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Lega deposita la mozione di sfiducia al ministro Gualtieri: la prima firma è di Matteo Salvini

La Lega ha depositato una mozione di sfiducia al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri. La prima firma è quella di Matteo Salvini. Il titolare del Mef viene accusato di aver scavalcato il Parlamento, approvando il Meccanismo europeo di stabilità senza aver ricevuto il mandato da Camera e Senato.
A cura di Annalisa Girardi
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Le Lega ha depositato la mozione di sfiducia al ministro dell'Economia, Roberto Gualtieri: il documento, a prima firma Matteo Salvini, era già stato annunciato dallo stesso leader leghista in seguito all'Eurogruppo dello scorso 9 aprile, in cui i ministri delle Finanze dell'Unione europea avevano dato il via libera ad un pacchetto di proposte per fronteggiare la crisi economica da coronavirus, in cui era incluso il ricorso al Meccanismo europeo di stabilità senza le ordinarie condizionalità per le spese sanitarie. Il senatore del Carroccio aveva definito il vertice un'ipoteca sul futuro del Paese, affermando che il suo partito avrebbe presentato in Parlamento una mozione di sfiducia per chiedere le dimissioni del ministro dem. Lo ha poi confermato l'ex viceministro all'Economia leghista, Massimo Garavaglia, durante la dichiarazione di voto finale sul decreto Cura Italia: "Il Paese e le imprese italiane vogliono riprendersi la loro libertà e l’unica via è liberarsi di un governo inadeguato che ci ha svenduto all’Europa", ha detto il deputato.

Nella mozione si leggono le motivazioni per cui si chiede di sfiduciare Gualtieri. In primo luogo, si cita l'articolo 4 della legge 234/2012 per cui "il Governo informa tempestivamente le Camere di ogni iniziativa volta alla conclusione di accordi tra gli Stati membri dell’Unione europea che prevedano l’introduzione o il rafforzamento di regole in materia finanziaria o monetaria o comunque producano conseguenze rilevanti sulla finanza pubblica". Gualtieri è quindi accusato di aver scavalcato il Parlamento sul Mes, approvando il fondo Salva-Stati senza alcun scrutinio delle Camere. Inoltre, si ricorda che lo scorso 18 marzo, a seguito dell'annuncio della Bance centrale europea di un piano di emergenza contro la pandemia, politici appartenenti sia alla maggioranza che all'opposizione "evidenziavano che l’uso del Mes, nato per aiutare Paesi che avessero perso accesso al mercato, presentava diverse criticità per il nostro Paese, fra cui quella di essere sottoposto a rigide condizioni".

Non solo: nel documento si sottolinea anche che lo scorso 20 marzo il ministro Gualtieri veniva invitato a riferire la posizione del governo in merito alle trattative in corso. Tuttavia, il ministro si era limitato "a esprimere in sedi informali la sua personale posizione", cioè quella di mettere sul tavolo di discussione i coronabond e richiedere la possibilità di ricorrere al Mes senza condizionalità. "Oltre a non riflettere il mandato esplicitamente espresso in numerose occasioni da esponenti di maggioranza e di opposizioni a non includere il Mes tra gli strumenti idonei alla gestione della crisi, questa posizione è smentita dall’esito dell’Eurogruppo", si aggiunge, sottolineando che il documento redatto dai ministri delle Finanze Ue non facesse nemmeno menzione della possibilità di utilizzare titoli di Stato emessi a livello europeo.

Il ministro Gualtieri aveva anche affermato che avrebbe richiesto di poter accedere al fondo Salva-Stati senza condizionalità. Un'eventualità che infine è stata però confermata esclusivamente per le spese sanitarie. E infine, chiedendo le dimissioni del titolare del Mef: "Gli altri strumenti avallati in quella sede dal ministro Gualtieri, quali il ricorso alla Banca Europea degli Investimenti (BEI), e il SURE (Support to mitigate the Unemployment Risk in an Emergency), presentano anch'essi criticità evidenziate da numerosi esponenti politici di maggioranza e opposizione, e anch'essi non sono stati sottoposti a un doveroso scrutinio parlamentare".

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