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Paolo Bonolis: “Farò tv ancora per poco. Berlusconi mi volle in politica, dissi che non l’avevo votato”

Paolo Bonolis, ospite del Festival della televisione di Dogliani, ha ripercorso i vari momenti della sua carriera, parlando anche del suo futuro che, però, vede lontano dal piccolo schermo.
A cura di Ilaria Costabile
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Ospite al Festival della televisione di Dogliani, Paolo Bonolis si è raccontato attraversando anni di lavoro sul piccolo schermo e rivelando di avere altri progetti che, però, contemplano nuove strade: "È un lavoro a cui mi sono dedicato per 44 anni: sento che nell’ultimo scampolo della mia vita voglio concentrarmi su altro. Starò in video ancora per poco". 

Gli inizi in televisione

Paolo Bonolis, in effetti, ha attraversato varie fasi del fare televisione, finendo per diventare uno dei volti più amati dal pubblico e di questi passaggi il conduttore ne ride: "Ho cominciato facendo tv per i bambini, poi per i ragazzi, poi per gli adulti: mi manca “Frontiere dello spirito” e ho chiuso il ciclo perfettamente". I suoi maestri, da sempre sono stati Corrado e Raimondo Vianello, con cui ricorda anche il primo esilarante incontro:

Sentivo per radio la Corrida quando andavo a Ostia con mamma e papà. Vianello lo incontrai la prima volta una sera ai Telegatti. Ero andato in bagno, facevo pipì all’orinatoio quando mi venne vicino lui, a fare la stessa cosa. Mi guardò e mi disse: “Oooh, Bonolis, che piacere… ma adesso non sarà il caso di stringerci la mano".

Il conduttore romano è sempre stato apprezzato per il suo modo di far divertire il pubblico, così sarcastico e pungente: "Mi piace che la gente che guarda quello che faccio lo viva come un’oasi di serenità. Amo far ridere e rendermi conto che la realtà la prendiamo troppo seriamente. L’ironia è un antibiotico all’esistenza formidabile: smussa gli angoli dei problemi". 

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Il rifiuto a Silvio Berlusconi

Eppure c'è stato un momento in cui Bonolis sarebbe potuto diventare il nuovo volto di Forza Italia, su espressa richiesta di Silvio Berlusconi, ma il conduttore ha sempre rifuggito la politica:

Venni convocato a Palazzo Grazioli dal presidente. Mi ero detto: ma che vogliono da me? C’era anche Letta al tavolo, mangiava solo una mela. A un certo punto Berlusconi mi dice: “Bonolis, ho avuto per lei un’idea importante: lei sarà il portavoce di Forza Italia”. Gli risposi: “Presidente, non è per cattiveria, ma io manco l’ho votata”.

Il Cavaliere, a quanto pare, non la prese male: "Massì, quello ride sempre, che gli frega, ci ha provato. Presero Cecchi Paone". D'altronde, parlando di quanto sta accadendo in Rai dal punto di vista politico, non nasconde il suo disappunto in merito alla cosiddetta lottizzazione:

Le solite schermaglie: ci sono ogni volta che c’è un cambio politico. I partiti sono ormai delle aziende che giocano a delegittimare gli altri, un gioco un po’ noioso.

L'incontro con Freddie Mercury

Tra i vari incontri incredibili fatti nella sua vita, Bonolis racconta divertito quello con l'icona dei Queen, avvenuto in un locale nel quale si trovava a cena:

Avevo 23, 24 anni e nel ristorante dove cenavo entrò a un certo punto sua maestà Freddie Mercury. Mi si è seduto vicino e si è messo a parlare… solo che dopo un po’ ho capito che non voleva solo parlare. Al mio no, quando gli ho spiegato che lo adoravo ma che a livello ormonale eravamo un po’ distanti, si è fatto una risata. Mi chiese comunque il mio indirizzo e un anno e mezzo dopo mi fece arrivare a casa due biglietti per il concerto di Wembley. Andai

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