Al momento gli stadi italiani sono salvi e si continuerà la presenza con le medesime percentuali e con le relative procedure di controllo: green pass alla mano e assenza di sintomi o contatti per Covid. Eppure, anche per la Serie A il mostro pandemia è pronto ad uscire dall'armadio. C'è anche la data, il prossimo 23 dicembre, quando ci sarà la decisione da parte del Governo, in accordo con le autorità sanitarie per decidere se sottoporre anche i vaccinati ai tamponi. Così fosse, è lo stesso presidente della Figc, Gabriele Gravina a dipingere uno scenario nuovamente apocalittico.

La Dacia Arena deserta: Udinese-Salernitana non si è mai giocata, con i campani fermati dall'Asl
La Dacia Arena deserta: Udinese-Salernitana non si è mai giocata, con i campani fermati dall'Asl

Sul tavolo ci sono svariati temi da affrontare e risolvere, tutti legati dal filo rosso del coronavirus: i contagi all'interno dei gruppi squadra, le partite sempre più a rischio, l'inasprimento dei controlli in base alle direttive sanitarie, la presenza dei tifosi allo stadio. Un mal di testa che è ritornato a tuonare nel mondo del calcio italiano e che non preannuncia alcunché di buono: "Il protocollo è noto e ha sempre funzionato" ha detto il numero uno della Figc. "Abbiamo però il problema delle Asl verso le quali possiamo fare poco, soprattutto adesso che intervengono in maniera abbastanza diffusa". La spiegazione per cui il calcio si ritrova imbavagliato è presto chiarita: "A livello di legislazione nazionale c'è l'autonomia delle singole Regioni e delle singole Asl per adottare provvedimenti  inconfutabili. Ci ritroviamo con un solo interlocutore, il Ministro Speranza con cui abbiamo avviato una discussione ma il lavoro è immane"

Ciro Immobile e Lorenzo Insigne (qui insieme in Nazionale): i big di Lazio e Napoli sono risultati positivi agli ultimi test anti Covid
Ciro Immobile e Lorenzo Insigne (qui insieme in Nazionale): i big di Lazio e Napoli sono risultati positivi agli ultimi test anti Covid

Complicazioni che potrebbero condurre il calcio verso ciò che nessuno vorrebbe ancora vedere, un nuovo lockdown. "Questa esplosione di contagi che sta colpendo diversi calciatori che hanno fatto la seconda dose è evidente" ha continuato Gravina. "Fortunatamente da noi i calciatori no vax non hanno avuto grande spazio ma speriamo in tempi rapidi che si arrivi a una regressione della pandemia". Perché c'è una data che non fa dormire sogni tranquilli al mondo del pallone, il prossimo 23 dicembre: "Dobbiamo aspettare la cabina di regia del 23 dicembre e quale verdetto emetterà. Auspico che non venga imposto il tampone ai vaccinati, altrimenti si tornerebbe agli stadi a porte chiuse".

Le ipotesi sul tavolo sono fondamentalmente due ed entrambe le soluzioni non lascerebbero scampo al calcio:

  • stop all'intero campionato come accadde lo scorso marzo 2020 quando si ritornò a giocare solamente il 22 giugno, dopo oltre 3 mesi di lockdown
  • partite a porte chiuse, una situazione già vista durante la fine della stagione 2019-20 e che cancellerà l'attuale percentuale del 75% sulla capienza massima degli impianti all'aperto.
L'appello di Francesco Caputo all'Italia dopo il gol in Sassuolo-Brescia: l'ultima partita prima del lockdown
L'appello di Francesco Caputo all'Italia dopo il gol in Sassuolo-Brescia: l'ultima partita prima del lockdown

Un doppio scenario comunque critico e che socchiude l'anta dell'armadio ai piedi del capezzale del calcio, con antichi fantasmi pronti ad uscire come in quel 9 marzo 2020. Un lunedì che tutti vorremmo non riaccadesse mai più.

34 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views