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Johnny Depp e Amber Heard, perché nessuno dei due ne è uscito vincente nonostante il verdetto

Johnny Depp ha vinto la causa per diffamazione contro Amber Heard. Il denaro alla fine è stato l’unico balsamo e la percezione di quanto possa bastare per riabilitare ognuno alle rispettive vite tende a stridere con i dettagli dell’orribile ‘processo reality’ al quale abbiamo assistito.
A cura di Eleonora D'Amore
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"In modo cattivo e pericoloso, come Johnny Depp è uscito vincitore dalla causa contro Amber Heard". Stamattina il LA Times pubblica un pezzo di analisi su tutta la vicenda giudiziaria del divo di Hollywood contro la sua ex moglie e si accoda a una serie di quotidiani americani che hanno manifestato perplessità sulla vittoria in tribunale, acclamata dagli spalti dei social.

Depp è stato diffamato nell'editoriale del Washington Post del 2018, in cui la Heard aveva fatto riferimento a continui abusi domestici anche sessuali e alla protezione culturale dell'uomo che abusa. L'aggravante era la fama, che aveva garantito uno scudo maggiore e l'esercitazione di un forte potere mediatico. Il titolo era diffamatorio, si parlava di ‘sexual abuse' e, nello specifico, le violenze sessuali di fatto non sono mai state ‘verificate' perché l'attrice non le ha mai denunciate.

La sentenza di ieri dice che Depp non ha stuprato la sua ex moglie, che maneggiò con ‘effettivo dolo' quelle parole e le altre portate in tribunale per un proprio tornaconto. La sentenza di ieri però non dice che non ci siano mai state violenze domestiche, a carico di entrambi, e questo è stato tradotto in un risarcimento di 2 milioni di dollari per la Heard, che fu diffamata dall'ex legale del marito (e di conseguenza da lui stesso che ne appoggiò la linea) per essere stata definita una bugiarda che aveva messo su ‘una farsa'.

Quindi il divo porta a casa 10 milioni di dollari per essere stato diffamato ma ne dovrà 2 milioni per aver diffamato. Ciò non ha impedito ai milioni di fan dell'attore di soffiare nelle vuvuzelas per festeggiare la sua ‘assoluzione' e schiacciare l'immagine della Heard sull'indice di colpevolezza, ignorando completamente la parziale vittoria come parte lesa. Esperti legali hanno parlato di cosa è andato storto: la mancata credibilità agli occhi della giuria l'avrebbe penalizzata, perché ha enfatizzato il suo dolore e montato eccessivamente scenari domestici con dettagli torbidi e poco attendibili, facendoli passare per reati gravi.

Un processo reality fino alle ultime battute, in cui la sentenza mancava finisse al televoto. Depp aveva perso nel 2020 la causa contro il The Sun che lo aveva definito ‘picchiatore di mogli' perché il giudice Andrew Nicole ritenne attendibili le prove di violenza a carico della Heard. Ma questo è solo un ricordo oggi, perché giustamente al centro c'era evitare che il divo passasse per un bieco abusatore seriale protetto dalla sua immagine pubblica. E non importa nemmeno ciò che si è visto in quell'aula in queste settimane, le testimonianze che hanno portato alla luce un clima tossico nella coppia, fomentato dall'uso di alcol e droghe e insabbiato spesso con la parvenza di una sfavillante vita hollywoodiana.

Depp dice che la verità lo ha reso nuovamente un uomo libero e ora può riprendersi la sua vita, la Heard si è detta affranta dal fatto che tutto questo rappresenti una battuta d'arresto per il MeToo e per tutte le donne che trovano il coraggio di denunciare violenze. Di fatto, sembrano aver perso entrambi, diffamandosi a vicenda e arrivando a scavare nel torbido in mondovisione.

Il danno maggiore è stato riconosciuto a lui ed è giusto nella misura in cui quella specifica lettera contenesse un titolo e vari passaggi che non avevano riscontro nella realtà delle prove. Meno se si allarga la visuale sull'essenza del loro rapporto, che già in altre aule si era tinta di nero per le acclarate aggressioni vicendevoli e il desiderio di distruzione dal quale era stati mossi.

Oggi però quando qualcosa finisce sotto i riflettori e diventa un reality a cielo aperto si innestano in automatico le tifoserie e il meccanismo televisivo che deve consegnare un podio con un solo vincitore, anche quando a occhio nudo la distorsione del concetto di verità assoluta appare rilevante nei termini di una condanna assoluta. La legge ha giustamente stabilito come un uomo possa sentirsi diffamato da accuse risultate infondate, ma ha anche neutralizzato entrambi nella posizione di scontro, ché il peso specifico di alcune violenze non era irrilevante e la calunnia in quel senso necessita di un risarcimento.

Il denaro è stato l'unico balsamo e la percezione di quanto possa bastare per riabilitare ognuno alle rispettive vite tende a stridere con l'orribile show al quale abbiamo assistito.

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Casertana di origine, napoletana di adozione. Laureata in Lingue e Letterature Straniere all'Università L'Orientale di Napoli, lavora a Fanpage.it dal 2010, anno in cui il giornale è nato. Caposervizio dell'area spettacolo.
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