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La faccia avvelenata di Vlahovic è un problema, quello che succede in campo è anche peggio

L’espressione di Vlahovic dopo la sostituzione rende tangibile il profondo disagio dell’attaccante che alla Juventus non è riuscito ancora a trovare la giusta dimensione né il feeling con Allegri. Cosa gli è successo? Alcuni dati aiutano a spiegare in parte qual è la causa della sua involuzione di bomber da quando ha lasciato Firenze.
A cura di Maurizio De Santis
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La rabbia e la frustrazione di Dusan Vlahovic subito dopo il cambio effettuato da Allegri: contro il Genoa il serbo non ha segnato per la terza gara consecutiva.
La rabbia e la frustrazione di Dusan Vlahovic subito dopo il cambio effettuato da Allegri: contro il Genoa il serbo non ha segnato per la terza gara consecutiva.

Dusan Vlahovic ha la faccia di uno che ha capito. E anche un principio di tristezza in fondo all'anima. Se ne sta rannicchiato in un cantuccio in panchina. Si sente smarrito, spiazzato, svilito, incompreso. Aveva lasciato la Fiorentina per trasferirsi alla Juventus e vedere lo strano effetto che fa giocare in Champions, in un club che gli ha prospettato un futuro luminoso e traguardi ambiziosi. È partito bene, lancia in resta poi qualcosa s'è inceppato e a Marassi ha sentito di aver toccato il fondo. Ci ha sbattuto il muso.

Allegri lo ha appena sostituito, lo ha tolto a un quarto d'ora dal termine del match contro il Genoa schierando Morata. Il serbo lo guarda di sfuggita, gli dedica un'occhiata furtiva, carica di risentimento… potesse, in quel momento gliela farebbe pagare e magari lo incenerirebbe urlandogli in faccia "perché, perché mi stai togliendo dal campo?". Dopo Sassuolo e Venezia, è rimasto a secco anche col Grifone, una cosa del genere non gli era mai successa nemmeno quando indossava la maglia viola ed è difficile da digerire. Neanche le lezioni che gli ha dato il tecnico su come si doma la palla, la si riceve e controlla nel modo migliore per calciare a rete in maniera efficace, hanno fatto (ancora) effetto oppure sì ma è stato quello sbagliato… con l'aggravante di aver peggiorato la situazione.

La delusione del tecnico della Juventus, Allegri, per la prestazione opaca e la sconfitta di Marassi contro il Genoa.
La delusione del tecnico della Juventus, Allegri, per la prestazione opaca e la sconfitta di Marassi contro il Genoa.

Al Ferraris è finita malissimo per tutti: la Juve ha perso, Allegri ci è rimasto male e questa volta non gli è riuscito dissimularlo facendo appello alla proverbiale dialettica del pragmatismo che basta e avanza, l'attaccante tracimava rabbia e frustrazione. Ne aveva dato un segnale chiarissimo poco prima che vedesse il suo numero sulla lavagna elettronica, un gesto aveva tradito nervosismo: il calcio a un cartellone pubblicitario perché la bella parata di Sirigu gli era sembrata l'ennesima beffa della malasorte.

Cosa gli è successo? Alcuni dati aiutano a spiegare in parte qual è la causa della sua involuzione di bomber da quando ha lasciato Firenze. Nelle 13 partite di campionato con la Juventus ha avuto occasioni che valevano 4.8 xG (fonte StatsBomb) e di gol ne ha realizzati 6: rispetto alle opportunità avute/create, alla qualità dei palloni serviti e al modo in cui il resto della squadra è connesso con lui ha perfino fatto meglio delle previsioni. Alla Fiorentina in ogni partita il valore di expected goals era 0.62 mentre a Torino è calato fino a 0.44. In buona sostanza, con questa media ipotetica, a Firenze avrebbe toccato quota 24/25 gol su 38 giornate mentre calcolando la proiezione con la Juve si sarebbe fermato a 16. Morale della favola: il suo rendimento è abbastanza in linea con quel che passa il convento… con la media delle occasioni che riceve in bianconero.

Il disagio di Vlahovic: a Firenze c'era una squadra costruita intorno a lui, a Torino sente di non essere abbastanza connesso in campo con il resto del gruppo.
Il disagio di Vlahovic: a Firenze c'era una squadra costruita intorno a lui, a Torino sente di non essere abbastanza connesso in campo con il resto del gruppo.

Un disastro a pochi giorni dalla finale di Coppa Italia contro l'Inter. I numeri dei palloni giocati (25 col Genoa, 28 col Venezia) e tiri in porta vicini allo zero (appena uno a Genova) hanno accompagnato la prestazione opaca di Vlahovic, mai veramente pericoloso. Andazzo che è un tormento per un attaccante abituato a cannibalizzare il gioco là davanti. "Sono sempre stato attaccato come se ce l’avessi con lui – le parole di Allegri in conferenza -. Dusan è un ragazzo giovane, ha meno gare degli altri in Serie A ed è normale che debba ancora trovare un equilibrio. Non si rende conto della prestazione buona, se non segna si sente in difetto, ma non è così". In fondo alla Coppa troverà, forse, la riposta ai suoi demoni.

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