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Migranti, la Sea Watch 3 torna in mare: dissequestrata la nave di Carola Rackete

La Sea Watch 3 tornerà presto in mare. I giudici del tribunale di Palermo hanno disposto il dissequestro amministrativo della nave che era stata posta sotto sequestro dopo la vicenda per cui risulta essere indagata anche l’ex comandante Carola Rackete. “Dopo oltre cinque mesi di blocco nel porto di Licata, ci prepariamo a tornare in mare. La giustizia trionfa sul (ex) decreto sicurezza bis”, esulta l’Ong.
A cura di Stefano Rizzuti
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La Sea Watch 3 torna in mare: l’Ong ha vinto il ricorso al Tribunale civile di Palermo e così l’imbarcazione che qualche mese fa fu capitanata da Carola Rackete potrà tornare a soccorrere migranti in mare. “Abbiamo vinto il ricorso al Tribunale civile di Palermo: la Sea Watch 3 è libera! Dopo oltre cinque mesi di blocco nel porto di Licata, ci prepariamo a tornare in mare. La giustizia trionfa sul (ex) decreto sicurezza bis”, esulta la Sea Watch 3 su Twitter annunciando il ritorno in mare.

I legali della Ong si erano rivolti alla sezione civile del tribunale di Palermo: i giudici hanno disposto il dissequestro amministrativo della nave, che era scattato nell’ambito dell’inchiesta per cui la stessa comandante Carola Rackete è indagata. La comandante è accusata di resistenza a pubblico ufficiale, danneggiamento e resistenza o violenza contro nave da guerra. L’indagine nasce dopo lo sbarco avvenuto contrariamente alle indicazioni dell’allora ministro dell’Interno, Matteo Salvini, a causa della situazione emergenziale a bordo della nave che aveva soccorso i migranti nel Mediterraneo.

La procura di Agrigento aveva deciso per il dissequestro penale lo scorso 25 settembre, con un provvedimento secondo cui le esigenze probatorie erano cessate. La nave, però, è rimasta nel porto di Licata in quanto sottoposta a sequestro amministrativo sulla base delle violazioni del divieto di ingresso in acque territoriali imposte dalle autorità italiane sulla base del decreto sicurezza bis, da poco entrato in vigore all’epoca dei fatti.

Proprio nella giornata di oggi l’Ong Mediterranea Saving Humans aveva lanciato una campagna di sostegno sui social: “Adesso basta, basta una firma. Gli attuali ministri dell'Interno, della Difesa, delle Infrastrutture e Trasporti potrebbero, con una loro semplice firma, decidere il dissequestro della nave Mare Jonio e della barca a vela Alex. Sarebbe infatti sufficiente che accogliessero le richieste di "revoca in autotutela" dei Decreti Interministeriali emanati dal precedente governo, liberando subito le nostre imbarcazioni così come Sea Watch 3 ed Eleonore. Il sequestro amministrativo delle navi di soccorso è stato un atto di pura ostilità politica, è tempo che una politica coraggiosa ripristini lo stato di diritto”. Il primo a firmare per aderire a questa campagna è stato lo scrittore Roberto Saviano.

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