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Moby Prince, il tribunale sbaglia: serve giustizia per i familiari delle vittime

Il Tribunale di Firenze ha dichiarato prescritto il diritto al risarcimento invocato dai familiari delle vittime della tragedia del Moby Prince, sulla base di una duplice considerazione: da una parte, sostiene che la Commissione d’inchiesta del Senato della Repubblica non avrebbe accertato nuove verità, e dall’altra afferma che le conclusioni della Commissione di inchiesta avrebbero “valore politico”. Entrambe le considerazioni sono superficiali ed erronee. Ecco perché.
A cura di Redazione
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di Gregorio De Falco

Il Tribunale di Firenze ha dichiarato prescritto il diritto al risarcimento invocato dai familiari delle vittime della tragedia del Moby Prince, sulla base di una duplice ed erronea considerazione: da una parte, sostiene che la Commissione d’inchiesta del Senato della Repubblica non avrebbe accertato nuove verità, ma si sarebbe limitata a dare valutazioni e giudizi su fatti già appurati in giudizio; in secondo luogo, afferma che le conclusioni della Commissione di inchiesta avrebbero "valore politico". Entrambe le considerazioni sono superficiali ed erronee.

Infatti, già esaminando la delibera istitutiva, votata all'unanimità dal Senato della Repubblica, i documenti ed i resoconti della Commissione ci si rende conto che essa è stata istituita, a mente dell'articolo 82 della Costituzione, per fare luce sui fatti concreti e sulle specifiche circostanze in cui il 10 aprile 1991 si verificò la tragedia del Moby Prince e morirono 140 persone; dai documenti e dalle conclusioni cui perviene fatto chiaro che la commissione ha effettivamente accertato nuovi e rilevanti elementi di fatto, sconfessando le contraddittorie ed inaccettabili risultanze giudiziarie.
In particolare, sono stati incontrovertibilmente affermati tra l'altro, i seguenti elementi di fatto:
1. assenza di nebbia;
2. sopravvivenza in vita di alcune ore delle persone a bordo della nave passeggeri, e, quindi, la possibilità ed il dovere di effettuare il soccorso;
3. l'abdicazione immotivata ed irragionevole, da parte delle strutture militari nell'esercizio della funzione, del soccorso in mare preposte al soccorso marittimo, all'epoca attribuita dal D.I. 01/06/1978 al Ministero della Difesa, rispetto al dovere di tentare il soccorso alla vita delle 140 persone a bordo della nave da passeggeri, alcune delle quali erano ancora in vita a considerevole distanza di tempo dalla collisione e, dunque, potevano e dovevano essere salvate.
4 le inchieste amministrative e le risultanze giudiziarie avevano, troppo frettolosamente, ritenuti certi altri aspetti, come ad esempio l'ancoraggio in zona lecita della Agip Abruzzi, che invece era all'ancora in zona vietata all'ancoraggio.

In conseguenza dei recenti accertamenti dei fatti, la prescrizione non può che ricominciare a decorrere dal giorno in cui quelle circostanze e quei fatti sono stati affermati e ufficializzati, ciò che è accaduto il 28 gennaio 2018, giorno in cui la Commissione d’inchiesta del Senato ha reso pubblica la relazione finale con le conclusioni dei propri lavori, conclusioni che hanno doverosamente riscritto una verità processuale, davvero inaccettabile e contraddittoria.

Nessuno, nemmeno un Tribunale può attribuire un valore di mera rivalutazione all'affermazione ed all'accertamento di fatti che sono elementi di conoscenza nuovi e diversi in esito ad un lavoro di indagine lungo e complesso e non ogni attività parlamentare ha sempre valore politico, come afferma il Tribunale, non lo ha l'attività della Giunta per le immunità, né quella per le elezioni e nemmeno il lavoro delle commissioni di inchiesta, il cui scopo è quello di accertare fatti storici di interesse pubblico, come esplicitamente è richiesto dalla delibera istitutiva della Commissione "Moby Prince".

La Commissione è organo parlamentare istituito proprio allo scopo di appurare la verità storica di specifici elementi di fatto e nemmeno un Tribunale può contraddire o sminuire il tenore letterale e la portata storica delle sue conclusioni che hanno fatto luce doverosamente su molti aspetti di rilievo di quella terribile tragedia che ora ottenuto ha almeno elementi di verità, anche se è ancora priva di una parola di Giustizia, fosse pure soltanto di Giustizia civile.

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