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I tre motivi per cui Gattuso ha attaccato De Laurentiis pubblicamente

Lo sfogo di Gattuso dopo la partita con il Parma ha chiamato direttamente in causa la società e il presidente, Aurelio de Laurentiis. Ecco quali sono i motivi che hanno spinto il tecnico del Napoli a uscire allo scoperto, parlando senza peli sulla lingua e difendendo il proprio lavoro. “È iniziato tutto un mese con troppe offese… sento parlare della mia pescheria, sento dire che sto morendo e non posso più allenare”.
A cura di Maurizio De Santis
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Mai nessun allenatore s'era rivolto al presidente, De Laurentiis, nel modo in cui lo ha fatto Gattuso. È andato in diretta TV e ha lasciato che il suo sfogo occupasse tutta la scena del post partita contro il Parma. La vittoria ha rimesso il Napoli in carreggiata per la zona Champions ma a tenere banco sono le parole del tecnico che – a differenza di quanto affermato dal direttore sportivo, Giuntoli – si dice deluso per l'atteggiamento del massimo dirigente ("io non mi sono seduto a parlare al tavolo con la altri club", alludendo ai contatti con nuovi, presunti allenatori), orgoglioso del proprio lavoro nonostante tutte le difficoltà ("nessuno dice che stiamo giocando con un solo attaccante per gli infortuni") ma infastidito dalla "brutta area che c'è da un po' intorno a lui".

Sono tre i motivi che hanno spinto Gattuso – qualcosa l'aveva lasciata trapelare anche dopo il successo in Coppa Italia contro lo Spezia – a parlare senza peli sulla lingua dopo aver sbandierato che lui, "allenatore cazzuto", non ha alcuna intenzione di dimettersi e di sentirsi a posto con la coscienza. Quanto al rinnovo del contratto, è già carta straccia considerata la piega degli eventi.

Gattuso non si è sentito tutelato abbastanza dalla società. Nel periodo in cui la pressione dall'esterno è stata maggiore e la squadra ha avuto un periodo di smarrimento soprattutto a causa degli infortuni, avrebbe gradito una presenza importante che facesse da scudo e mettesse la sordina a illazioni di ogni tipo. Voci, chiacchiere che sono altra cosa rispetto alle critiche che pure fanno parte del gioco. Toccato anche su aspetti molto personali (la malattia) ha reagito d'istinto.

Infastidito dal casting per la panchina. A nessuno piace sapere che mentre "butti il sangue e lavori" (anche queste sono parole di Gattuso) c'è qualcuno che briga alle spalle. Quando il tecnico ha capito che certe indiscrezioni erano state filtrate da persone vicine alla società se l'è legata al dito. Ironia della sorte, due anni fa si trovò lui nella posizione opposta: Ancelotti era in bilico e De Laurentiis lo contattò al telefono per verificarne la disponibilità.

Scaricato. Sedotto e abbandonato. Dal possibile rinnovo a una conciliazione che, al massimo, servirà per fare ancora un altro po' di cammino insieme. Almeno fino a quando la classifica e gli obiettivi stagionali lasceranno margini di manovra. È questa la situazione in cui si trova adesso Gattuso e lo ha sottolineato nelle dichiarazioni rese dopo il Parma. "È iniziato tutto un mese con troppe offese… sento parlare della mia pescheria, che sono maleducato, che sto morendo e non posso più allenare". Riferimento quest'ultimo alle parole dello stesso De Laurentiis relativamente alla miastenia oculare che gli ha causato problemi all'occhio destro.

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