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Meloni dice “no alla cannabis libera”, ma non l’ha proposta nessuno (neanche la sinistra)

Meloni nel suo discorso programmatico se la prende con chi propone la “cannabis libera” come soluzione ai problemi dei giovani, ma in verità nessuno l’ha mai detto (neanche la sinistra). E la presidente del Consiglio torna a parlare dello sport per correggere le “devianze”.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Ma quale canne libere, ai giovani serve lo sport. Attacca e difende, Giorgia Meloni, nel suo discorso programmatico letto ieri alla Camera. Sui giovani ha le idee chiare, e non le ha mai nascoste. Se il governo Meloni porterà in dote un'era di proibizionismo, paternalismo e severo giudizio non lo sappiamo, ma qualche premessa c'è. A partire dalla storia delle devianze che, come era normale che fosse, è tornata improvvisamente al centro del dibattito dopo che la presidente del Consiglio ne ha riparlato in Aula. L'idea di correggere i giovani è rimasta, ma semplicemente è stata nascosta sotto al tappeto un paio di mesi dopo il clamore mediatico di fine estate.

Questo è un passaggio del discorso di ieri:

L'Italia non è un Paese per giovani. La nostra società nel tempo si è sempre più disinteressata del loro futuro, persino del diffuso fenomeno di quei giovani che si autoescludono dal circuito formativo e lavorativo, così come della crescente emergenza delle devianze, fatte di droga, alcolismo, criminalità. E la pandemia ha decisamente peggiorato questa condizione e, di fronte a questo scenario preoccupante, la proposta principe di certa politica in questi mesi è stata promettere a tutti la cannabis libera, perché era la risposta più facile. Ma noi, a differenza di altri, non siamo qui per fare la cosa più facile.

E allora, verrebbe da chiedersi, qual è la risposta ai problemi dei giovani? Ammesso che si debba "correggere" questi comportamenti. Ancora Meloni:

Intendiamo lavorare sulla crescita dei giovani a 360 gradi, promuovere le attività artistiche e culturali e, accanto a queste, lo sport, straordinario strumento di socialità, di formazione umana e di benessere; lavorare sulla formazione scolastica, per lo più affidata all'abnegazione e al talento dei nostri insegnanti, spesso lasciati soli a nuotare in un mare di carenze strutturali, tecnologiche e motivazionali; garantire salari e tutele decenti, borse di studio per i meritevoli; favorire la cultura di impresa e il prestito d'onore.

La destra torna sempre lì. Le parole chiave sono merito, sport, impresa. Anche se – in ogni caso – qualcuno dovrebbe spiegare a Meloni che la cannabis è praticamente già libera, nel senso che si può comprare ovunque e con molta facilità. Solo che non è in mano allo Stato, ma alla criminalità organizzata. Ma soprattutto la sinistra non l'ha neanche mai proposta davvero la legalizzazione in quanto tale. Si parla sempre di qualche piantina per l'autocoltivazione, comunque con un limite. Insomma, nessuno sta chiedendo allo Stato di prendere in mano un'industria come quella della cannabis e nazionalizzarla – come il tabacco – per diventare monopolista o esercitare comunque un controllo. Al di là del giusto e sbagliato, Meloni attacca un'idea che la sinistra non ha neanche il coraggio di portare avanti.

La lotta alle "devianze giovanili" è una delle promesse del governo Meloni, che ne ha parlato spesso in campagna elettorale. ‘Sti ragazzi sono criminali, drogati, fumano, le baby gang. E quando non fanno nulla di illegale? Poltriscono e prendono il reddito di cittadinanza. Quindi secondo la presidente del Consiglio la risposta più facile da dare a ragazzi e ragazze è la legalizzazione, mentre quella più difficile, quella che solo i coraggiosi hanno la forza di pronunciare, quella con cui Fratelli d'Italia al governo potrà finalmente risolvere i problemi dei giovani è… lo sport? Lo dice lei stessa, è uno strumento di benessere. Giovani sani, robusti e forti. La rieducazione Meloniana sta per cominciare.

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Giornalista, mi occupo di politica su Fanpage.it. Appassionato di temi noiosi, come le storie e i diritti degli ultimi: dai migranti ai giovani lavoratori sfruttati. Ho scritto "Il sound della frontiera", un libro sull'immaginario americano e la musica folk.
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