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La rete di protezione intorno a Orsato: per i vertici arbitrali non ha sbagliato su rigore e Abraham

La decisione dell’arbitro Orsato di assegnare subito il penalty a favore della Roma contro la Juventus e annullare la rete di Abraham è stata corretta secondo i vertici della categoria. Ecco perché non sarà fermato e se nelle prossime designazioni non figurerà il suo nome sarà solo per un normale turnover degli impegni, non per un provvedimento disciplinare.
A cura di Maurizio De Santis
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Daniele Orsato non ha sbagliato valutazione, né verrà fermato. È la linea che trapela dai vertici dell'AIA dopo la discussa direzione di gara del fischietto vicentino. La decisione dell'arbitro di assegnare subito il penalty a favore della Roma contro la Juventus, senza attendere lo sviluppo dell'azione (Abraham ha segnato ma la rete è stata annullata dal fischio precedente) né verificare il contatto tra Mkhitaryan e Szczęsny, ha appiccato l'incendio. Il dialogo nel sottopassaggio dell'Allianz Stadium con Bryan Cristante ha solo peggiorato le cose, sollevando una questione ancora più grave: la mancata conoscenza del regolamento dal parte del fischietto.

"Il vantaggio su rigore non si dà mai", è la spiegazione data da Orsato nell'intervallo al calciatore ma sbagliata secondo i termini del regolamento. Parole che hanno reso più rovente il clima intorno al fischietto vicentino, spingendo i vertici dell'associazione a fare muro intorno a lui per proteggerlo dagli attacchi, dal battage mediatico propagatosi domenica sera con effetti devastanti.

In buona sostanza, quel frangente dell'incontro è stato gestito in maniera corretta, non ci sono appunti (gravi) da muovere nei confronti dell'arbitro che ha fatto la cosa più giusta: ha visto il fallo e lo ha subito sanzionato con la massima punizione con certezza. Ma a rendergli la vita difficile sono stati il prosieguo dell'azione e il tentativo di spiegare al giocatore qual è la linea che si segue in determinate situazioni.

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Non doveva fare altro, è la posizione assolutoria dell'Aia come raccontato dal Corriere della Sera. Ecco perché non sarà fermato e se nelle prossime designazioni non figurerà il suo nome sarà solo per un normale turnover degli impegni, non per un provvedimento disciplinare. Del resto, mettere in discussione l'elemento di spicco degli arbitri italiani, la sua figura e la sua reputazione internazionale, assesterebbe un colpo durissimo alla credibilità della categoria in un campionato ancora lungo, prestando il fianco di fatto a un lungo periodo di proteste, sospetti, attacchi, tensioni.

Un déjà vu: nel 2018 lo stesso Orsato si trovò nella bufera per il contatto Pjanic/Rafihna e la mancata ammonizione del bosniaco che – in caso di secondo giallo – sarebbe stato espulso. Per quell'episodio non ha più diretto una gara dell'Inter fino allo scorso 12 settembre, in occasione del match contro la Sampdoria. A distanza di qualche anno da allora l'arbitro ammise di aver sbagliato. Ma non è bastato per riabilitarlo almeno agli occhi dell'opinione pubblica e delle squadre (il Napoli, soprattutto, impegnato nel duello con la Juve per lo scudetto).

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