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Cristiano Ronaldo l’ha rifatto, come alla Juventus: “Nello spogliatoio hanno paura di lui”

Le coincidenze tra l’esperienza juventina di Cristiano Ronaldo e quella coi Red Devils non mancano. Gli effetti collaterali del suo ingaggio finora sono stati devastanti: le parole di Bonucci e Buffon spiegano bene cosa sta accadendo oggi al Manchester United.
A cura di Maurizio De Santis
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La figura ingombrante di Cristiano Ronaldo ha spaccato la Juventus e il Manchester United
La figura ingombrante di Cristiano Ronaldo ha spaccato la Juventus e il Manchester United

Ingombrante. Cristiano Ronaldo lo era diventato alla Juventus, sia in termini di rapporti nello spogliatoio e d'identità di squadra sia per ragioni economiche. Gli è successo anche al Manchester United. Le parole dei protagonisti, di allora e di oggi, gli atteggiamenti di CR7 (spesso nervoso al limite della frustrazione) verso i compagni di squadra e gli avversari, la sua posizione in campo, la "fuga" nello spogliatoio senza nemmeno salutare i tifosi quando le cose vanno male, le discussioni sul ruolo e sull'interpretazione tattica molto personale, la sua figura che finisce per sacrificare il talento di calciatori più giovani e spacca equilibri sono un film già visto.

A Torino era stato accolto come il campione che avrebbe fatto la differenza in Europa per vincere la Champions League ma è andato via dopo 3 anni collezionando delusioni in Coppa. A Old Trafford è tornato per chiudere un cerchio magico di successi iniziato sotto l'egida di Sir Alex, prima di spiccare il volo nel 2009 con il trasferimento al Real Madrid, ma gli effetti collaterali del suo rientro finora sono stati devastanti.

Solskjaer, che ha provato a quadrare l'assetto intorno al portoghese, ha pagato in prima persona con l'esonero per il gioco e la sequenza di risultati al di sotto delle attese. E adesso nemmeno Rangnick sembra riuscire a sbrogliare la matassa, a stemperare quel malessere strisciante che è divenuto insofferenza e ha condizionato (e condiziona) la squadra da quando è arrivato CR7.

Cristiano Ronaldo discute nello spogliatoio della Juventus con Cuadrado
Cristiano Ronaldo discute nello spogliatoio della Juventus con Cuadrado

Le coincidenze tra l'esperienza juventina e quella coi Red Devils non mancano. Ci sono similitudini che tracciano un filo rosso tra le due situazioni, il comune denominatore è sempre lo stesso: l'individualismo del calciatore che alla lunga finisce per alimentare frizioni nello spogliatoio soprattutto se i risultati del campo sono amari. Nell'intervista a The Athletic Leonardo Bonucci non ebbe remore nel confidare che giocando con un calciatore della sua portata "volevamo metterlo in condizione di fare sempre bene, pensando che potesse risolvere lui tutte le partite".

Gigi Buffon ha usato accento differenti ma espresso lo stesso concetto quando ha spiegato la sintesi dell'esperienza di Ronaldo a Torino. Con lui in rosa la Juve aveva smarrito il suo Dna di squadra: "Siamo arrivati ​​in finale di Champions perché avevamo una formazione esperta e unita all'interno di un gruppo che era molto forte".

Unità e gruppo, due concetti che sembrano un déjà vu per quanto sta accadendo a Old Trafford. Un'esperienza in carta copiativa con CR7 sempre al centro della scena come protagonista principale di un copione scritto per una compagnia di attori, non di un solista. Rio Ferdinand ha provato a difenderlo ponendo l'accento sui problemi strutturali dello United.

Mason Greenwood è uno dei calciatori che ha maggiormente risentito della presenza di Cristiano Ronaldo in attacco. Ma non è il solo a soffrire il broncio del campione che la prende male se non riceve palla oppure ha poche occasioni per arrivare alla conclusione. Gesticola, alza le braccia, manifesta tensione nei confronti del gruppo che non lo supporta abbastanza e quando lo fa si squilibra, toglie sicurezza anche a chi come Rashford o Sancho finiscono per "avere paura di tentare un affondo, col timore che lui possa alzare le braccia al cielo e urlare: perché non l'hai passata a me?".

Momento difficile di CR7 al Manchester United: il portoghese messo in discussione per il rendimento e i risultati
Momento difficile di CR7 al Manchester United: il portoghese messo in discussione per il rendimento e i risultati

È l'osservazione fatta a Football Insider dall'ex attaccante dell'Aston Villa, Gabriel Agbonlahor, che sottolinea il pensiero aggiungendo altre riflessioni alla discussione. Prova a immedesimarsi nei giocatori, a entrare nella loro testa per capire cosa succede e spiega perché – secondo lui – non c'è l'armonia giusta nello spogliatoio. "Da quando c'è Ronaldo alcuni di loro non riescono a esprimersi. È come se pensassero devo passare la palla a lui perché devo creare una possibilità per lui".

Però le cose cambiano, anche se ti chiami CR7 e hai un passato illustre: "È un giocatore straordinario che ha avuto una carriera straordinaria, ma non è lo stesso giocatore che era". E il raffronto diventa impietoso se suffragato dalle prestazioni: "Il Manchester United ha giocato il suo miglior calcio della stagione contro il Chelsea con Ronaldo in panchina". E senza di lui giocatori come Rashford, Greenwood e Sancho si sentono più liberi, fuori dal cono d'ombra del campione.

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