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Scuola, il Cts: “Deve riaprire, se Regioni vogliono chiudere se ne assumano la responsabilità”

Gli esperti del Comitato tecnico scientifico sono stati convocati oggi dal governo per un parere in merito alla riapertura delle scuole. E hanno ribadito: le scuole devono riaprire e se le Regioni scelgono di tenerle chiuse se ne dovranno assumere la responsabilità. Per domani è previsto il ritorno in presenza dal 50% al 75% degli studenti delle superiori in zona arancione e gialla, ma vista la situazione epidemiologica, molti governatori hanno posticipato la riapertura.
A cura di Annalisa Girardi
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Il governo ha deciso di lasciare alle Regioni la decisione di rinviare il ritorno in presenza dal 50% al 75% delle scuole superiori. Lo ha stabilito, come racconta il Corriere della Sera, dopo aver convocato gli esperti del Comitato tecnico scientifico per un parere in merito alla decisione di far tornare nelle classi gran parte degli studenti con una situazione epidemiologica ancora precaria. Il Cts ribadisce che le scuole vadano riaperte e che se i governatori vogliono tenerle chiuse se ne devono assumere la responsabilità.

Non sono poche le Regioni che avevano posticipato autonomamente la riapertura delle scuole. Troppi contagi ancora, per permettere il ritorno di milioni di studenti tra i banchi, sottolineavano. Ieri il Friuli Venezia Giulia ha emanato una nuova ordinanza che stabilisce la didattica a distanza al 100% per le superiori fino a fine gennaio, dopo che il Tar aveva annullato il precedente provvedimento rimandando i ragazzi a scuola. Ma il governatore Massimiliano Fedriga ha rilanciato, firmando un'ordinanza che chiude tutte le scuole superiori nella Regione.

Anche in Calabria, Veneto, Sardegna, Marche e Basilicata le superiori riapriranno direttamente a febbraio. Si valuterà solo allora se i rischi legati all'emergenza coronavirus saranno tali da permettere agli studenti di rientrare in classe. Anche in Liguria, dove le scuole sarebbero dovute riaprire il prossimo 25 gennaio, il governatore Giovanni Toti aveva comunque annunciato di voler posticipare il rientro almeno di una settimana, per permettere ai contagi di scendere ulteriormente. Lo stesso era accaduto in Campania.

Dovrebbero invece rientrare il 18 gli studenti di Lazio, Molise, Piemonte ed Emilia-Romagna. Erano invece tornati in aula lo scorso 11 gennaio, subito dopo le vacanze natalizie, quelli di Toscana, Abruzzo e Valle d'Aosta. Per quelli di Lombardia, Sicilia e Bolzano, invece, al di là delle decisioni dei governatori sul calendario della riapertura, si continua con la didattica a distanza al 100% secondo le regole della zona rossa.

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