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Roma, perché il termovalorizzatore annunciato da Gualtieri può saltare sul serio

Il termovalorizzatore annunciato da Gualtieri è appeso a un filo. Decisivo l’incontro di oggi tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte.
A cura di Enrico Tata
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Il termovalorizzatore annunciato da Gualtieri è appeso un filo. Sospeso in attesa dell'incontro decisivo di oggi tra il presidente del Consiglio, Mario Draghi, e il leader del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte. Non sarà l'argomento principale del confronto, ma è certamente uno dei punti sul tavolo della trattativa. Il provvedimento sul nuovo impianto promesso dal sindaco di Roma è uno dei motivi per cui i 5 Stelle non intendono votare il ‘decreto aiuti'. Non l'unico, ma uno di quelli su cui l'esecutivo potrebbe decidere di mediare per evitare una crisi di governo in piena estate.

Dl aiuti, cosa c'entra con il termovalorizzatore di Roma

Di fatto, si gioca in queste ore il destino e il futuro della raccolta dei rifiuti a Roma. Perché Gualtieri ha puntato tutte le sue carte sul termovalorizzatore. L'unico modo, a detta del primo cittadino, per risolvere l'emergenza nella Capitale. Per realizzarlo, tuttavia, ha bisogno di poteri straordinari e nel decreto varato dal governo è stato inserito proprio questo punto: l'assegnazione della competenza per la gestione dell'immondizia al sindaco di Roma e commissario per il Giubileo del 2025. In questo modo, Gualtieri potrà agire da commissario e superare i limiti imposti dal Piano regionale dei rifiuti, che invece teorizza un superamento dell'incenerimento come soluzione per la gestione dell'immondizia.

I 5 Stelle contro il termovalorizzatore

Proprio facendo leva sul Piano regionale del Lazio, i 5 Stelle hanno presentato, lo scorso 20 giugno, una modifica al ‘dl aiuti': sì a poteri straordinari al sindaco Gualtieri, ma all'interno del testo approvato dalla giunta Zingaretti. In altre parole: Gualtieri può fare tutto quello che vuole sui rifiuti, ma non costruire un inceneritore. "Gravissimo che una forza di governo voglia presentare un emendamento per lasciare Roma nella sporcizia e nel caos, fermando il futuro e la valorizzazione dei rifiuti", è stato il commento del segretario nazionale del Partito democratico, Enrico Letta.

Due visioni apparentemente inconciliabili. Da una parte Gualtieri e il Partito democratico, dall'altra i 5 Stelle di Conte. Che in Campidoglio sono all'opposizione, ma che con i dem convivono al governo e proprio in Regione Lazio. L'assessora alla Transizione ecologica di Zingaretti, Roberta Lombardi, la storica prima capogruppo alla Camera dei ‘grillini', si è detta fin da subito assolutamente contraria all'idea del termovalorizzatore. Per tenere unita l'alleanza e la giunta, anche l'assessore regionale ai rifiuti, Massimiliano Valeriani, ha sempre dichiarato che Gualtieri potrà realizzare il nuovo impianto esclusivamente con poteri straordinari e quindi in deroga al piano regionale sui rifiuti.

Gualtieri: "Auspico sia operativo entro il 2025"

Intanto il sindaco di Roma ieri ha parlato in Assemblea capitolina e ha ribadito l'importanza del nuovo impianto per chiudere il ciclo dei rifiuti all'interno del territorio della Capitale: "Cercheremo con tutto il nostro impegno di avere il termovalorizzatore operativo già entro il 2025. Il nostro auspicio, come abbiamo sempre detto, è che sia un impianto a controllo pubblico". Sullo sfondo delle parole di Gualtieri c'è però una possibile crisi di governo. Decisivo, come detto, l'incontro tra Conte e Draghi previsto per le ore 12 di oggi, mercoledì 6 luglio.

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