“Io Capitano” torna dov’è stato girato: le foto della proiezione in Senegal alla presenza di oltre 800 persone
Domenica 14 aprile si è svolta alla Maison de la Culture Douta Seck, nel cuore della Medina di Dakar (Senegal), una proiezione speciale di Io Capitano organizzata dall’Ambasciata d’Italia e dall’Istituto Italiano di Cultura di Dakar, alla presenza del regista Matteo Garrone, degli attori Seydou Sarr, Moustapha Fall, Amath Diallo, del mediatore culturale Mamadou Kouassi e dei produttori di Rai Cinema e Pathé.
Il film torna dove tutto ha avuto inizio: è stato infatti il quartiere popolare e autentico della Medina ad accogliere la prima fase di riprese del film. Aperta dai saluti del Sindaco della Medina, Bamba Fall, e del Direttore generale della Cinematografia Germain Coly, la proiezione si è svolta alla presenza di oltre 800 persone. Dal 15 al 27 aprile, la carovana di cinema itinerante di Cinemovel, porterà Io Capitano in altre città, periferie, paesi e scuole del Senegal, in un viaggio attraverso storie di migrazione e speranza, nei luoghi dove queste storie sono nate.
Il film ha incassato 448.8000 € con circa 800000 presenze in sala ed è stato apprezzato in tutto il mondo, nonostante non sia riuscito a vincere l'Oscar, andato a La zona di interesse di Jonathan Glazer. Matteo Garrone, ospite al Bif&st – Bari International Film Festival, ha spiegato come mai il film Io capitano avrebbe potuto vincere l’Oscar e non ci è riuscito: “Sono stati fatti troppi errori, non abbiamo avuto il distributore americano giusto che ha investito quello che andava investito e poi nessuno ci ha detto che si poteva correre in tutte le categorie”. "Gli inglesi votanti sono poi ben novecento, mentre gli italiani poco più di cento. Correre per tutte le categorie ci avrebbe dato più chance", ha aggiunto, "la cosa più difficile è cercare di farlo vedere: se sono riuscito ad arrivare nella cinquina senza nessuno, vuol dire che il film è potente, ogni volta che lo proiettavamo all’estero c’era la standing ovation del pubblico". Infine, una conclusione amara: "Il rammarico c’è. Ma tanti festival e tanti distributori l’hanno rifiutato".