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23 Maggio 2021
22:57

Il migrante aggredito a sprangate 15 giorni fa a Ventimiglia si è suicidato

Il giovane migrante che era stato picchiato violentemente fuori da un supermercato a Ventimiglia appena due settimane fa, si è suicidato nella sua camera del Cpr di Torino. Si è impiccato con le lenzuola questa notte. Il ragazzo, 23 anni originario della Guinea, era stato aggredito con calci, pugni e colpi di spranga da tre italiani denunciati a piede libero. Era uscito dall’ospedale con dieci giorni di prognosi.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Si è tolto la vita questa notte il giovane migrante che era stato aggredito due settimane fa a Ventimiglia. Il ragazzo era originario della Guinea e aveva 23 anni. Si trovava nel Centro di permanenza per il rimpatrio di corso Brunelleschi a Torino, in isolamento rispetto agli altri ospiti della struttura per motivi sanitari. Si è impiccato la scorsa notte, utilizzando le lenzuola in dotazione nella sua camera da letto. Sono passate due settimane dall'aggressione che aveva subito, a colpi di spranga, in strada a Ventimiglia. Era il 9 maggio, nelle ore successive ai fatti il video amatoriale della violenza era stato condiviso sui social da centinaia di utenti.

Tutto era nato da un diverbio dentro un supermercato della città ligure. Prima lo scontro verbale all'interno del negozio, poi in tre avevano seguito il ragazzo fuori, l'avevano metto spalle al muro e picchiato violentemente con dei tubi. L'allarme l'avevano dato i cittadini e i passanti, sentite le urla del giovane. Poco dopo l'arrivo della polizia, che ha subito acquisito il video amatoriale e quello delle telecamere di sicurezza dei negozi. I tre aggressori sono stati trovati nel giro di ventiquattro ore: si tratta di due siciliani originari di Agrigento di 28 e 39 anni e di un uomo di 44 anni di Reggio Calabria. Tutti e tre residenti a Ventimiglia. Sono stati denunciati a piede libero per lesioni aggravate.

Il ragazzo, che era già stato espulso dall'Italia, era stato portato nell'ospedale di Bordighera per la conseguenza delle botte, dei calci all'addome, delle sprangate, dei pugni in testa e in faccia mentre si trovava a terra. Poi era stato dimesso con una prognosi di dieci giorni: lesioni e trauma facciale. Da lì il ritorno al Cpr di Torino. Poi, stanotte, il tragico gesto.

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