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Procedura d’infrazione Ue, Di Maio dà la colpa al Pd: “Riguarda loro, ma fanno la morale a noi”

Il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, risponde alla notizia della procedura d’infrazione dell’Ue e assicura che “quota 100 e pensioni non si toccano”. Secondo Di Maio, la procedura riguarda “il debito prodotto dal Partito Democratico nel 2017 e 2018”. Poi accusa l’Ue: “Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Secondo la Commissione europea l’apertura di una procedura d’infrazione contro l’Italia è “giustificata”. L’esecutivo comunitario bacchetta il governo per le sue politiche economiche e per l’alto debito di Roma. Ma per il vicepresidente del Consiglio, Luigi Di Maio, la responsabilità è principalmente del Partito Democratico e dei precedenti governi. Di Maio commenta la notizia della ormai quasi certa procedura d’infrazione nei confronti dell’Italia con un post su Facebook: “Noi siamo persone serie, l’Italia è un paese serio, che rispetta la parola data. Quindi andremo in Europa e ci metteremo seduti al tavolo con responsabilità, non per distruggere, ma per costruire. Però è molto seccante che ogni giorno si trovi un motivo diverso per parlare male dell'Italia e di questo governo”.

Da qui partono le accuse del vicepresidente del Consiglio: “Sono anni che diamo senza ricevere, o che riceviamo meno di quanto ci spetterebbe, anni che siamo totalmente ignorati sulla questione migranti, ad esempio. Ci lasciano tutto il peso e, come se non bastasse, poi ci fanno pure la morale. Così non va bene, così è troppo facile. Ora si parla tanto di questa possibile procedura di infrazione e sapete cosa riguarda? Riguarda il debito prodotto dal Partito Democratico nel 2017 e 2018. Noi la prendiamo seriamente, ma non possiamo fare finta di non sapere che ci sono Paesi europei che in questi anni, per risollevare la loro economia, hanno fatto molto più deficit di quanto consentito dai Trattati. E non sono andati incontro a nessuna sanzione”.

Il ministro del Lavoro sottolinea anche alcuni punti critici che lo riguardano da vicino: “Non è concepibile che un Paese con 6 milioni di disoccupati reali e migliaia di aziende che producono sotto il loro potenziale venga messo in croce perché vuole investire sulla crescita, il lavoro e la riduzione delle tasse. Lasciatemi dire che come sento parlare di doveri, mi piacerebbe sentir parlare anche di diritti. Non chiedo tanto: diritti! Che tradotto significa la possibilità di aiutare le famiglie, le imprese, le scuole, la nostra sanità”. E a questo punto Di Maio conclude lanciando un messaggio anche alle istituzioni europee: “Quindi rimbocchiamoci le maniche tutti. E con "tutti", intendo anche Bruxelles!”. Infine, c’è un’altra certezza per il vicepresidente del Consiglio, che risponde alle critiche mosse dalla Commissione sulla quota 100: “Quota 100 non si tocca e, sia chiaro, le pensioni degli italiani non si toccano”.

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