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Stretta del Viminale fa infuriare i No Green Pass: “Non può vietarci di manifestare, ci sposteremo”

La stretta disposta dalla ministra dell’Interno Lamorgese fa infuriare i No Green Pass, che non sono però intenzionati a interrompere la loro protesta: “Non possono vietarci di manifestare. Leggeremo la circolare del Viminale e, per il bene delle persone che aderiscono alla manifestazione e per rispetto dei commercianti, valutiamo per sabato di cambiare luogo di ritrovo”, ha detto Marco Liccione.
A cura di Annalisa Cangemi
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I partecipanti alle proteste contro il Green Pass, che hanno occupato nelle scorse settimane le piazze di Milano e Trieste, creando tensioni e disordini, non sono rimasti in silenzio dopo la notizia della stretta della ministra dell'Interno Lamorgese, che ha deciso di vietare i cortei nei centri storici, per preservare le attività commerciali, ma anche per cercare di limitare la circolazione del virus, che inevitabilmente aumenta con i maxi assembramenti.

Le manifestazioni saranno d'ora in poi permesse solo lontano dagli obiettivi sensibili, come sedi di partito, sindacati e palazzi istituzionali. In caso contrario le forze dell'ordine interverranno interrompendo la manifestazione. Naturalmente tutti i cittadini potranno continuare a manifestare, ma nel pieno rispetto delle regole, senza mettere a rischio la salute altrui. Lo ha ricordato anche il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, intervenuto all'apertura della 38ma assemblea nazionale dell'Anci: "Le forme legittime di dissenso non possono mai sopraffare il dovere civico di proteggere i più deboli: dobbiamo sconfiggere il virus, non attaccare gli strumenti che lo combattono".

La reazione dei No Green Pass

"Non possono vietarci di manifestare. Leggeremo la circolare del Viminale e, per il bene delle persone che aderiscono alla manifestazione e per rispetto dei commercianti, valutiamo per sabato di cambiare luogo di ritrovo", ha commentato Marco Liccione, portavoce del movimento ‘Variante Torinese' che tutti i sabati, da mesi, raduna migliaia di persone contro la certificazione verde. "La soluzione sarebbe uscire dal centro e siamo disposti a farlo per rispetto dei commercianti a differenza del governo che non rispetta nessuno", ha detto Liccione, secondo cui bisogna "tenere duro e continuare a manifestare. Piazza Castello non è il simbolo della rivolta. Il simbolo della rivolta sono le persone. Se ci permetteranno di manifestare in altro luogo ci saremo, altrimenti sarà una dittatura conclamata".

"Tutte le limitazioni alle libertà delle persone sono sbagliate", ha detto all'ANSA Stefano Puzzer, leader del movimento ‘La gente come noi – Fvg' e uno dei volti più riconoscibili delle proteste no Green pass. "Ci informeremo se queste direttive sono lecite", ha aggiunto. Dopo di che "se saranno lecite, le rispetteremo, altrimenti ci opporremo per vie legali e se ci verra' detto che possiamo muoverci, ci muoveremo". Opporsi legalmente implica però attendere del tempo e allora, intanto, "ci impegneremo a organizzare manifestazioni statiche".

Per quanto riguarda l'impatto delle manifestazioni sulle attività commerciali, Puzzer ha detto che la colpa è delle istituzioni, perché "creano terrorismo mediatico": "Non siamo noi quelli che hanno blindato la città". 

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