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Contratti in scadenza al 30 giugno, che succede con la fine della stagione al 31 agosto

La Federcalcio ha fissato al 31 agosto il termine della stagione 2019-2020, cosa accadrà ai contratti dei calciatori in scadenza al 30 giugno? La Fifa ha concesso una deroga ma si tratta di linee guida non di norme cogenti. Significa che tutto è legato a forme di contrattazione singola, differenti caso per caso, tra calciatori e club.
A cura di Maurizio De Santis
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La Serie A è pronta a ripartire. Quando? Il 28 maggio – giorno dell'incontro tra Governo e vertici del calcio italiano – sarà dirimente al riguardo e verrà finalmente indicata una data precisa (l'ipotesi ventilata è il 20 giugno). Una cosa è già certa: entro il 20 agosto bisognerà portare a termine i tornei, poco dopo (31 agosto) calerà ufficialmente il sipario sull'edizione 2019-2020.

Sarà un'estate molto calda sia sotto il profilo delle competizioni (dai campionati nazionali alle Coppe, Champions ed Europa League in agenda ad agosto) sia per quanto riguarda le questioni di mercato e contrattualistica. Nel primo caso, una volta fissato il nuovo fischio d'inizio, servirà compilare calendari serrati o – nelle peggiore delle ipotesi – ricorrere al "piano b" che la Figc ha messo in preventivo: playoff di breve durata oppure classifica d'ufficio come extrema ratio. Per quanto riguarda gli altri due aspetti la questione è più articolata e non può prescindere da un'opera di concertazione tra tutte le parti in causa per arrivare a soluzioni di buon senso nel reciproco interesse.

Dal 1° giugno al 31 agosto è il periodo che il Consiglio Federale ha individuato come finestra temporale per il deposito dei "contratti preliminari", ovvero di quegli accordi già sanciti ma che avranno efficacia a partire al 1° settembre, quando i giocatori potranno aggregarsi alle nuove squadre di appartenenza. La delibera costituisce di certo un'agevolazione per le società ma non sbroglia del tutto la matassa relativa alla parte burocratica che ha il nodo principale nelle scadenze del 30 giugno (in piena prosecuzione della stagione).

L'indirizzo dato dalla Fifa è un salvagente: ha concesso una deroga che consente di estendere la validità dei contratti fino al termine delle competizioni. Si tratta di linee guida non di un provvedimento cogente che deve essere recepito e attuato dalle singole federazioni. Cosa vuol dire? Tutto ruota intorno all'opportunità o meno di intavolare forme di contrattazione singola, differenti caso per caso, tra calciatori e club.

Non c'è altro modo per compensare i costi economici di una situazione straordinaria: dal quartier generale di Zurigo hanno sì sbloccato contributi da elargire alle federazioni associate ma non sono abbastanza per offrire liquidità di cassa eccezionale e un fondo di emergenza a copertura delle spese aggiuntive. Pazienza e diplomazia faranno da contrappeso nelle discussioni su coperture assicurative, indennizzi ed eventuali recuperi di credito da garantire per la fase di transizione da una stagione anomala (a causa dello stop di quasi 3 mesi per la pandemia) e dilatata nel tempo (oltre 2 mesi rispetto alle scadenze naturali) a un'altra successiva.

Senza un accordo il banco salta. Ovvero, c'è il rischio che un calciatore resti fermo fino all'inizio del prossimo torneo. E questo vale sia per i giocatori che al 30 giugno sono liberi di svincolarsi (salvo non incorra rinnovo) sia per coloro attualmente in prestito (maturata la data, normalmente farebbero ritorno al club proprietario del cartellino) sia per per altri che un nuovo contratto lo hanno già firmato.

Alcuni esempi possono aiutare a chiarire cosa può accadere e come le parti possono raggiungere un'intesa evitando lo strappo: José Maria Callejon è legato al Napoli fino al 30 giugno. Lo spagnolo e il club hanno 3 opzioni sul tavolo:

  • Firmare il prolungamento del contratto per una o più stagioni (come accaduto per Dries Mertens, anche lui in scadenza al 30 giugno, che sta per mettere nero su bianco in calce a un biennale).
  • Fare ancora un altro pezzo di strada assieme – quella oltre la fine di giugno – e accordarsi fino al termine della stagione (31 agosto).
  • Procedere allo svincolo in mancanza di qualsiasi forma d'intesa. Dal 1° luglio Callejon sarebbe libero ma "bloccato" fino al 1° settembre, il Napoli perderebbe un calciatore in rosa per la parte restante della stagione (campionato e Champions).

La situazione dei giocatori in prestito è analoga ma più complicata perché le parti in causa sono 3: il giocatore, il club proprietario del cartellino, il club che ha stipulato il contratto di prestito (sempre in scadenza al 30 giugno). Le posizioni di Dejan Kulusevski (la Juventus lo ha già acquistato dall'Atalanta e lo ha lasciato in quota al Parma), Andrea Petagna (ha già firmato con il Napoli ma è rimasto in prestito alla Spal) oppure Chris Smalling (difensore del Manchester United in prestito alla Roma) possono essere risolte in due modi:

  • Le società si accordano a titolo temporaneo, prolungando di fatto il prestito oltre la data prefissata.
  • Le società non trovano un accordo, dal 1° luglio i calciatori tornano al club di appartenenza ma devono restare fermi fino al termine della stagione (31 agosto, dal 1° settembre il rientro in campo con altra casacca).
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