494 CONDIVISIONI
video suggerito
video suggerito

Furino migliora, il problema è il linguaggio ma si fa capire: “Ho sposato la Juventus”

È passato un anno dall’emorragia cerebrale che colpì Beppe Furino, oggi l’ex capitano della Juventus continua a migliorare con una forza di volontà che è la stessa di quando giocava: “Mi alleno più di prima”.
A cura di Paolo Fiorenza
494 CONDIVISIONI
Immagine

A un anno esatto dalla terribile emorragia cerebrale che lo colse a tradimento, Beppe Furino continua a migliorare di giorno in giorno, impegnandosi al massimo per recuperare dall'entrata in scivolata della vita. Del resto parliamo di uno dei gladiatori per antonomasia del calcio italiano, uno che se all'epoca si fosse già parlato di ‘garra' avrebbe potuto scrivere un trattato sulla materia. Dire Furino significa dire Juventus: il mediano brevilineo è stato il motore inesauribile della squadra bianconera per 15 anni, vincendo trofei come pochi. Otto Scudetti, due Coppe Italia, una Coppa UEFA, una Coppa delle Coppe: questo il palmarès del 76enne palermitano, che oggi si ritrova a scandire le sue giornate col programma di riabilitazione che lo accompagna.

Beppe Furino assieme a Lapo Elkann qualche anno fa
Beppe Furino assieme a Lapo Elkann qualche anno fa

Ogni mattina Furino si reca in palestra nella clinica San Camillo a Torino, scendendo dalla sua casa sulla collina: fa ginnastica e logopedia. Già, perché non c'è solo da migliorare la mobilità (va in giro in carrozzina, ma in casa può muoversi col bastone a piccoli passi). Il problema principale è il linguaggio. La mente peraltro è lucidissima e consente di far arrivare i suoi pensieri tramite la figlia Federica: "Mi alleno più di prima". Non è difficile da credere, per chi ricorda "l'omino di ferro", come lo chiama ancora oggi la figlia raccontando i momenti più duri all'inviato di Repubblica che è andato a trovarlo: "Papà ha avuto tutte le complicazioni possibili, ad un certo punto i medici ci prepararono al peggio".

Ed invece è ancora lì Beppe, ad addentare quello che il destino vorrà riservargli. In questo cammino lungo e faticoso, l'ex capitano della Juventus non è solo: al suo fianco ci sono i vecchi compagni. "Bettega chiama quasi tutti i giorni – dice Federica – ma anche Tardelli, e Cabrini che era il suo compagno di stanza, e Nanu Galderisi che è affezionatissimo a papà. Quando Bettega seppe che la situazione stava precipitando, ci disse subito che non era possibile, che non ci credeva, che non esisteva al mondo che Furino si arrendesse. E adesso ci ripete: visto che avevo ragione? Lo conosco meglio di voi".

Furino in carrozzina a Villar Perosa l'anno scorso, Bonucci lo salutò con affetto: da capitano a capitano
Furino in carrozzina a Villar Perosa l'anno scorso, Bonucci lo salutò con affetto: da capitano a capitano

La Juventus è stata – assieme alla moglie Irene, che il Covid si è portata via un anno prima del suo malore – il cuore dell'esistenza di Furino: "Mia moglie ripeteva che sulla mia lapide scriveranno: ‘La Juve è stata l’amore della sua vita'. In effetti, io questa squadra l'ho sposata", dice oggi attraverso l'amorevole mediazione della figlia. Segue le partite in TV, qualche volta va anche allo stadio, le ultime vicissitudini del club bianconero non lo hanno lasciato indifferente: "Papà è preoccupato per quello che sta succedendo, spera che vada a finire meglio dell’altra volta. Ma perché ce l'hanno sempre tutti con la Juventus?". Questioni che contano il giusto, Beppe deve giocare la sua partita su un altro campo: "Papà non si vergogna, gli è capitato un infortunio e un atleta pensa solo a recuperare, a tornare presto in forma". Per tornare a stare lì, lì nel mezzo, finché ce n'ha.

494 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views