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Opinioni

Perché quello di Draghi è un governo di destra quando si parla di migranti

Quest’estate gli scontri nel governo rischiano di scoppiare sui flussi migratori. Mentre Matteo Salvini torna alla carica sui porti chiusi e sull’aumento degli sbarchi, i dem insistono sullo Ius Soli condannando gli accordi con la Libia: un dibattito che probabilmente si accenderà nei prossimi mesi, con l’aumento fisiologico delle partenze, e al quale Mario Draghi sarà chiamato a trovare una quadra. Che posizione prenderà?
A cura di Annalisa Girardi
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Sono mesi ormai che la Lega di Matteo Salvini perde consensi. Un sondaggio di Ipsos l'ha addirittura vista scivolare dietro il Partito democratico e Fratelli d'Italia, facendole perdere il primato di principale forza politica nel Paese dopo oltre due anni. L'ex ministro dell'Interno cerca allora di ripescare dal bacino di elettori che si sta spostando verso Giorgia Meloni rispolverando lo slogan dei porti chiusi. E lo fa in riferimento a una vicenda di cronaca accaduta a Lamazzo, in provincia di Como, dove un'anziana è stata rapinata e abusata da un cittadino nigeriano senza fissa dimora: "Servono porti chiusi, espulsioni, certezza della pena. Attendiamo parole chiave soprattutto dal Viminale: dall'inizio dell'anno sono sbarcati in 15.375, contro i 5.6521 dell'anno scorso e i 2.144 del 2019", ha scritto su Twitter legando il terribile accaduto con l'aumento degli sbarchi.

Dopo le polemiche sulle riaperture e sulla gestione della pandemia, quest'estate gli scontri all'interno del governo guidato da Mario Draghi rischiano di scoppiare proprio sui flussi migratori. Mentre Salvini torna alla carica sui numeri, attribuendosi il merito di aver fatto crollare gli sbarchi durante il suo mandato al Viminale, i dem insistono sullo Ius Soli e sui canali umanitari, condannando gli accordi con la Libia: un dibattito che probabilmente si accenderà nei prossimi mesi con l'aumento fisiologico delle partenze e al quale il presidente del Consiglio sarà chiamato a trovare una quadra. Prima di capire quello che potrebbe succedere, però, vediamo un po' di numeri.

Cosa ci dicono i dati sugli sbarchi

I numeri a cui Salvini fa riferimento nel suo tweet sono quelli forniti dal cruscotto del ministero dell'Interno aggiornati all'11 giugno, che non tengono quindi conto degli sbarchi degli ultimi giorni. Se si confronta il numero di arrivi via mare nei primi mesi dell'anno con lo stesso periodo negli anni precedenti si noterà in effetti una crescita per quanto riguarda il 2021. Quest'anno sono arrivate 15.375 persone via mare, contro le 5.521 dell'anno scorso e le 2.144 del 2019. Ci sono però una serie di fattori da prendere in considerazione: per farla breve, l'epidemia di coronavirus che ha bloccato gli spostamenti nel 2020, la stabilità in Libia e nei Paesi di prima partenza e in generale le condizioni marittime del Mediterraneo.

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Se andiamo ad analizzare i dati dell'Unhcr, l'Agenzia dell'ONU per i rifugiati, vedremo che gli arrivi di migranti sulle coste europee (quindi non solo dell'Italia) sono in linea con i numeri degli ultimi anni e comunque distantissimi dal picco toccato tra il 2015 e il 2016. Se guardiamo invece agli arrivi via terra e consideriamo quindi anche altre rotte, in primis quella balcanica, noteremo come in realtà da questo punto di vista siano aumentati proprio nel 2018 e nel 2019, per poi crollare nel 2020 presumibilmente proprio a causa della pandemia di Covid-19.

