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Migrante suicida a Torino, Palazzotto (Leu): “Fatto gravissimo, ministra Lamorgese faccia chiarezza”

Erasmo Palazzotto, deputato di Leu, ha presentato un’interrogazione parlamentare sulla vicenda del migrante che si è tolto la vita nel Cpr di Torino a quindici giorni dall’aggressione subita a Ventimiglia. Il parlamentare ha chiesto alla ministra Lamorgese di spiegare quali iniziative intende assumere per chiarire l’accaduto. Secondo Palazzotto il giovane Musa Balde “da vittima, testimone di violenza subita e potenziale richiedente asilo”, è stato trattato “come uno straniero da espellere”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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La tragica morte di Musa Balde, il giovane migrante che si è suicidato la notte tra sabato e domenica nel Cpr di Torino, poteva e doveva essere evitata. Il ragazzo di 23 anni era stato aggredito quindici giorni fa a Ventimiglia, fuori da un supermercato. Preso a pugni, calci e sprangate da tre uomini. Era stato dimesso dall'ospedale con dieci giorni di prognosi e portato nel centro di Torino, dove era stato messo in isolamento. Poi il tragico gesto. La vicenda è arrivata in Parlamento grazie al deputato di Leu, Erasmo Palazzotto, che ha presentato una interrogazione a risposta scritta alla ministra dell'Interno, Luciana Lamorgese. L'obiettivo è fare chiarezza sulla storia del ragazzo e su cosa sia accaduto da quando è uscito dall'ospedale.

Nelle premesse il deputato ripercorre la vicenda: "Musa Balde, un giovane di 23 anni proveniente dalla Guinea si è suicidato con un lenzuolo nel Centro di permanenza per il rimpatrio di Torino, dove da giorni era rinchiuso in isolamento sanitario; il giovane qualche settimana era stato vittima di un violento pestaggio, testimoniato anche da un video, da parte di 3 italiani armati di spranghe e bastoni per le vie di Ventimiglia, per un presunto tentativo di furto di un cellulare; dopo l’aggressione il ragazzo era stato trasportato in ospedale e poi, appurato che era sprovvisto della documentazione necessaria a giustificare la sua presenza sul territorio italiano, era stato trasferito presso il Cpr di Torino".

Palazzotto sottolinea come "il Garante per le persone private della libertà, Mauro Palma, così come riporta il sito online Redattore Sociale, ha ribadito anche in questa circostanza l'inadeguatezza dei Cpr e in particolare la struttura di Torino ad accogliere persone fragili e vittime di violenza; il suicidio di Musa Balde pone diversi interrogativi sia rispetto all’idoneità del centro ad accogliere un ragazzo che si stava riprendendo da un’aggressione sia se lo stesso sia stato preso in carico come persona fragile e quindi quale tipo di assistenza abbia realmente ricevuto"

Le circostanze da chiarire riguardano anche l'Ospedaletto – costituito da un unico corpo di fabbrica suddiviso in 12 locali di pernottamento con una capienza pari a 24 posti – in cui vengono portati gli ospiti per l'isolamento sanitario: "La Prefettura competente avrebbe assicurato che questi ambienti vengono riservati esclusivamente alle persone trattenute che presentano particolari esigenze, che la collocazione avviene sotto continua sorveglianza medica e che gli unici casi di persone trattenute collocate in tali ambienti per ragioni ‘non sanitarie’ sono ascrivibili a soggetti che ne fanno espressa richiesta e comunque sempre per motivi legati alla tutela della loro incolumità fisica; il Garante per le persone private della libertà ha sollevato molteplici criticità sulla struttura chiamata “Ospedaletto” e ha mosso diversi rilievi dai quali emergono le numerose difficoltà a garantire un’effettiva sorveglianza sanitaria da parte del personale preposto e una condizione detentiva considerata “inaccettabile” che si sviluppa in un contesto “disumanizzante”, dove l’accesso ai diritti di cui le persone trattenute sono titolari passa attraverso la demarcazione fisica della relazione di potere tra il personale e lo straniero ristretto che versa in una situazione di inferiorità".

A tutto ciò, segnala Palazzotto, "si aggiunge la prassi di utilizzare gli ambienti dell’isolamento sanitario anche per altri scopi riconducibili a ragioni di sicurezza e mantenimento dell’ordine per cui il ricorso all’isolamento per ragioni sostanzialmente disciplinari senza una specifica disciplina giuridica che definisca la procedura con le dovute garanzie di contraddittorio, i tempi di durata della misura e la possibilità di ricorso è molto critica e presenta profili di inaccettabilità". Per questi motivi, secondo il deputato, "Musa Balde, da vittima, nonché testimone di violenza subita e potenziale richiedente asilo tenuto anche conto del Paese di provenienza, è stato trattato come straniero da espellere senza nemmeno considerare i rischi ai quali veniva esposto con il rimpatrio in Guinea ed è stato trattenuto in un Cpr inadatto a prendere in carico situazioni del genere".

Il deputato chiede alla ministra Lamorgese "quali iniziative intenda assumere affinché si faccia chiarezza su quanto di gravissimo è accaduto presso il Cpr di Torino e in relazione al trasferimento di Musa Balde presso quel Cpr nelle delicate ore successive alle sue dimissioni dall’ospedale e se risulta al Ministro che lo stesso giovane abbia ricevuto adeguata assistenza dal punto di vista medico-psicologico e legale attraverso chiare informazioni sull’esercizio dei propri diritti in materia di protezione internazionale, anche in quanto vittima di violenza".

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