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Pensioni, cos’è quota 41 che vuole Salvini

Il dopo Quota 100 preoccupa un po’ tutti, ma secondo Matteo Salvini si dovrebbe procedere con Quota 41, che significa che possono andare in pensione tutti coloro che hanno versato 41 anni di contributi, qualsiasi età abbiano. In generale, la riforma delle pensioni viene richiesta a gran voce dai sindacati. A fine anno scadrà Quota 100 e il rischio è tornare alla Fornero.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Dopo Quota 100, Salvini punta Quota 41. Neanche il tempo di salutare la misura che prevedeva il prepensionamento a 62 anni di età con 38 di contributi versati, che il leader della Lega ha già in mente una nuova idea per riformare la previdenza italiana. Con la bozza del Piano di ripresa e resilienza presentata in Consiglio dei ministri era arrivata l'ufficialità: Quota 100 non sarà rinnovata. E poco conta se nella nuova versione del Pnrr quel passaggio è stato cancellato. Introdotta dal governo gialloverde, sostenuto dalla Lega che tanto l'aveva voluta, cancellata dal governo Draghi, sempre sostenuto dal partito di Salvini. Insomma: l'esperimento doveva durare tre anni e tre anni è durato. Ma il segretario del Carroccio non molla e torna all'attacco, consapevole che il sistema pensionistico ha bisogno di una riforma, altrimenti nel 2022 si tornerà alla Fornero, ipotesi che terrorizza anche i sindacati.

L'ipotesi di andare in pensione non prima di 67 anni, con l'anticipo a 62 permesso solo a chi ha svolto mansioni logoranti (come spiegava la bozza del Pnrr di Draghi), non si verificherà, secondo Salvini: "Non sarà assolutamente così", ha spiegato ad Affaritaliani.it il segretario della Lega. "Dopo un anno di Covid, di morte, di sofferenza e di paura, con 500mila posti di lavoro già persi e migliaia di aziende chiuse, con almeno due milioni di donne e uomini che rischiano il posto di lavoro, non si può certo alzare l'età per andare in pensione", ha annunciato Salvini.

Il leader della Lega ha proposto, piuttosto, un'alternativa: "All'Italia serve semmai il contrario, cioè andare verso Quota 41, per garantire quel ricambio generazionale e quelle opportunità di futuro si giovani che altrimenti sarebbero negate". Il calcolo è semplice: possono andare in pensione tutti coloro che hanno versato 41 anni di contributi, a prescindere dall'età anagrafica. Il tema pensioni c'è ed è importante, ce lo ha ben chiaro il ministro del Lavoro, il dem Andrea Orlando. I sindacati intanto incalzano: "Abbiamo chiesto un tavolo sulla riforma delle pensioni – spiega il segretario della Cgil Maurizio Landini – c'è da rimettere mano al sistema".

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