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Le parole di Mertens spiegano che il Napoli non ha capito ancora come giocare

Il Napoli è ancora alla ricerca della propria dimensione. Al termine della sfida contro l’AZ, lo stesso Mertens ha sottolineato come la squadra stia ancora cercando il giusto modulo per potersi esprimere al meglio. L’assenza di Osimhen è stata una mazzetta per Gattuso, specie dal punto di vista di automatismi di gioco e di equilibrio. Mertens e Politano sono troppo diversi per essere utilizzati come trequartisti nel 4-2-3-1 e spesso questo risulta essere poi un fattore determinate nel gioco degli azzurri.
A cura di Fabrizio Rinelli
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Il Napoli visto ieri sera in Europa League contro l'AZ ha lasciato qualche dubbio ai tifosi e a Gattuso, circa lo stato attuale della squadra. L'assenza di Osimhen, quindi di una vera punta di ruolo, sta pensando. Petagna è bravo, si muove bene, ma ha sbagliato un gol importante e sicuramente non ha le caratteristiche del nigeriano. Il tecnico azzurro lo sa ed è per questo che si affida a Mertens nel ruolo di punta, posizione che di fatto l'ha consacrato a Napoli, specie nell'annata d'oro con Sarri. Rispetto alla partita con la Roma i partenopei sembrano aver fatto un passo indietro, dal punto di vista del gioco e soprattutto della confusione dettata dai diversi sistemi di gioco cambiati nella gare giocate fino a questo momento:

"Difficile dire che siamo al livello della squadra di Sarri – ha detto Mertens a fine partita – Stiamo ancora cercando il modo di giocare cambiando modulo con nuovi giocatori". Dalle parole del belga traspare quasi un concetto di confusione nel trovare la giusta dimensione, la vera identità di questo Napoli, sottolineata poi anche dallo stesso Gattuso prima della partita. Il tecnico azzurro ha infatti evidenziato come il suo modulo di gioco sia il 4-3-3, diverso da quel 4-2-3-1 adoperato fino alla gara contro la Roma e lo stesso AZ, che di fatto ha segnato il ritorno al modulo a 3 punte.

Qual è la vera dimensione di gioco del Napoli di Gattuso

"Ormai non lo so più dove mi trovo meglio a giocare" ha aggiunto Mertens al termine della sfida con l'AZ sottolineando come anche i singoli, in questo momento, stiano avendo difficoltà a trovare il giusto equilibrio in campo. Dall'inizio stagione ad oggi, Gattuso ha iniziato a giocare con il 4-3-3, prima di cambiare, dalla sfida contro il Genoa, arrivando al 4-2-3-1 sceso in campo fino al match di Rijeka in Europa League. Gli equilibri di squadra non sono cambiati molto, ma in realtà sono gli interpreti a risentire delle difficoltà.

L'assenza di Osimhen ha costretto Gattuso a ridimensionare totalmente il modo di giocare di questo Napoli andando ad alterare tutti gli equilibri che si stavano creando fino al momento dell'infortunio del nigeriano. Il centrocampo, ad esempio, ha trovato molte varianti durante la stagione, specie per via degli inserimenti di nuovi acquisti come Bakayoko. Per Gattuso, il francese, è un vertice basso nel 4-3-3 anche se più volte è stato impiegato nel 4-2-3-1 al fianco di Fabian Ruiz durante la stagione. Con l'aggiunta di Lobotka e Demme, che il più delle volte hanno giocato in Europa League, gli automatismi del Napoli mutano molto in attacco.

L'assenza di Osimhen ha stravolto gli equilibri di questo Napoli

Con l'assenza di Osimhen in attacco, sono stati infatti diversi i giocatori che hanno dovuto cambiare radicalmente il proprio modo di giocare. Osimhen era un giocatore che costringeva i difensori avversari a doversi letteralmente aggrappare ad un giocatore capace anche di fare reparto da solo, di far salire la squadra ed occupare la profondità. Ne è stata la prova la gara contro il Genoa in casa e soprattutto quella contro l'Atalanta che ha messo in evidenza le qualità del nigeriano che lasciava molto liberi gli esterni di agire e inventare giocate pericolose portando anche i centrocampisti all'inserimento in verticale. Con la mancanza di un riferimento capace di fare questo duplice lavoro, il Napoli è ora costretto a giocare molto con giocate sugli esterni che spezzono risultano molto prevedibili e ripetitive. Osimhen garantiva proprio questo a Gattuso specie contro difese a quattro con uno dei due centrali costretto a dedicarsi solo al nigeriano. A quel punto era molto più semplice per gli esterni e i centrocampisti entrare in area di rigore.

Con Insigne, unico sicuro del posto a sinistra, Mertens ha giocato tanto da trequartista e ora da punta o da esterno. Il ballo dell'incertezza è proprio in quella zona di campo dove Politano può agire a destra o come trequartista, ma ha qualità diverse dal belga che si aggrappa spesso a giocate di prima intenzione utili per fare filtro tra centrocampo ed attacco. L'ex Sassuolo invece tende a tenere palla e questo il più delle volte consente alla difesa avversaria di schierarsi in attesa della giocata. Nella gara persa contro il Milan infatti, questo ha fatto molto la differenza. L'ha ribadito lo stesso Mertens: "Col Milan abbiamo dominato, poi Ibra ha fatto quei gol…" sinonimo che dal punto di vista delle idee il Napoli è sul pezzo ma la rotazione degli uomini, così diversi tra loro, non consente ancora di avere quell'uniformità che forse avrebbe voluto Gattuso già a questo punto della stagione.

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