Fonte: Unhcr
Fonte: Unhcr
Fonte: Unhcr
Fonte: Unhcr

E, sempre prendendo in considerazione anche gli altri Paesi costieri europei, notiamo come i numeri sugli arrivi via mare in Italia sono pressoché sulla stessa linea degli altri Stati del Sud. Certo, se guardiamo ai numeri assoluti il nostro potrebbe sembrare il Paese di primo approdo, ma questi vanno anche messi in proporzione. A Malta ad esempio nei primi mesi dell'anno sono sbarcati 147 migranti, un numero ben più contenuto rispetto alle oltre 15 mila persone arrivate in Italia: ma Malta è anche un'isola molto piccola e, in proporzione alla sua popolazione, il fenomeno è stato più consistente che in Italia: è arrivato lo 0,029% dei cittadini totali contro lo 0,025%. Anche se parlare dei fenomeni migratori in termini meramente numerici potrebbe far perdere di vista il focus sugli inalienabili diritti umani di profughi e richiedenti asilo e sulla normativa internazionale, che il dibattito non può ignorare, aiuta comunque a inquadrare un certo tipo di retorica che, puntualmente, viene riproposta dalla destra.

Fonte: Unhcr
Fonte: Unhcr

Mentre si dibatte di ricollocamenti e si punta il dito contro gli altri Paesi europei descrivendo l'Italia come il campo profughi d'Europa, infatti, è bene rendersi conto che i flussi migratori interessano praticamente in pari misura tutti i principali Stati costieri. Andando a ricavare, sempre sulla base dei dati Unhcr (aggiornati al 7 giugno) la percentuale di persone sbarcate in proporzione alla popolazione complessiva del Paese, si vedrà che anche in Spagna siamo allo 0,024%, un numero vicinissimo a quello italiano. In Grecia, invece, questo aumenta: quest'anno sono arrivati lo 0,03% dei cittadini greci. A Cipro ancor di più: siamo allo 0,12%.

Cosa sta facendo il governo Draghi sui flussi migratori

In un contesto che è quindi più meno quello degli anni precedenti per quanto riguarda le partenze dalle coste africane verso quelle europee, come si sta comportando la politica italiana? Secondo Salvini, già nei primi giorni a Palazzo Chigi, Draghi aveva sposato la stessa linea della Lega sui migranti. È così? La posizione di Draghi sul tema potrebbe sembrare ambigua, ma spesso in realtà tende a destra. Anche se non ci sono ancora stati casi particolari come quelli dell'estate del 2018, gli stalli in mare stiano continuando. Anche se il presidente del Consiglio ha detto che le politiche migratorie devono essere concentrare sui diritti umani e non devono lasciare nessuno solo in mare, allo stesso tempo sta basando buona parte di queste sugli accordi con la Libia, un Paese dove i diritti umani vengono sistematicamente violati nei centri di detenzione e la cui Guardia Costiera, finanziata anche da Roma, respinge costantemente verso il Nord Africa i migranti intercettati in mare.

Per non parlare della questione Ong. Secondo il fondatore di Open Arms, Oscar Camps, il governo di Draghi e della ministra dell'interno Luciana Lamorgese si sta dimostrando "di gran lunga peggiore" di quello gialloverde, quando Salvini era ministro dell'Interno sotto Giuseppe Conte: al momento, infatti, quasi tutte le navi umanitarie che praticano ricerca e soccorso in mare risultano bloccate in porto da provvedimenti amministrativi. Un fattore che non incide sul numero di partenze come sostengono in molti, ma che lascia sempre più persone alla deriva nel Mediterraneo. Nel momento in cui si scrive sarebbero 500 i naufraghi in difficoltà in mare a cui nessuno, al momento, sta prestando soccorso.

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A Fanpage.it sono vice capoarea della sezione Politica. Mi appassiona scrivere di battaglie di genere e lotta alle diseguaglianze. Dalla redazione romana, provo a raccontare la quotidianità politica di sempre con parole nuove.
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