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Sull’energia Draghi e Meloni sono d’accordo: serve risposta comune Ue, irritazione verso la Germania

Si tiene oggi il Consiglio europeo sull’energia. La linea del governo uscente di Mario Draghi, che ieri ha sentito anche Giorgia Meloni, è quella dell’unità europea e della compattezza tra Stati membri. No alle fughe in avanti in solitaria contro i rincari, quindi, come quella della Germania che da sola ha stanziato 200 miliardi per affrontare la crisi energetica.
A cura di Annalisa Girardi
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Tra le prime questioni che il nuovo governo si troverà ad affrontare c'è sicuramente quella energetica. Oggi si riunirà anche il Consiglio europeo sull'energia per trovare una formula comune da mettere in campo contro i rincari. Ma intanto scoppiano le polemiche sulla fuga in avanti della Germania, che ha deciso di stanziare ben 200 miliardi di euro per far fronte agli aumenti, senza aspettare le misure condivise a livello europeo. Il presidente del Consiglio uscente Mario Draghi ha sottolineato come Bruxelles non possa mostrare divisioni "davanti a minacce comuni". E anche Giorgia Meloni è intervenuta sull'argomento: "Di fronte alla sfida epocale della crisi energetica serve una risposta immediata a livello europeo a tutela di imprese e famiglie. Nessuno Stato membro può offrire soluzioni efficaci e a lungo termine da solo in assenza di una strategia comune, neppure quelli che appaiono meno vulnerabili sul piano finanziario", ha scritto in un post sui suoi canali social.

Insomma, Palazzo Chigi e Meloni condividono la stessa linea sulla strategia da adottare al tavolo europeo. Ieri c'è anche stata una telefonata tra Draghi e la leader di Fratelli d'Italia che, nonostante il basso profilo degli ultimi giorni, si sta preparando all'incarico che la attende. E, come abbiamo detto, alla prima emergenza da risolvere. Per affrontare il caro energia ci vorrà un decreto e la base economica per farlo si prospetta complessa, come certificato dal governo uscente nell'approvazione della Nadef, che ha visto un taglio sulle aspettative di crescita per il prossimo anno.

Ora però la priorità è farsi strada nel quadro europeo. Soprattutto tenendo conto del fatto che l'accordo sul tetto al prezzo del caso è ancora lontano, perché le situazioni in cui si trovano gli Stati membri sono diversissime tra loro. La linea che l'Italia terrà a Bruxelles, su cui concordano Draghi e Meloni, è quella dell'unità e del principio che nessuno si salva da solo, come è anche emerso durante la pandemia.

"La crisi energetica richiede da parte dell’Europa una risposta che permetta di ridurre i costi per famiglie e imprese, di limitare i guadagni eccezionali fatti da produttori e importatori, di evitare pericolose e ingiustificate distorsioni del mercato interno e di tenere ancora una volta unita l’Europa di fronte all’emergenza. Davanti alle minacce comuni dei nostri tempi, non possiamo dividerci a seconda dello spazio nei nostri bilanci nazionali", ha fatto sapere Draghi alla vigilia del Consiglio Ue.

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