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Salvini: “Assegno da 400 euro al mese per i padri separati in difficoltà”

“La Regione Lombardia dà 400 euro al mese di contributo ai padri separati. Conosco questa drammatica realtà e vorrei allargare a tutta l’Italia questo fondo. Con questi 400 euro si potrebbe fare la differenza e ridare dignità a un padre per rivedere i suoi figli”, ha dichiarato il vicepremier Matteo Salvini.
A cura di Charlotte Matteini
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Il ministro dell'Interno e vicepremier del governo Conte, Matteo Salvini, ha intenzione di erogare un assegno da 400 euro mensili ai padri separati.  "La Regione Lombardia dà 400 euro al mese di contributo ai padri separati. Conosco questa drammatica realtà e vorrei allargare a tutta l’Italia questo fondo. Con questi 400 euro si potrebbe fare la differenza e ridare dignità a un padre per rivedere i suoi figli", ha dichiarato ieri, annunciando di voler introdurre una legge simile a livello nazionale.

La Regione Lombardia dal 2014 ha introdotto un fondo di sostegno per i genitori separati dal quale attinge risorse per erogare l'assegno mensile da 400 euro o contributi per l'abbattimento del canone di locazione per quei genitori che già corrispondono un canone d'affitto. Come detto, la Regione Lombardia ha istituito nel 2014 un fondo di sostegno che per il 2017 è stato finanziato con 12,3 milioni di euro. L'assegno mensile a cui si riferisce Matteo Salvini consiste nell'erogazione al genitore separato di un contributo per figlio fino a 2.400 euro per un periodo di 6 mesi.

In Lombardia, per ottenere l'assegno mensile da 400 euro occorre essere in stato di separazione legale da non più di tre anni o essere divorziati da non più di due anni, purché non siano decorsi più di 5 anni dalla data della sentenza di separazione o dall’omologazione degli accordi di separazione consensuale. Possono ottenere il contributo i figli nati dall’unione dei coniugi dei quali uno richiede il beneficio, oppure adottati durante il matrimonio, minori o maggiorenni portatori di disabilità grave; madre o padre devono essere residenti in Regione Lombardia da almeno cinque anni continuativi al momento della domanda e dimostrare una situazione di disagio economico mediante attestazione Isee uguale od inferiore ad €15.000.

“Questa è l’ennesima becera campagna acquisti elettorale, che dopo gli immigrati ‘portatori di insicurezza e devastazione', punta a trovare un nuovo nemico: le donne che si fanno mantenere dopo il divorzio. Le separazioni sono indubbiamente una causa crescente di povertà. Per tutte e tutti, non solo per una parte della coppia. E non è mettendo padri contro madri che miglioreranno le cose. Fare in modo che il lavoro di cura sia suddiviso equamente già durante il matrimonio, aumentare l’occupazione femminile, intervenire sulla parità salariale, favorire la conciliazione dei tempi famiglia/lavoro, erogare più servizi: serve questo. A tutti. Padri, madri e figli”, contesta la segretaria di Possibile, Beatrice Brignone.

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