Napoli, messaggio di Spalletti a De Laurentiis: “Per la Champions servono giocatori forti”
Aziendalista ma consapevole che senza giocatori forti è impossibile competere per la Champions. Fosse per lui terrebbe Koulibaly. Quanto a Insigne e al rinnovo, a vedere "la magagna" è solo la stampa. Nella prima conferenza stampa da allenatore del Napoli Luciano Spalletti lancia qualche sassolino nello stagno. Il club gli ha affidato il compito di ripartire dopo un biennio disastroso per la mancata qualificazione alla Champions che, abbinata alla contrazione degli introiti per la pandemia, ha spinto la società a tirare le cinghia. A dimensionarsi per evitare sofferenze pericolose a bilancio, anche a costo di cessioni dolorose. Del resto, è stato proprio il presidente, Aurelio De Laurentiis, a tracciare con molta chiarezza la linea: nessuno è (più) intoccabile, in caso di ottime offerte economiche si valuteranno tempi, termini e convenienza delle cessioni.
Una su tutte è la posizione che al momento è sotto i riflettori: quella di Lorenzo Insigne. Folklore mediatico a parte (compreso quel "se vuole andare via sarà una sua scelta"), le parti avranno un confronto definitivo al rientro del calciatore dalle vacanze dopo gli Europei: a un anno dalla scadenza del contratto, si capirà se anche per il capitano si vivrà un copione molto simile ad altri casi del recente passato oppure si troverà la giusta soluzione per tutti. Che sia separazione o prosieguo del cammino comune. "Ora su questo bisogna starci attenti – le parole del tecnico -. Voi volete trovare la magagna sul fatto del contratto… abbiamo di fronte il capitano del Napoli ed anche agli europei ci ha fatto vedere un contributo importante e il presidente De Laurentiis che è un imprenditore e comunicatore. Due persone forti, che avranno il tempo di guardarsi negli occhi ed andare al sodo. Non andiamo a rimestarci troppo".
Spalletti sa bene quale Napoli si ritrova tra le mani e soprattutto in quale momento storico arriva. I due anni di Gattuso hanno lasciato macerie e veleno, eroso parte di quel tesoretto di riserva che ha sempre rappresentato una cassaforte importante per il club. la società non è in crisi ma la scelta è invertire la rotta rispetto alle stagioni precedenti. "È corretto dire che sono aziendalista – ha aggiunto -. Bisogna far così, ottimizzare e non disperdere o sperperare. Poi è chiaro che bisognerà fare una squadra forte, il presidente lo sa. Le competizioni si vincono e perdono per un gol, io uscii dalla Champions con l’Inter 3 anni fa per un gol e poi entrai in Champions all’ultima partita, anche quel punto fa la differenza".
Insigne e poi Koulibaly, è l'altra colonna della squadra della quale il neo allenatore spera di non dover fare a meno. "Se fosse per me, lui resta a Napoli. È difficile da sostituire, è apprezzato e rispettato da tutti i compagni. La coppia con Manolas ci permetterebbe di fare tutto, giocare con la linea alta uomo su uomo, o dentro l'area e ti montano sopra con fisicità".
Altra riflessione dedicata a un altro calciatore da quale il Napoli si attende molto e che nell'ultimo campionato, tra infortuni e Covid, è mancato molto. Si tratta di Osimhen, un investimento importante che non ha prodotto (ancora) i dividendi auspicati. "Sarà un punto di forza, ci andremo ad appoggiare a lui, è completo, oltre alle qualità del campione, a saper far gol, ci mette anche altro nella partita – ha concluso Spalletti -. Poi ha anche qualche punto dove deve migliorare".
